di Claudio Martinotti Doria.
Sabato scorso, 7 dicembre 2013, nella splendida e suggestiva cornice del Salone delle Lunette del Museo Civico di Casale Monferrato è avvenuta la presentazione del libro “I Tesori della Valle di Tufo”.
Edito da Lorenzo Fornaca Editore, l’opera è un affresco di vita dell’autore Mario Paluan, che dall’adolescenza in poi si è reso consapevole di aver avuto il privilegio dell’amicizia di una coppia di personaggi straordinari: Aldo di Ricaldone e la moglie Matilde Izzia, due persone che hanno donato molto al Monferrato dal punto di vista storico culturale ed artistico.
L’assessore comunale alla cultura Giuliana Romano Bussola era molto compiaciuta del fatto che la sala fosse gremita dal pubblico, fatto piuttosto raro nella Capitale del Monferrato, per qualsiasi evento culturale, meno che mai alla presentazione di un libro che interessa la Storia del Monferrato, senza neppure il supporto di un buffet. Segno evidente che la partecipazione era indotta dai contenuti dell’evento, di forte richiamo, oltre che dall’editore stesso, che in altri lidi monferrini è un notevole catalizzatore di pubblico oltre che di lettori.
Roberto Coaloa e Gianfranco Cuttica di Revigliasco, rispettivamente curatori dell’introduzione e delle note conclusive del libro hanno fatto interventi fuori dall’ordinario e che richiedevano una certa attenzione, ironia e senso dello humor per essere colti nella loro efficacia e provocazione culturale. L’editore astigiano Lorenzo Fornaca, cui dovremmo essere grati per la perseveranza e la passione con cui si dedica a recuperare la memoria storica del Monferrato insistendo nel coinvolgere anche il casalese (nonostante l’indifferenza e l’ignavia), ha esposto con franchezza memorie personali dei suoi frequentissimi incontri con Aldo di Ricaldone e Matilde Izzia nel loro Romito presso Olivola ed Ottiglio, rammentando quanto i personaggi vivessero isolati ma fossero generosi verso il territorio cui hanno dedicato l’intera esistenza alla ricerca ed allo studio, senza alcun tornaconto e neppure riconoscimenti in vita.
Come altri autori, cito ad esempio Domenico Testa, che hanno fornito documentazioni solide e valide (ancora oggi) agli studiosi della storia del Monferrato, non hanno avuto alcun riconoscimento dei loro meriti e spesso si attinge ai loro studi ed alle loro opere senza neppure citarli, non considerandoli degni in quanto privi di titoli accademici. Una prassi purtroppo ancora troppo in voga, che penalizza tanti validi studiosi locali autodidatti, autorevoli e seri, che hanno contribuito moltissimo alle ricerche storiche e culturali sul nostro Monferrato.
All’editore Fornaca vada riconosciuto almeno il merito di averli scoperti e valorizzati, senza di lui le loro opere sarebbero perse e la storia del Monferrato sarebbe esclusivamente riservata agli addetti ai lavori e non divulgata al grande pubblico.