di Pier Luigi Cavalchini
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Chiudiamo con gli ultimi rappresentanti della Giunta di Rita Rossa, ultimi solo per la particolare posizione scelta dalla Giunta stessa al momento del rimpasto… non per altro. Dunque… Si parlava, qualche settimana fa, della “migliore delle giunte possibili” almeno per il gruppo che si riconosce nella “proposta del Sindaco” o, se volete, nella Lista del Sindaco, allargata – di fatto – ai rappresentanti dei partiti che ne fanno parte. Elementi (cioè persone fisiche) che hanno condiviso l’ultimo tratto travagliato di “non gestione Fabbio” e che, per dirla in concreto, si sono “preparati a governare” per un lungo periodo. Una gestione che si sta caratterizzando, però, per alcuni tratti negativi, oltre che per tutta una serie di segnali positivi. Tra quelli negativi, la tendenza a socializzare le scelte, a discuterle, a metterle in discussione, solo in ristrettissimi ambiti di potere, a cui si accede solo dopo esame attitudinario di compatibilità al gruppo.
Chi lo fa? Semplice. Sono, di fatto, i partiti che compongono l’attuale maggioranza a provvedere a questa azione di selezione garantendo quindi la “purezza “ della proposta originaria, del “mandato” a cui si attiene il gruppo (o Lista allargata) del Sindaco. Forza del rinnovo della politica, esito della Legge 142 del 1990, necessità (?) di governo delle città. Mah…di sicuro non si incentiva la “partecipazione”.
Una situazione, non so fino a che punto definibile “politica”, che abbiamo già visto con le precedenti gestioni monocratiche della dott.ssa Francesca Calvo, dell’incompresa Mara Scagni, dell’inconsistente Piercarlo Fabbio e ora di Rita Rossa.
Una nuova condizione politica che andremo a sperimentare a breve anche per il livello nazionale e che potrebbe anche piacermi, tanto è vero che ho votato in modo convinto il candidato Renzi alle recenti Primarie PD, basta solo capire “chi fa cosa”, “chi si propone e in alternativa a chi” e soprattutto “con quali punti fondamentali di programma”. Per esempio, per rimanere all’esempio nazionale, bene la pressione su Enti Provincia e sui Partiti “leggeri” (quindi con finanziamenti finalmente chiari e tracciati), bene sulla riforma di Camera e Senato con conseguente dimezzamento di parlamentari, bene sui tagli in origine agli Enti Ministeriali (se verranno fatti…).
Attendo interventi sostanziali sul “buco nero” che sono diventati gli Enti Regione e, in modo particolare, un giro di vita (perché no, anche “centralista”) su tutti quei capitoli di spesa ora fuori controllo.
La stessa cosa dovrebbe succedere qui da noi…E invece non avviene nulla, o molto poco. Promesse, promesse e poca concretezza. Ma andiamo per ordine, rilevando che mai come in questa occasione vi è stata una definizione quasi asburgica delle competenze, a cui però mancano (e sarebbero da specificare) gli obiettivi minimi da raggiungere in un tempo accettabile (…e visto che si va ancora a votare…diciamo fra tre anni).
Vediamo il dettaglio.
CLAUDIO FALLETI
ORGANIZZAZIONE – SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA E UNIVERSITÀ [Organizzazione e Risorse Umane – Riforma amministrativa – Affari Generali e Legali – Servizi demografici – Bandi, Finanziamenti e Progetti europei – Rapporti con Università]
Parole flautate che prefigurano uffici intenti a mantenere contatti con mezzo mondo per essere pronti alle scadenze dei bandi europei, che si informano (e informano l’assessore competente) di “cosa c’è di buono” in giro per il mondo. Già, perché dovrebbe essere buona norma prima di tutto conoscere ciò che si fa altrove, in Italia e fuori, e poi pensare a soluzioni locali. Si fa? Bene. Non si fa? Male, e se ne pagheranno le conseguenze a breve.
Anche sulla “riforma amministrativa” ci piacerebbe sapere qualcosa in più. Cosa è cambiato, nei fatti, nell’organizzazione del lavoro interna al Comune, come sono state attribuiti gli incarichi a dirigenti ed operatori?…Più chiarezza potrebbe servire per capire se siamo sulla via delle riforme. E’ così…? Mah.
Stendiamo un velo pietoso sul “capitolo Università”. Le ultime esternazioni riguardanti un decentramento completo verso la struttura degli Orti di tutti i Dipartimenti/Facoltà non fa presagire nulla di buono. Non tanto per una preconcetta opposizione, quanto per una confusione e contradditorietà della proposta che fa il paio con la storica incapacità dell’Università alessandrina (sezione sud di una più grande del Piemonte Orientale) di assumere caratteri precisi e definiti, fondamentali per le scelte degli studenti. E forse, proprio in un momento in cui alcuni Dipartimenti stanno riprendendo iscrizioni, bisognerebbe chiedersi dove si vuole arrivare, ovviamente con il fondamentale contributo del “territorio”, in primis dell’Ente Comune. Ma gli uffici “pensanti” del Comune ne sono in grado? Anche qui attendiamo segnali.
CLAUDIO LOMBARDI
AMBIENTE – SALUTE E PROTEZIONE CIVILE [Politiche di tutela della salute – Politiche di valorizzazione dell’ambiente – Politiche per la qualità ambientale e l’igiene urbana – Protezione civile]
La presenza di un “tecnico” prestato alla politica dovrebbe essere motivo di sufficiente tranquillità, almeno in questi delicati settori, che hanno visto negli anni incredibili attacchi ai beni fondamentali del territorio, ai suoi fiumi, alle sue riserve d’acqua, agli stessi ciottoli sottratti a piene mani da decenni di scavi di cava più o meno autorizzati. E potremmo continuare con la scommessa persa, anche dai Sindacati, del rinnovo del rilevante patrimonio industriale locale datato anni Cinquanta-Sessanta e mai sostanzialmente mutato. Se non con la scorciatoia della chiusura e del conseguente ulteriore impoverimento della società alessandrina.
Un quadro disarmante che nemmeno un Al Gore dei tempi ruggenti sarebbe stato in grado di sostenere, anche perché la pur minima proposta di variazione del sistema di traffico interno alla città, in vista di un sicuro beneficio per i polmoni ed i portafogli di cittadini residenti e commercianti, viene immediatamente vista come una “provocazione non discussa” o, peggio, come “ atto di prevaricazione”. Stesso discorso vale per le politiche di incentivo al risparmio energetico, alle semplificazioni in ambiti delicatissimi come quelli dei procedimenti di sostituzione delle coperture pubbliche e private in amianto, per poi arrivare all’annosa questione della “effettiva sicurezza della Città dalle alluvioni”. Fino a che l’Ente Comune non riprenderà seriamente in mano, di nuovo, tutta la questione non avremo margini di sicurezza accettabili. E questo si potrà ottenere solo con un’azione concertata su più livelli (territoriali e, per lo meno, regionali) con piantumazioni in montagna, controllo delle naturalità e recupero di aree di laminazione coordinati da un unico ente superiore di controllo, segnalazione e allerta. Magari basato sugli attuali Aipo eccetera ma competente, credibile, preciso e veloce nelle scelte.
Purtroppo sarà su questo (e su tutto quanto può essere collegato a questi piccoli punti di riflessione) che verrà esaminato l’operato dell’ing. Lombardi e ci auguriamo sinceramente che, a breve, escano – da uno dei soliti tavoli ristretti – concreti e comprensibili contributi.
Qui interrompiamo questa terza parte, piena di cose, per rimandare la conclusione – questa volta definitiva – alla prossima settimana.
I soldi, i denari, i finanziamenti, i trasferimenti, i numeri in positivo (ecc.) questa volta ci sono, perché basta fare due conti e tra “decreto Alessandria”, aliquote (tutte) al massimo, quote parti in rientro, recuperi da oneri pregressi ora di nuovo a disposizione ed esiti di rimborsi da processi, come si dice “non ci sono Santi”… Non ci sono giustificazioni di sorta all’inerzia e all’eccessiva cautela. Gli alessandrini meritano segnali chiari e ben percepibili… Vedremo.