Chi di voi si sente di fare una scommessa su quali saranno le condizioni (strutturali, e di gestione) della Cittadella tra un anno, a fine 2014?
Dopo qualche mese di proclami, appelli, ‘posizionamenti’ politici incrociati e magari anche un po’ demagogici, oggi il ‘pallino’ sembra essere di nuovo in mano al comune di Alessandria, che ha in questi ultimi anni avuto in custodia la fortezza dal Demanio (proprietario assolutamente ignaro, e ignavo: da quando è stata chiusa, la Cittadella è stata completamente abbandonata a se stessa, emblema stesso dello Stato che ne detiene il controllo), utilizzandola in maniera più o meno estemporanea, e facendo soprattutto i conti con risorse prima scarse, e poi via via scarsissime, e infine inesistenti.
Oggi, mentre gli esperti (e gli appassionati) avvisano che altri 12 mesi di ‘non intervento’ strutturale potrebbero essere fatali al monumento, quante sono le possibilità concrete che qualcosa di serio succeda, nei prossimi mesi? Se già pare un problema burocratico quasi insormontabile (o comunque non ancora risolto) incassare 50 mila euro frutto della vittoria come «Luogo del Cuore» Fai, davvero qualcuno ipotizza che presto qualche privato potrebbe accettare di investire sulla Fortezza alessandrina una cifra importante, anzi importantissima, a fronte per altro di una serie di vincoli rigorosi, legati alla conservazione e al recupero della struttura esistente?
Siamo seri: per quanto in particolare l’assessore Ferralasco si stia muovendo con competenza e determinazione, a noi sembra assolutamente improbabile che esistano, sul mercato, soggetti così munifici, e tutto sommato anche sprovveduti. L’unica reale chance di investimenti di lungo respiro (e di entità adeguata) sulla Cittadella è quella legata al coinvolgimento dell’Unione Europea, magari in connessione con il finanziamento dei progetti 2014-2020. Solo una cassaforte (pubblica) di quel tipo può consentire davvero di pensare a un progetto culturale di livello internazionale, in cui certo poi anche i privati possono essere della partita, ma senza l’onere di trainare il carro da soli (anche perché non potrebbero comunque farne ciò che potenzialmente potrebbe rendere davvero: da un grande parco divertimenti ad un complesso commerciale/residenziale: crisi permettendo).
A meno che, naturalmente, la montagna non partorisca il topolino, e tutti i discorsi sull’affidamento della Cittadella ai privati non si riducano, nei prossimi mesi, ad una gestione gratuita da parte di qualche improbabile, e squattrinato, organizzatore di concerti di star musicali ‘nostrane’. Da Bruce Springsteen a Paola e Chiara, per capirci: sarebbe un amaro ritorno alla realtà, con tutto attorno l’alianto che come un cancro si divora le mura della Fortezza.