Mettetevi d’accordo…

Patrucco Giancarlodi Giancarlo Patrucco
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…e soprattutto fateci capire. Non sono un tecnico, quindi vi e mi risparmierò le vicende del dissesto, l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, le interlocuzioni del Governo, le risposte dell’Amministrazione, le precisazioni del Governo, le repliche dell’Amministrazione… D’altronde, tutte vicissitudini ampiamente divulgate dai media locali – pure il nostro – e che mi pare non siano ancora giunte al termine, ufficiale e conclusivo, del loro percorso.

Ma il sindaco di Alessandria, Rita Rossa, dopo essere stata a Roma il 15 gennaio, torna qui esprimendo impressioni positive: “Ora lavoreremo per avere la possibilità di pagare i creditori e per tentare di iniziare la realizzazione di quelle opere fondamentali che la città attende da tempo, mi riferisco per esempio, all’asfaltatura delle strade cittadine. Ricordo che l’approvazione dell’Ipotesi di Bilancio Stabilmente Riequilibrato è il primo passo fondamentale per poter elaborare politiche di sviluppo della nostra città. Spero che, finalmente, ci si possa dedicare alle nuove prospettive di crescita”.

Passano pochi giorni e l’assessore al bilancio, Matteo Ferraris, manda due post al nostro giornale, a seguito di un pezzo sulla vicenda. Ricordando che: “Abbiamo ridotto la spesa ma prima di recuperare 32 milioni della città spazzati via appena prima delle elezioni, beh direi che qualche giorno ci andrà. E allora mi assumo la responsabilità di essere colui che castra i sogni.”

Non toglierei neanche una virgola da entrambi gli interventi. Giusto l’auspicio del sindaco, giusto il monito dell’assessore. Ma, mentre Rita sogna strade rifatte e Matteo guarda ai 32 milioni da recuperare, mi prendo la briga di sottolineare che la mala gestione lamentata dal secondo è opera di pochi, eletti e responsabili, mentre il risultato positivo annunciato dalla prima è dovuto in gran parte al contributo – oneroso – di tutti noi semplici cittadini.

La domanda che faccio, a loro e a me, è una sola: pensate davvero che noi si possa andare avanti ancora a lungo così?

E’ vero, la crisi morde in tutt’Italia. In tutt’Italia il mercato immobiliare è fermo, maComune Alessandria 4 da noi è un’ecatombe. Secondo i dati della Relazione previsionale 2012-2014, su un totale di 76.473 unità abitative censite nel territorio comunale, ben 8.967 risultano non locate o a disposizione. In pratica, e in soldoni, 8.967 unità abitative considerate “seconda casa”. Per gli obblighi di legge inerenti le procedure del dissesto, trattate all’aliquota massima dello 0,9%. Il triplo dell’aliquota minima, se non sbaglio, anche se basta vedere i cartelli sulle porte per capire che molti proprietari venderebbero volentieri. Potessero, visto che il mercato è immobile come l’acqua stagnante e piatto come una sogliola.

Non ho dati aggiornati sulle imprese commerciali, ma basta farsi il giro della città per vedere il massacro. Serrande abbassate ovunque, persino in quelle vie che, da sempre, hanno rappresentato il cuore pulsante del commercio.

Abbiamo inoltre un’emergenza abitativa da brivido. Un comunicato di oggi, a opera dei Gruppi Consiliari di maggioranza, ci ricorda che lo Sportello Casa del Comune ha raccolto nel 2013 133 richieste di famiglie per alloggi in “emergenza abitativa”. 45 hanno il diritto di vedersi assegnata una casa ATC, ma ciò ha poche probabilità di verificarsi a breve, causa anche “l’occupazione abusiva di un centinaio di alloggi da parte di nuclei familiari altrettanto disagiati.”  Insomma, piove sul bagnato.

Potrei andare avanti, magari ricordando l’addizionale Irpef che ha di fatto comportato la riduzione di molti stipendi e pensioni nette, la cui rivalutazione è stata bloccata ormai da anni. Oppure, le file alla Caritas, come in tempo di guerra, la riduzione del parco auto circolante, la compressione dei consumi, che ormai arriva anche a quelli considerati da sempre essenziali, come la salute e il riscaldamento.

So bene anch’io che in tutti i settori che ho citato i poteri delle amministrazioni locali sono molto relativi. Ma, tanto che Roma pensa a cosa fare, qui da noi si  potrà almeno discutere  su come impiegare i pochi  mezzi disponibili per sollecitare i consumi. Perché, senza mettere (o lasciare) un po’ di benzina in più nel motore, non asfalteremo strade e non recupereremo milioni. Intanto, Alessandria si avvia verso un cupo tramonto.