E’ un grande omaggio all’anima travagliata di Edward Munch, la retrospettiva che Palazzo Ducale di Genova gli dedica fino al 27 aprile in occasione del 150° anniversario della nascita, caduto il 12 dicembre 2013, con circa ottanta opere provenienti da musei norvegesi e collezioni private, fra dipinti, opere grafiche e incisioni su legno, selezionate dal curatore, il direttore della Pinacoteca di Parigi, Marc Restellini.
Forse non la si può definire da ‘urlo’ , visto che l’opera più famosa dell’artista norvegese, simbolo delle angosce dell’uomo moderno e che gli è valsa fama mondiale, non e’ presente, ma sicuramente una mostra ‘da brivido’ la si può considerare, vista l’emozione che si prova sostando nella seconda sezione di fronte alle ‘incisioni dell’anima’di Munch, per le quali vale sicuramente la pena di un viaggio (e della scortesia nell’accoglienza dei giornalisti da parte dell’ organizzazione).
Vi è mistero, seduzione, visione onirica, morte, passione, desiderio, inquietudine nella visione della donna da parte di Munch, che sia raffigurata nuda come un vampiro, a mordere il collo dell’uomo, che sia come madonna dai lunghi capelli neri, con il viso reclinato nell’espressione dell’estasi e della perdizione: donne incise nel legno, scalfite in un ‘canto dell’odio’ infinito, diaboliche creature che inneggiano alla morte e al dolore. Esse parlano delle storie d’amore travagliate vissute dall’artista, come quella con Tulla Larssen, che volendo farsi sposare si era spinta a un falso suicidio, inscenando una veglia funebre nella bara per poi sparare all’amante un colpo di rivoltella, mozzandogli un dito, o di altri tragici fatti di cronaca che hanno come protagonisti donne diaboliche. Per Munch la madonna è la donna, misto di sacro e profano, dalla sessualità misteriosa e insondabile. L’uomo ha nei confronti dell’essere femminile un senso di consunzione, di disfatta.
Le opere Vampiro II, gelosia, Donna in nero e le bellissime Madonna e Madonna con spermatozoi ben illustrano questa torbida visione del femminile. I colori usati sono i neri perlacei a pennellate stratificate e i rosso sangue, come nell’aureola della Madonna, l’opera più importante della mostra ed il suo simbolo.
Provato da lutti e malattie in famiglia, Munch stesso si raccontava circondato da angeli neri come corvi fin dall’età della culla. L’artista, che si potrebbe definire come il contrario di quanto si era visto e conosciuto fino ad allora, si opporrà a tutto e tutti in una logica quasi anarchica che non conosce regole. Grazie a questa capacità di andare ‘oltre’, riuscirà a proporre con una forza senza pari una potente esplorazione introspettiva dell’essere umano, anticipando movimenti letterari e scientifici, come la psicanalisi di Freud. Frequentò l’accademia di belle arti di Oslo, distinguendosi per il notevole talento e , nel periodo norvegese, l’ambiente bohémien di Cristiania insieme ad Ibsen, il drammaturgo, per poi soggiornare prima a Parigi dove seguì gli impressionisti ed i post impressionisti, maturando grande ammirazione per Vincent Van Gogh, e poi a Berlino.
Dal naturalismo passò all’impressionismo, superò il simbolismo per essere l’avanguardista dell’espressionismo: nei suoi bellissimi paesaggi, la natura si fonde nello stato d’animo dell’artista, superando la realtà e velandosi delle sue potenti malinconie…
Ne parlano, in mostra, i paesaggi delle sezione dedicata alla ‘natura che non urla’, quali Tronchi robusti nella neve, dove alberi ed ombre si alternano in movimenti drammatici. Dal 1894 Munch si dedicò alle incisioni, alle litografie e alle xilografie e studiando la stampa e l’interazione tra i diversi materiali realizzera’ opere assolutamente innovative. Da quel momento la pittura diviene bozza preparatoria per la vera opera, l’incisione. Nell’ultima parte della vita, Munch ritornò in Norvegia e si ritirò a vivere come un eremita in preda alle sue ossessioni di morte.
Le sezioni in mostra sono otto. E’ interessante anche quella dedicata ai ritratti nei ‘volti che vibrano’, ma la parte piu’ sorprendente e molto affascinante è quella di accostamento a Warhol.. con una vera e propria mostra nella mostra, in un ambiente reso suggestivo dall’allestimento con il colore violaceo delle pareti. Sono esposte sei opere serigrafiche che reinterpretano in chiave pop il genio dell’introspezione. Interessante soprattutto la serigrafia dedicata ad Eva Moducci, la violinista modella per le Madonne di Munch che da bellezza di fine ottocento diviene icona degli anni 80 del novecento.