Quanti stimoli in questi giorni dalla rete italica! Il web di casa nostra offre un paio di chicche davvero interessanti, e su cui sono state già anche scritte parecchie corbellerie, per cui non saremo certamente noi a tirarci indietro.
La prima chicca: ad un quiz tv, di quelli che per il livello delle domande un tempo si sarebbero definiti tranquillamente ‘demenziali’ (e che oggi invece pare rispecchino realmente il background almeno di una parte del popolo: o almeno di quello che guarda la tv, ci fanno credere), il conduttore chiede ad un simpatico pacioccone occhialuto una roba tipo “di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?”. Ossia: “L’Italia è una repubblica fondata su…..il lavoro,la famiglia, l’amore”, e altre simili opzioni. Lo so, qualsiasi ottantenne con la quinta elementare avrebbe risposto in maniera corretta, perchè l’articolo 1 della Costituzione, nelle orecchie o nel ‘sentiment’, come dicono oggi quelli che la sanno lunga, ce l’avevano tutti, gli italiani da prima repubblica.
Ma vogliamo davvero criminalizzare il paciocco occhialuto (magari laureato, non crediate) che ha risposto che l’Italia è una repubblica fondata sulla famiglia?
In fondo, non ha interpretato, anche lui, in maniera estremamente corretta e aderente il clima e la realtà di questi anni, che sono i suoi? Forse forse solo se tra le opzioni fosse stata inserita l’ipotesi ‘fondata sulla truffa’ il malcapitato avrebbe potuto seriamente tentennare. Ma gli autori non sono stati così pervidi, o così arguti.
Secondo flash dalla rete, su cui tanti Soloni hanno già pontificato: la “campagna di sensibilizzazione per il rispetto dei lavori creativi” #coglioneNo, lanciata da Zerovideo.net, che si articola in una serie di video assai divertenti (eccone uno, ma in rete li trovate tutti), tesi a voler evidenziare ciò che da tempo è noto a tanti, ossia che l’Italia ‘trabocca’ di aspiranti creativi (o che tali si ritengono), che aspirano a svolgere attività professionali per le quali spesso si sentono ripetere “caro, non c’è budget”, come ricorda il refrain della campagna video.
Bene: in tanti, anzi troppi, sono già saliti sul carro di questi talenti incompresi, per cui noi preferiamo guardare il mondo con gli occhi di chi ancora sa distinguere tra lavoro (attività retribuita perché serve a qualcuno, disposto a pagarla) e passioni, hobbyes o tutto quant’altro può rendere più piacevole l’esistenza.
Ora, a parte che i creativi protagonisti dei video, guardateli, sono teste di cazzo insopportabili, e naturalmente non rendono un buon ‘servizio’ alla legione di aspiranti attori, scrittori, sceneggiatori, giornalisti, registi, scrittori, musici, cantanti (e ognuno completi l’elenco a piacere) che si incontrano nella vita reale.
Ma il punto vero rimane un altro, ossia appunto l’incontro fra domanda e offerta di una certa professionalità. Se ‘orde’ di giovani uomini e donne in Italia decidono di dedicarsi a specializzazioni che hanno mercati di nicchia, solo metropolitani (e spesso neanche più lì) sono affari loro, in fin dei conti. Ingiusto obbligarli a rinunciare ai loro sogni: ma ridicolo assecondare i deliri di personaggi come quelli dei video.
Dunque, cari idraulici, elettricisti, giardinieri, ma anche muratori, panettieri e quant’altro: siamo al vostro fianco. Da certi personaggi state alla larga, a meno che non ci siano nei pressi genitori danarosi disposti a metter mano al portafoglio (fidatevi, spesso è così). E, se qualcuno avesse l’ardire di trattarvi davvero come nei video, poca diplomazia: due scappellotti ben dati piuttosto, che gli artisti li si aiuta a crescere anche così!