Spettabile Redazione,
seguo sempre con molta attenzione i vari articoli e le varie diatribe e opinioni sui servizi pubblici e sui loro dipendenti.
A tal proposito ci tenevo a sottoporre all’attenzione dei lettori una lettera di un Collega Precario dei Centri per l’Impiego della Provincia di Perugia in risposta alla trasmissione Ballarò della settimana scorsa, e cercare di capire quali siano le differenze e le opinioni in merito ai Servizi dei Centri per l’Impiego della Provincia di Alessandria.
In Provincia di Alessandria, in particolar modo nella città capoluogo, la crisi incombe inesorabile e questo periodo storico mette in maggiore evidenza quelli che sono i difetti sia del settore pubblico che di quello privato.
Prima nota dolente il precariato (l’autore della lettere è un precario dal 2001), specie, ahimè, estinta nei Centri Impiego della Provincia di Alessandria dal 31/12/2012 (scadenze ultimi contratti).
Come si evince dalla lettera, i Centri Impiego soddisfano (su media nazionale) una percentuale bassa di occupazione e sicuramente il sistema pubblico ha le sue colpe e andrebbe riformato, ma la colpa è solo e semplicemente del settore pubblico?
Le agenzie interinali in questo periodo soddisfano veramente molte più richieste dei CPI?
Le varie aziende del territorio conoscono i servizi che potrebbero avere a disposizione e ne usufruiscono?
Ne usufruisce un basso numero perché non c’è richiesta di personale o perché non si conoscono a fondo i servizi o perché non ci si fida del servizio pubblico?
Vi sono poi alcuni aspetti negativi del nostro territorio che sicuramente non sono di aiuto all’occupazione come ad esempio gli ultimi fatti di cronaca di lavoro nero nel Tortonese e nel Valenzano; una piaga sociale che proprio in questo difficile periodo si diffonde inesorabilmente.
Altro aspetto che non gioca a favore dell’occupazione è la crisi delle aziende e il ricorso sempre più diffuso alla Cassa Integrazione.
Dal mio piccolo punto di vista credo che ci possano essere molti margini di miglioramento sia nel settore pubblico che in quello privato, ma sono convinto che per arrivare a qualche risultato occorra la partecipazione di tutta la collettività e una maggiore fiducia nei servizi a disposizione; sono convinto che molti servizi pubblici debbano essere visti dall’opinione pubblica sotto un’altra prospettiva e non unicamente sotto quella dell’inefficienza quando le cose non funzionano o sotto quella del “e io pago” per tutte le tasse o ancora sotto quella della cosiddetta “mucca da mungere” ogni volta sia possibile sfruttare le situazioni a proprio favore.
Quale potrebbe essere il nuovo punto di vista?
Quali potrebbero essere le soluzioni?
Antonio Francica
Dipendente presso un Centro Impiego della Provincia di Alessandria