“Ma davvero a maggio torneremo a votare anche in Piemonte? E chi vincerà?”. La domanda, anzi le domande, me le ha poste un amico l’altra sera, in conversazione di gruppo, super rilassata. E per la prima volta non mi sono lanciato in previsioni elettorali di sorta su vincitori e perdenti, e neppure, a dire il vero, ho espresso certezze sul ritorno alle urne.
Però comunque la si guardi, questa vicenda di mandare a casa Cota anzitempo per via giudiziaria e non politica, è un segnale di malessere forte, e di debolezza del sistema. Di fronte al quale già la gran parte degli italiani scrolla la testa: una minoranza con rabbia, ma la maggioranza silenziosa ridendo sfiduciata, che forse è peggio.
Lasciamo perdere i paralleli con Berlusconi, che sono assolutamente impropri, anche se analogo, in fin dei conti, è il risultato finale, e questo pesa. E a proposito di Silvio: non è che i giudici, super indaffarati, finiranno per scordarsi che c’è una pena da rendere esecutiva entro fine marzo, in qualche modo?
Comunque: dichiarare nulle le elezioni regionali quasi quattro anni dopo il loro svolgimento è semplicemente ridicolo. Così come lo è accorgersi dopo un tempo ancora maggiore che la legge elettorale nota come Porcellum è incostituzionale (dall’altra sera, tra l’altro, il porcellum è ufficialmente sostituito dal proporzionale a preferenza unica, ‘temporaneamente’ e in attesa di una riforma elettorale tutt’altro che scontata).
In un caso e nell’altro, da Torino a Roma, c’è da chiedersi se anche la variabile tempo non sia un elemento intrinseco della giustizia, e se non sia il caso di prevedere, da questo punto di vista, scadenze obbligate. xxx giorni per fare ricorso, dalla data delle elezioni. Altri xxx giorni per fare chiarezza, e stabilire come stanno le cose. Qualcosa, insomma, che abbia lo stesso passo del mondo reale, e non dia l’impressione di istituzioni che vivono sulla luna. Problema che, naturalmente, riguarda la giustizia a tutto tondo, a partire dai processi che ‘impattano’ sulle aziende e sul tessuto economico. Se tante imprese stanno chiudendo, o rinunciano ad investire in Italia, è anche per l’assoluta incertezza di diritto, e di diritti. Inutile far finta che non sia così.
Dopo di che, rimaniamo sulla vicenda che riguarda la Regione Piemonte.
Domanda 1: ci saranno o no le elezioni anticipate? Dipende dal Consiglio di Stato, si è detto: ma anche tra gli addetti ai lavori sono in pochi a saperti spiegare, senza se e senza ma, quanti giorni di tempo avrà Cota per fare ricorso, e quanti il Consiglio per pronunciarsi. Quindi siamo, di nuovo, all’approssimazione normativa più assoluta. Senza entrare, naturalmente, nel merito del pronunciamento del Tar, o di quello eventuale del Consiglio di Stato, che potrà confermarlo ma anche sospenderlo/ribaltarlo.
La domanda 2 (chi vincerà?), a questo punto, è naturalmente pura accademia. Eppure la comunità politica piemontese è già in fibrillazione, a cominciare dai potenziali candidati alla carica di ‘governatore’ del Piemonte (Chiamparino dimissionario dalla Compagnia Sanpaolo per candidarsi? Tra lui e Fassino, il centro sinistra piemontese ha proprio deciso di rinnovarsi in maniera totale: rivoluzionari!), fino alle candidature di casa nostra, di cui è prematuro parlare, ma rispetto alle quali già si intravvedono i primi posizionamenti, da una parte come dall’altra. Anche se il modo di dire è ampiamente superato, perchè ormai, con i 5 Stelle, i ‘forni’ sono tre, e non più due.
Ma chi vincerà, appunto, o vincerebbe? A spanne: meno gente va a votare, e più il centro sinistra (ossia l’unica parte politica che ancora è in grado di mettere in pista una parvenza di organizzazione) è favorito. Man mano che la partecipazione avanza, invece, cresce Grillo. E il centro destra? E’ la vera incognita (e non solo alle eventuali regionali: anche alle strasicure europee): se va in ordine sparso, rischia di schiantarsi. Ma all’orizzonte da quelle parti c’è ancora una volta, da qui a maggio, la variabile Berlusconi: lo arresteranno? Andrà ai servizi sociali o ai domiciliari? Il vero scandalo sarebbe se non succedesse, trattandosi di condanna ormai definitiva: ma state certi che, qualsiasi cosa succeda, Silvio saprà utilizzare l’evento a proprio vantaggio, e richiamare le truppe alle armi. Con risultati ad oggi imprevedibili.