Stamina 2, la vendetta [La coda dell’occhio]

Zoccola Paolodi Paolo Zoccola

Ci avevano provato la prima volta, con sfoggio di presunzione scientifica e arroganza burocratica, a bocciare il metodo Stamina. Incuranti della volontà dei genitori che avevano visto i loro figli migliorare a vista d’occhio, incuranti delle testimonianze di sanitari e specialisti. Incuranti sopra tutto di ogni senso di pietas che dovrebbe presiedere alla categoria dei ‘farmaci compassionevoli’. Hanno assorbito la botta del Tar del Lazio che ha intimato di sostituire il gruppo di esperti nominato dal ministro perché abbandonatisi a commenti di evidente pregiudizio.

Hanno assorbito e preparato in silenzio la vendetta, mentre le famiglie e gli ammalati manifestavano davanti a Montecitorio. Vendetta per la quale non hanno risparmiato mezzi inviando i carabinieri agli Spedali di Brescia (centro fra l’altro di riconosciuta eccellenza per il trapianto di midollo osseo), spargendo la paura tra medici e ricercatori, ma ignorando il parere di quei pochi scienziati che hanno invitato all’umiltà di fronte a manifestazioni che la scienza ufficiale non riesce aTrasmissione televisiva "Annozero" spiegare. Schierando in prima linea il ministro Lorenzin (nella foto), una di quelle donne che vanno di moda ora, di quelle donne ‘cazzute’ come Lagunari, che agitano i pugni chiusi per rafforzare il loro dire mentre non abbandonano neanche per un attimo il sorrisino compiaciuto di chi è sicuro di essere dalla parte del giusto e del buono, rafforzato dall’evidente piacere di rappresentare il potere, fino a spingerla a rispondere a una mamma implorante che sua figlia avrebbe ricevuto altre cure compassionevoli, ma la Stamina no!

Non ho nessun titolo per esprimere un parere scientifico. Le mie informazioni derivano dai giornali e da internet e da qualche isolata voce come quella della giornalista Gaia Locati che su ‘Il Giornale’ conduce un blog informatissimo e combattivo sui tumori al seno e, da alcuni mesi, sul metodo Stamina. Rimando al suo puntuale controcanto chi vuole approfondire il problema.

Quello che con la coda dell’occhio mi sembra di percepire è però un modello di comportamento che già abbiamo già visto in azione al tempo della cura Di Bella, la cui sperimentazione, voluta dalla Bindi, è finita nelle soffocante regia del disprezzo dei sanitari di tutta Italia, con qualche rara eccezione, per i malati che avevano scelto di farsi curare secondo quel sistema invece di affidarsi docilmente alle terapie della chemio e delle radioterapia che in molti ritengono provocare più danni che benefici e la cui introduzione dati comunque da cinquant’anni, mentre il numero dei malati di tumore continua ad aumentare e la Ricerca, con la erre maiuscola, ammette ormai esplicitamente che l’unica strada percorribile è quella della cronicizzazione del tumore e non quella della guarigione definitiva. Un po’ come succede per l’Aids che ormai viene ‘contenuto’ ma non guarito, col risultato di un numero crescenti di malati costretti a imbottirsi di farmaci a vita.

Anche qui nessuna pretesa di dare giudizi scientifici. Soltanto sollevare qualche dubbio, magari ponendo qualche domanda sul perché un quota sempre crescente di ammalati ormai sceglie in tutto il mondo di rifiutate le cure dei medici ‘ufficiali’ per affidarsi alle cure alternative che prediligono un approccio meno invasivo alla malattia. E perché poi in Francia e Germania la mutua accetta le prescizioni di medicinali omeopatici e in Italia no? Cuius regio eius religio… e statevi buoni che ci pensano loro.

L’umiltà dei grandi scienziati ben consci che ogni scoperta non è mai definitiva ma soltanto una tappa temporale nella eterna lotta alla malattia, scarseggia sempre di più. Cuius regio eius religio… e statevi buoni che ci pensano loro.