Spesso ci lamentiamo.
“Manca lo spirito di corpo” si dice a proposito di categorie che non hanno o non hanno più la forza di rappresentanza di fronte alle battaglie sociali e civili che le riguardano.
Mi viene da pensare a operai e insegnanti, categorie che per aspetti differenti ma egualmente importanti stanno alla base della catena produttiva, entrambe in via di estinzione.
Personalmente mi sento un libero battitore, sono abituato a esprimere sempre ciò che ritengo giusto o lecito.
Anche quando si tratta di realtà scomode.
Anche quando non è il momento.
E qui sta il punto.
Quando sia il momento e se vi sia un momento giusto.
Il calcolo mero e interessato di quando sia il momento.
Questo è il discrimine tra essere corporazione ed essere lobby.
La corporazione (cosa buona) diviene lobby (cosa cattiva) quando acquisisce potenza economica e, quindi, peso politico.
Nei secoli molte corporazioni hanno accumulato potere politico e contrattuale con intelligente scaltrezza.
Penso ai medici, ai notai e agli avvocati, tanto per citare le più potenti.
Altre risultano difficilmente attaccabili.
Penso ai farmacisti, ai tassisti, alle coop di ogni colore, agli spacciatori.
Altre ancora, di recente formazione, crescono sull’onda delle mode.
Penso ai chirurghi estetici, ai tronisti, ai campioni dello sport.
Un tempo le organizzazioni sindacali rappresentavano le corporazioni; oggi le lobby della politica dirigono le organizzazioni sindacali.
Nessuno può pretendere di essere rappresentato, né sperarlo.
Meglio essere un buon libero battitore.
In conclusione.
Gli operai si estinguono perché la globalizzazione cambia il modo di fare industria.
Gli insegnanti si estinguono perché (in quanto operai dell’educazione e dei sentimenti) la globalizzazione cambia il modo di imparare.
Il problema è che, a differenza dei panda e delle foche, non abbiamo un WWF a difenderci.