Lo dico e lo scrivo forte e chiaro. A me le quote rosa suscitano un’antipatia naturale che sfocia in profonda avversione. E’ come se ci avessero creato una categoria protetta in cui infilarci per far vedere al mondo che esistiamo, che siamo presenti, che partecipiamo, che contiamo, che non c’è alcun motivo di preoccuparci, perché l’era delle differenze, delle discriminazioni è finita. Sorridi, bellezza: ci sono le quote rosa.
Al contrario, io la ritengo la VERA discriminazione: niente corsie agevolate, please, voglio essere scelta per le mie capacità, la mia professionalità, per le mie competenze. Voglio essere scelta se – e solo se – migliore o più adatta ad un determinato ruolo rispetto ad un altro uomo o un’altra donna. E a chi mi parla di male necessario, di fase di transizione, di obiettivi intermedi, rispondo che la vera rivoluzione sarebbe un cambiamento radicale e livello culturale, non la creazione di poltrone di fila utili solo a lavare coscienze e a fare immagine. Oltretutto, lo possiamo vedere con i nostri occhi che le quote rosa non sempre danno ottimi risultati. Prendiamo la politica, per esempio: le quote rosa hanno creato dei mostri – questi sì, assolutamente trasversali – e raramente sono sinonimo di competenza, qualità, e soprattutto reale partecipazione.
Dobbiamo arrivare, mie care colleghe del gentil sesso, a sfondare ‘sto benedetto glass ceiling con un pugno: parità di stipendi, poltrone nei posti che contano, bastone del comando.
Sapete cosa mi piace di Parigi, tra le tantissime cose per cui la amo? Il fatto che sia la città più femminile di Europa. E vi assicuro che le quote rosa non c’entrano. Mi piace leggere del duello tra le due sfidanti alla carica di sindaco. Due donne di ferro, di gran cultura, di gran classe, che si sfidano elegantemente a colpi di programma: si tratta di Anne Hidalgo (foto a fianco), socialista dal sangue latino e di Nathalie Kosciusko-Morizet (foto sotto), ex ministro dell’ecologia del governo Sarkozy, che incarna una destra aperta e cosmopolita.
Mi piace che il capo della polizia di Parigi, da pochissimo tempo, sia diventata una donna, la dottoressa Monteil. E’ la prima donna nella storia francese a ricoprire una carica del genere. Mi piace che Madame le Rabbin di una delle comunità ebraiche più importanti della ville sia una giovane donna dagli occhi profondi e neri: Delphine Horivelleur.
A questi modelli dobbiamo guardare, ragazze, altro che accontentarci di una poltrona riservata in seconda fila.