Di giovani ci occupiamo da sempre, come tutti gli altri media locali e nazionali. Spesso, però, la tendenza è trattarli come un argomento da dibattito, senza sforzarsi di capire davvero chi sono, cosa pensano, a quali valori si ispirano e quali progetti hanno per il loro futuro. Obiettivi che si raggiungono non ‘analizzandoli’ come cavie di laboratorio, o parlando di loro come fossero noi (che giovani non siamo più, se non ‘in spirito’, e solo nei giorni ‘buoni’), ma dando loro spazio e voce.
“Guardi che i 25 enni e i 20 enni sono già due mondi diversi”, mi ha detto una studentessa universitaria alessandrina di cui pubblicheremo intervista nei prossimi giorni. E alla domanda su cosa pensassero della politica, la stessa studentessa e altri suoi coetanei hanno fatto una ‘smorfia’ che è già risposta esaustiva.
Per chi è ormai abituato a sentirsi definire ‘giovane’ fin dopo i quarant’anni, provare a confrontarsi con il mondo dei ragazzi veri è allora una sfida divertente, e piena di stimoli. E deve essere anche un campanello di attenzione, e di riflessione.
AlGiovani, la nuova sezione del nostro magazine che inauguriamo oggi, si propone quindi, molto semplicemente e senza troppa enfasi e retorica, di aprire una finestra ‘operativa’ sul mondo dei ragazzi, e delle ragazze, del nostro territorio.
Per capire chi sono, e farli parlare. Per ‘stanarli’ anche, in qualche modo, e capire cosa pensano, e come vivono ad Alessandria e dintorni. Sono davvero ‘scoraggiati’ e apatici, consumatori senza ideali e senza progetti, come li descrivono gli adulti nelle loro inchieste, analisi, rilevazioni statistiche?
Ci viene in mente il romanzo Gli sdraiati, di Michele Serra, tanto osannato in queste settimane, e che a noi, invece, è parso il mero ‘esercizio di stile’ di un adulto smorbio, per altri adulti smorbi. E per fortuna tra alessandrini non dobbiamo tradurre il senso dell’aggettivo. Serra finge di parlare dei giovani, e del figlio ventenne in particolare, ma parla ancora e sempre di se stesso, da intellettuale di sinistra sessantenne compiaciuto dei propri fallimenti (che tali non sono, ovviamente, almeno a livello di affermazione sociale), a partire dall’incapacità persino di essere padre. I nostri vecchi, uno che avesse allevato un figlio come quello che Serra descrive (e che non è affatto detto sia così nella realtà), lo avrebbero liquidato con un ‘ha quello che ha saputo allevare, e che si merita’. Stop.
Ma non è di brutti libri e di finti maîtres à penser dei nostri tempi sbandati che ci occuperemo in AlGiovani, tranquilli.
Racconteremo invece opportunità, idee, progetti, esperienze, iniziative e anche ‘scazzi’ dei giovani alessandrini, puntando a coinvolgerli, e a farci ‘contaminare’ da loro. Non per ‘fare i giovani’ a nostra volta, ma per cercare di capirli, e di interagire ‘in presa diretta’. Seguiteci, e inviateci stimoli e suggerimenti!