Artigiano in pensione, classe 1949, Franco Dell’Alba fa politica attiva dall’alluvione del 1994, quando aderisce ai primi “moti” di protesta. Finisce poi nella Lega, che abbandona nel 2000 perché, citiamo testualmente, “mentre io lottavo per ‘padroni a casa nostra’, loro diventavano padroni a casa mia”. A seguire, mille avventure con altrettanti gruppuscoli e cenacoli intellettuali, rincorrendo il sogno di quella democrazia diretta che alla fine scopre nel Movimento 5 Stelle, di cui diventa simpatizzante. Dopo aver partecipato a diverse battaglie politiche e civili, in questi giorni si è schierato apertamente a fianco del movimento dei forconi. Buona lettura!
1) Franco, tu conosci bene la situazione del commercio alessandrino. Il destino è, per così dire, segnato?
Essere etichettati come pessimisti, se non catastrofisti, è facile, ma io preferisco definirmi realista. Penso che il futuro del commercio sia nelle grandi distribuzioni e nelle grandi firme; poi resteranno negozietti in mano agli stranieri, che non hanno ancora assaporato il nostro tenore di vita, non hanno problemi o scelta ad essere sfruttati e pagati miseramente. Così come non hanno problemi con il fisco e con tutti i balzelli che ci opprimono. Tutti sappiamo sia delle assurde agevolazioni che delle mille gabole con cui si evita di pagare il dovuto e poi si mandano i guadagni nei loro paesi d’origine. Tutto questo crea una concorrenza assolutamente insostenibile se non si prendono seri provvedimenti. Per gli artigiani il problema non è molto diverso, da un lato balzelli e vessazioni con chi è in regola e dall’altro una concorrenza anche lì selvaggia da parte di stranieri e italiani che o fanno i “furbi” o evadono per sopravvivere. La soluzione? Per il commercio contrastare la grande distribuzione mettendo seri e veri paletti, poi tenerla fuori dai centri urbani per dare fiato a quelli in città. Ma lo Stato, come sempre, è forte con i deboli e debole con i forti. L’ultimo esempio, che ha il sapore della beffa (ma in realtà lo considero un gesto violento ed efferato), è quello delle autorizzazioni a procedere nell’area dell’ex-Zuccherificio. Lì c’è una bomba politica gigantesca che, mi auguro, qualcuno faccia esplodere per tempo. In questo senso il vostro ruolo di giornalisti dovrebbe essere estremamente utile per portare alla luce quanto stà accadendo.
2) Veniamo a una delle eccellenze del territorio, la Cittadella. Sul suo futuro in questi mesi si sono succedute molte proposte da diverse parti politiche. Poi è arrivata la presa di posizione del Demanio, proprietario della fortezza, che con un bando vorrebbe concedere la Cittadella al miglior offerente, anche privato. Tu come la vedi, e a questo punto che cosa si potrebbe realisticamente fare per salvare il salvabile?
Credo che sia sotto gli occhi di tutti che, ancora una volta, la politica ponga una barriera tra il dire ed il fare che crea un danno enorme. Come ricorderete ho lanciato una proposta, quella de “l’assalto alla Cittadella” che aveva come scopo quello di ripulirla completamente dal verde che la soffoca e, nel contempo, dare un forte segnale di appartenenza alla città e di attenzione. E’ caduto nel vuoto, nessuno, a distanza di due mesi, che si sia fatto vivo per sollecitare il prosieguo o farlo suo. Così, mentre si fanno mille chiacchiere, la Cittadella continua a disgregarsi. Pozzuoli è lì ad insegnarci che siamo in mano a dei folli. Il Demanio ha responsabilità enormi in questo come li ha la Sovrintendenza che, puntualmente, interviene quando crolla un muro e non prima. Per ammissione dello stesso Bologna, Capo della Protezione Civile Piemontese, si potrebbe intervenire subito e, udite udite, a costo quasi nullo. Accanto a loro le Associazioni d’arma che già si erano rese disponibili, penso anche ai pompieri, all’eservito, insomma le possibilità ci sono tutte e a costi bassissimi, manca la volontà politica, e questo lo trovo socialmente ed economicamente criminale.
3) Parliamo un po’ del movimento dei “forconi”. Potremmo paragonarli a dei 5 Stelle più incazzati?
Sì, l’accostamento, a mio avviso, ci sta tutto, e non è un caso che tra molti dei presenti in piazza ci fossero tanti “grillini”. Sono arrivato ad ipotizzare una sorta di “braccio armato”, ovviamente in senso metaforico, del Movimento 5 Stelle. Un movimento, nella mia speranza, che aiuti con la piazza ciò che fanno gli altri in Parlamento. Ma il problema vero, e lo scrissi sin da subito, è che non c’è ancora quella tensione sociale necessaria perché queste forme di protesta attecchiscano. Il clima non è ancora maturo, direi che potremmo definire queste manifestazioni come “prove tecniche” di una rivoluzione probabile e possibile in un prossimo futuro. La scommessa è tra lo scoppio di una rivoluzione culturale determinata ma non violenta che produca una destabilizzazione controllata ed una instaurazione di un sistema politico assolutamente e veramente democratico, che abbia, alla base, forme di democrazia diretta sul modello svizzero; e, invece, una rivoluzione classica e quindi violenta, che otterrebbe effetti poco duraturi e sostituirebbe un potere con un altro sino ad evolversi in restaurazione.
4) A proposito di 5 Stelle, tu sei un militante coinvolto nel Movimento qui ad Alessandria. Che cosa rispondi a chi vi accusa, sia a livello nazionale che locale, di essere bravi solo a opporvi senza volervi assumere anche responsabilità di governo?
Io sono un simpatizzante fiancheggiatore del Movimento, lo appoggio e lo sostengo per quel che posso e valgo, per quanto attiene la mia fede, ossia la Democrazia Diretta. Detto questo è assolutamente falso che il movimento sappia solo protestare, è un’etichetta che fa comodo ai detrattori. Ma esistono decine e decine di proposte di legge che, puntualmente, vengono bocciate. Esiste un programma ben articolato che viene ignorato.Esistono in tantissime città, Alessandria ne è un esempio, consiglieri comunali e gruppi attivi di militanti, che si battono come leoni ma vengono regolarmente ignorati sia dai media che, soprattutto, dalle istituzioni. Ordini del giorno rinviati sine die, commissioni che slittano o si perdono in chiacchiere inutili, mozioni ed interpellanze che non vengono minimamente prese in considerazione. Siamo al paradosso che tutte le opposizioni vogliono le dimissioni del sindaco e quando i 5 Stelle le chiedono nessuno firma. Se non è prendere in giro i cittadini questo, cosa lo è? Cito l’ultima delle iniziative più eclatanti: la proposta di legge sul reddito di cittadinanza. Siamo tra i tre Paesi (su ventotto) che ancora non lo hanno istituito. No, il Movimento c’è e lavora con impegno. Credo, semmai, che non basti… che il Parlamento, così come è strutturato, altro non serva che per creare una trappola di cartacce e chiacchiere in cui annegare le istanze di chiunque, mentre il potere vero risiede altrove.
5) Un anno fa, Grillo scrisse sul suo blog questa frase: “Chi pensa che sia antidemocratico vada fuori dalle palle”. Mi ricordo che tu desti subito dopo le dimissioni dai 5 Stelle. Che cosa ti ha fatto ritornare sui tuoi passi? Ti sei per caso chiarito con Grillo?
Le dimissioni le ho date ma non sono state accettate e, del resto, non credo sia importante il Bollino Blu per dare il proprio contributo nelle cause in cui si crede. No, io sono un illustre signor nessuno e pretendere che Grillo in persona si chiarisca con me non me lo sono mai nemmeno sognato. A me preme che sia chiara per gli amici del Movimento locale la mia posizione che è quella di sempre: io credo che ci sia del buono in questo Movimento, credo ci siano tantissimi giovani che possono recepire le istanze di Democrazia Diretta e le facciano proprie. Se questo avverrà, e sta già accadendo in molte parti d’Italia, la distonia tra un movimento sinceramente democratico ed uno a gestione padronale verrà eliminata. Le richieste di una piattaforma informatica che consenta a tutti di poter incidere sulle scelte del Movimento sono fortissime ed in molte realtà già sono operative. Se si uscirà da questa ambiguità allora si potrà sperare in una forza veramente innovativa e rivoluzionaria. Diversamente, pian piano, il fenomeno si sgonfierà e rimarrà una sparuta truppa di fedelissimi a fare la fine del topo a Roma, esattamente come accadde per la Lega. Io sarò al loro fianco, sino a quando ho speranza che avvenga la svolta auspicata.