Urbi et Orbi [Il Citazionista]

papa-francescodi Andrea Antonuccio.

«La vera pace non è un equilibrio tra forze contrarie, non è una bella “facciata” dietro alla quale ci sono contrasti e divisioni […] La pace è un impegno di tutti i giorni, la pace è artigianale e si porta avanti a partire dal dono di Dio, dalla sua grazia che ci ha dato in Gesù Cristo: guardando il Bambino nel presepe, bambino di pace, pensiamo ai bambini che sono le vittime più fragili delle guerre, ma pensiamo anche agli anziani, alle donne maltrattate, ai malati… Le guerre spezzano e feriscono tante vite!»
Papa Francesco, benedizione Urbi et Orbi, 25 dicembre 2013

Nella sua prima benedizione Urbi et Orbi, papa Francesco ha parlato di pace. La pace che il papa individua come “vera” mi sembra abbia due caratteristiche principali. La prima, è che la pace non serve solo a regolare i grandi conflitti mondiali. Il papa dice chiaramente che si tratta di qualcosa che ci tocca tutti, nel quotidiano: “La pace è un impegno di tutti i giorni, la pace è artigianale”. Quanto mi è sembrata vera questa frase, in queste festività natalizie. Mi sono accorto di desiderare la pace, da e verso amici e nemici, belli e brutti, vicini e lontani. C’è forse qualcuno tanto fortunato (o presuntuoso) da poter dire di non averne bisogno?

Secondo aspetto. Per papa Francesco la pace ha un’origine storicamente individuabile. Essa nasce da altro da noi, “a partire dal dono di Dio, dalla sua grazia che ci ha dato in Gesù Cristo”. La pace nasce da quel bambino nato duemila anni fa, di cui ancora oggi si festeggia la nascita. Senza il riconoscimento di questo punto sorgivo, nel migliore dei casi la pace è un rammendo sopra le nostre cattiverie. Dura quel che dura, e poi si ricomincia.

Certo, bisogna essere temerari per affermare che la pace arriva da un altro, per di più trascendente (e dunque un Altro, con la maiuscola). Oltretutto, trattasi di un trascendente che ha un nome e un volto, quello di Gesù Cristo, e pretende di essere fonte di pace per tutta l’umanità. Eppure, osservando senza pregiudizi come sta andando il mondo di oggi, si può cogliere che quella del papa è un’ipotesi da verificare. Sempre che non si preferiscano i dittatori amici del popolo, o i Nobel per la pace che bombardano. Urbi et Orbi.