Mauro Cattaneo è un volto noto per chi segue con attenzione la politica locale, ma anche in senso più ampio l’impegno civico, nelle sue varie forme, a partire dall’ambiente. Con il recente rimpasto di giunta a Palazzo Rosso, però, il consigliere comunale del Pd (in quella veste già intervistato in passato dal nostro magazine) si è ritrovato ‘promosso’ assessore: e con deleghe solo apparentemente ‘fighette’ e intellettuali, come Innovazione o Coesione sociale. Perché invece, a guardare con un po’ più di attenzione nella ‘scatola’ delle sue competenze, si scopre ad esempio che spettano a Cattaneo ‘rogne’ tutt’altro che marginali di questi tempi, come il lavoro (che non c’è), e soprattutto la casa: a partire dall’emergenza dei senza tetto e degli sfrattati già ‘esecutivi’, che ad Alessandria non sono più da tempo questioni marginali, e risolvibili con soluzioni ‘ordinarie’. Insomma, Cattaneo certamente nei prossimi mesi non avrà troppo tempo per distrarsi, e se ne rende conto, tanto che, da gennaio, è in aspettativa dal suo ruolo di funzionario della Camera di Commercio, e ‘di stanza’ a tempo pieno a Palazzo Rosso. Con quali progetti, ce lo facciamo raccontare in questa chiacchierata. In cui però, naturalmente, non possiamo fare a meno di dare uno sguardo anche a quel che succede (o non succede) nella ‘pancia’ del suo partito, il Pd: dove per lui, civatiano della prima ora, i motivi di soddisfazione ultimamente non mancano.
Mauro Cattaneo: assessore per caso, per senso del dovere o che altro?
(ci guarda perplesso, e medita prima di rispondere…ndr) Certamente non per calcolo, o per progettualità, diciamo così. Nel senso che al mio rientro in consiglio comunale nel 2012 dopo una lunga assenza (Cattaneo fu consigliere comunale per i Verdi più di vent’anni fa, giovanissimo ambientalista nell’Italia di fine prima repubblica, ndr), nelle file del Partito Democratico a cui sono iscritto dal 2009, non mettevo davvero in conto di assumere impegni amministrativi diretti. Poi come sono andate le cose in giunta lo sappiamo, e ad un certo punto, dopo voci che si sono ‘inseguite’ per settimane, è arrivata la proposta ufficiale da parte del sindaco.
E lei ha accettato senza esitazioni?
Ci ho pensato un week end, e ho detto sì. Ben sapendo che si tratta di un percorso ad ostacoli, e per nulla ‘popolare’, di questi tempi. Però non si può neanche nascondersi quando ti viene richiesto un impegno diretto. E non è vero che non si può fare più nulla: qualcosa si deve fare per forza, se vogliamo evitare la deriva degli enti locali. Anche se, certamente, la quasi totale mancanza di risorse è un ostacolo: ma le idee, almeno quelle, si può provare a tirarle fuori, e a realizzarle.
Ecco, appunto: partiamo da quelle, e da questa fantomatica innovazione degli enti locali: se ne parla tanto, ma poi…..
Ma no, anche questo è ingeneroso, non generalizzerei. Se guardiamo ai comuni di 10 anni fa, e a quelli di oggi, non si può dire che passi in avanti non ci siano stati: semmai da un lato c’è la desertificazione progressiva delle risorse, decisa dallo Stato centrale. Dall’altro il fatto che l’innovazione è andata avanti, sì, ma a macchie di leopardo…
E Alessandria non è che sia in primissima fila, per tante ragioni. E’ così?
Mettiamola in positivo: ossia, guardiamoci attorno e cerchiamo di capire cosa si può fare, qui e ora. Dico, ad esempio, che a Rimini (quindi in fin dei conti non su un altro pianeta) la macchina comunale già oggi utilizza in maniera evoluta il web, e i social network, per fare un salto qualitativo sul piano della comunicazione con l’esterno, nella relazione con i cittadini. Allora: a risorse da spendere siamo a zero, d’accordo. Ma il personale del comune c’è, e non faccio retorica se dico che, in buona parte, si tratta di professionalità eccellenti, e poco utilizzate.
E quindi?
Quindi, naturalmente sul fronte di mia competenza (ma anche cercando un confronto e un’interazione continua con gli altri assessorati: o si fa gioco di squadra, o non si va da nessuna parte), vorrei riuscire, e rapidamente, a fare in modo che l’Urp possa essere una porta di ingresso e un canale di ascolto non solo fisico, ma anche virtuale. Sempre a Rimini, i cittadini utilizzano facebook per segnalare lampadine di lampioni bruciati, buche nelle strade, e altro. Si può fare anche qui, trovando modalità di gestione dei flussi informativi in ingresso, e in uscita, affinché l’interazione con l’ente da parte degli alessandrini sia più rapida e più efficace.
Questo vale anche per la comunicazione, in senso più ampio?
Certamente sì: senza naturalmente voler invadere spazi di competenza altrui, dall’ufficio stampa ad altri settori: ma è evidente che, senza spendere un euro di più (che non c’è!) si possono trovare formule per informare di più, meglio, e in maniera più interattiva. Ma penso anche ad altri servizi: nei giorni scorsi, ad esempio, abbiamo riaperto, con un ufficio nel cortile interno del comune, lo sportello della mediazione culturale, con le tre addette dipendenti di Costruire Insieme, che rappresentano una modalità di comunicazione di servizio assolutamente essenziale.
Dalla comunicazione all’innovazione, il passo è breve?
Beh, mica tanto. Come dice sempre un mio amico, per fare una smart city ci vogliono gli smart citizen: ossia dobbiamo coinvolgere la città, farla crescere e partecipare. Non è facile, e so bene che Alessandria è anche città con tanti anziani, che magari di fronte alla parola innovazione possono addirittura spaventarsi. Ma se si fa comprendere agli alessandrini che innovazione, in tutti i comparti che riguardano i rapporti con il comune, può e deve significare servizi migliori, più rapidi e qualitativi, non potranno che essere d’accordo.
E la partecipazione? Sono anni che se ne parla, con proposte che arrivano sia da sinistra che da destra. Nei fatti, però, si sono chiuse le circoscrizioni (e di fatto smantellate una parte delle relative sedi: resiste, assai utilizzata, la ex Taglieria del Pelo), e non si capisce bene come la giunta Rossa intenda affrontare il tema della partecipazione popolare. Anzi, uno dei maggiori limiti che vi vengono imputati è di esservi ‘chiusi’ nel Palazzo, pur nell’oggettiva emergenza….
Concordo assolutamente sulla necessità di uscire, dal Palazzo, e di confrontarsi in tutte le forme, tradizionali e innovative. Anche il percorso della trasparenza dei dati, avviato nei mesi scorsi, va naturalmente in questa direzione. Ma è vero che non ci si può ridurre a quello, ossia a forme di partecipazione virtuale. Nelle prossime settimane vorrei, su questo fronte, aprire con i consiglieri comunali e con la città un confronto vero: torniamo ai consigli di quartiere, con forme di coinvolgimento gratuito dei cittadini? Puntiamo anche su altre formule? Anche qui, se serve copiamo da altri, senza vergognarcene, anzi. A Novara il comune ha avviato forme di collaborazione con associazioni a cui ha affidato l’incarico di sviluppare attività di sostegno, proposta, revisione critica dell’attività dell’amministrazione. Lo so perché un paio di persone coinvolte in quel progetto sono tra l’altro di Alessandria: per cui approfittiamone, cerchiamo di capire come funziona, e se è un progetto ‘clonabile’. E poi valorizziamo le reti di strada come quella di via Trotti/Bergamo, o i comitati cittadini come quello del Borgo Rovereto, che possono dare un contributo importante, al di là dell’organizzazione di singole feste o eventi.
Assessore, ci faccia capire meglio: sta parlando di un coinvolgimento della comunità, nelle sue diverse articolazioni territoriali, a titolo gratuito nel rilancio della città, o anche di consulenze professionali per realizzare progetti nuovi, che necessitano di competenze specifiche?
Non sono contrario alle consulenze, quando servono davvero, e portano valore aggiunto. Ma in questa fase dobbiamo in linea di massima muoversi in una logica di coinvolgimento gratuito, di volontariato sociale in cui il comune svolga una imprescindibile funzione di coordinamento, e dove serve crei le condizioni perché singoli gruppi di cittadini possano operare al meglio.
Quindi il ragionamento ci porta direttamente ad un’altra delle sue deleghe, ossia il volontariato…
Esatto….e qui chi mi ha preceduto, ossia Gianni Ivaldi, ha lavorato ottimamente, riattivando la Consulta delle diverse associazioni, e rivitalizzando un comparto che ha enormi potenzialità ed energie. Da lì arriverà, ne sono certo, un contributo decisivo.
Ed eccoci ad una vera emergenza, assessore Cattaneo: i servizi sociali, e la casa in particolare…
Ocorre in primo luogo essere seri sul fronte delle procedure. Non c’è niente di peggio, quando già sei in grande difficoltà, che sentirti ‘rimbalzato’ da uno sportello all’altro, come un peso da scaricare a qualcun altro. Quindi deve essere chiarissimo a tutti a chi indirizzare ogni singolo caso, in un rapporto molto stretto tra i diversi assessorati, il Cissaca, e le diverse associazioni del settore. Esiste per fortuna uno strumento operativo essenziale ed efficiente, che si chiama Osservatorio sociale, e che nacque nel 2003 come Tavolo delle povertà. L’organismo ha avuto naturalmente una sua evoluzione nel corso del decennio, e oggi vede coinvolti direttamente il Comune con lo Sportello casa, il Cissaca, l’Asl con il Sert, e poi privati che operano nel settore con grande incisività, come Caritas, Comunità di S. Benedetto, cooperativa Coompany &. L’Osservatorio è un punto di riferimento imprescindibile, e i dati 2013 ci dicono che la casa è una vera emergenza ormai, per Alessandria: a fronte delle 130 domande di emergenza abitativa presentate nel corso dell’anno il Comune e l’Atc hanno potuto mettere a disposizione soltanto 45 alloggi. Il che, è chiaro, crea una fascia di disagio che tende ad aumentare, e che va a sommarsi a tutti quei casi di disperazione che trovano assistenza e aiuto per fortuna, soprattutto in queste settimane di freddo invernale, nelle strutture maschili e femminili (il nuovo dormitorio di Spalto Marengo, con 16 posti letto) gestite dalla Caritas. Il sindaco ha segnalato più volte la situazione alla Prefettura. Credo che un tavolo permanente tra Comune, Prefettura e Atc dovrebbe gestire il problema sfratti e aiutarci ad affrontare una situazione di disagio sempre più esplosiva.
Il lavoro operativo non le mancherà, assessore. Ma chiudiamo con una breve analisi politica, sull’universo Pd: c’è chi sostiene che il partito, in questa prima parte di mandato Rossa, non è che si sia prodigato più di tanto per sostenerla….
Analisi ingenerosa. Ma è vero che il Pd ha attraversato un anno particolare, a livello nazionale e quindi anche locale. Ora, con le nuove indicazioni emerse dalle primarie, tutti si attendono un bel cambio di passo, inutile negarlo.
Da civatiano doc, lei gongola. Renzi lo ha ricordato a Civati, la sera della vittoria: da ‘ragazzacci’ della Leopolda, al controllo dell’80% del Pd. Il guaio è che l’apparato, assessore Cattaneo, è ancora quasi tutto di matrice cuperliana, per non dire d’alemiana. E Alessandria non fa eccezione, anzi…
(sorride, ndr) Bisogna sicuramente guardare avanti, a partire dal rinnovo dei segretari regionali, che è prossimo, e sarà anche quello con primarie aperte. E poi naturalmente occuparci delle questioni vere, concrete, e non solo di politica. Il rinnovamento, anche delle persone, verrà come conseguenza, è nei fatti…
Voi civatiani, intanto, avete una new entry di livello: il presidente della Provincia Paolo Filippi, che su facebook ha menato fendenti mica male in ‘campagna primarie’: sarà lui il vostro ariete in Regione?
Posso solo dirle che sono davvero lieti che Paolo Filippi, dopo una fase ipercritica nei confronti del Pd, abbia capito che c’è all’interno del partito lo spazio per fare una battaglia di cambiamento vero, al fianco di Civati. Se poi il presidente della Provincia tornerà ad iscriversi al Pd, e si giocherà le sue carte, deve chiederlo a lui: certamente è una figura di valore, e di ampio consenso personale. Ma segnalo che ‘i civatiani’, come ci chiama lei, in provincia sono un bel gruppo. Qualche nome? Oltre al sottoscritto e a Beppe Monighini, ad Alessandria si sono avvicinati a Civati i consiglieri comunali Paolo Berta e Rossella Procopio, e poi anche il manager Asl Gianfranco Chiazza e il ‘mitico’ sindaco di Mirabello Luca Gioanola. Uno che non ha bisogno di presentazioni, anche a livello extra alessandrino. Ma anche Aureliano Galeazzo ad Acqui, Carmelo Ciniglio a Tortona, i consiglieri comunali novesi Andrea Vignoli e Alfredo Lolaico, e a Casale il già assessore Riccardo Revello. Ma anche diversi altri che ora mi sto dimenticando, e spero non se la prendano: siamo un gruppo di persone accomunate dalla voglia di politica pulita e trasparente, e cercheremo di fare la nostra parte con impegno e correttezza, da cittadini che si confrontano costantemente con altri cittadini.
Ettore Grassano