Un anno fa una mia amica mi telefonò.
«Il mio gatto è morto. Ma non di vecchiaia e di malattia. Si è buttato giù dal balcone.»
La mia amica abita in circonvallazione, al quarto piano. Non riuscivo a immaginarmi la scena. Feci domande di pura retorica. La risposta fu: «Stava sul balcone. Lui stava sempre sul balcone. Ha guardato in basso e ha spiccato il salto.»
Qualcuno di voi è venuto a conoscenza di episodi del genere? La domanda avrebbe magari chiuso, che so, un breve post su Facebook. E faccenda finita lì, magari con reciproci insulti, tipici dell’andazzo del social network, tra opposte fazioni, realiste e catastrofiste.
Però il giorno dopo la telefonata della mia amica, un golden retriever di sei anni chiamato Alex, in qualche modo famoso per l’eccezionale opera prestata nella zona terremotata dell’Aquila, si buttò giù da una scogliera a Camogli, morendoci. E la maggior parte dei giornali, nel riportare la notizia, usò la parola “suicidio”.
Fatto inspiegabile, ma il famoso etologo Danilo Mainardi precisò sul Corriere della Sera (4 dicembre 2012) che il suicidio non appartiene al mondo canino, lasciandosi poi andare a un’ipotesi, ovvero: «… forse, chissà, Alex può aver percepito qualcosa, magari un suono (i cani sono sensibili a certe frequenze a noi precluse), che magari gli ha ricordato un ordine appreso. Così si è buttato, senza esitazione, in acqua ed è stata la sua fine.»
L’acqua, le onde, le frequenze.
Due anni fa scrivemmo che l’Acqua (in carattere maiuscolo in quanto elemento primordiale e archetipico) stava mutando, forse ribellandosi, di certo alterando la sua frequenza. C’entra con la morte del povero Alex? Impossibile dare una risposta sensata, però l’Acqua sempre più si arrabbia, ed è un dato di fatto, in Italia e nel mondo
Esistono precedenti che val la pena segnalare. Il primo lo preleviamo testuale dal sito www.nocensura.com ed è un articolo dal titolo Scozia: il mistero della cittadina dove i cani si suicidano.
C’è un mistero che da alcuni anni coinvolge una tranquilla località scozzese nelle vicinanze di Glasgow. Nel 1859 un uomo ricco e facoltoso comprò un pezzo di terra sopra il fiume Clyde e vi costruì una villa. Dopo l’ampliamento della medesima, nel 1892, per avere una strada d’accesso attraverso l’Overtoun Burn, l’uomo fece costruire un ponte di una certa imponenza conosciuto con il nome di Overtoun Bridge. Cinquant’anni dopo su questo ponte cominciò a verificarsi una bizzarra serie di suicidi di cani che si buttavano regolarmente di sotto cercando la morte dai parapetti. Il fenomeno non si è ancora fermato e dall’inizio del mistero si contano ormai a decine i cani che si sono tolti la vita, tutti quanti nello stesso punto. Tra loro razze e taglie diverse. Le ragioni ancora sono un mistero.
Sull’argomento si sono esercitati in tanti, proponendo le teorie più disparate: frequenze ipnotiche provocate dall’acqua, interferenze elettromagnetiche (sotto accusa una vicina base nucleare), impulsi elettrici, maledizioni arcaiche e portali dimensionali. Ma ci è voluto uno psicologo canino (e un documentario su Channel 5 per fornire una spiegazione vagamente plausibile). Il dottor David Sands scoprì che sotto il ponte si riproducono i visoni e il forte odore da questi prodotto è semplicemente irresistibile per i cani curiosi. Considerando questo fattore e mettendolo in relazione con la scarsa vista dei cani, si spiegherebbe perché un cane possa saltare nel vuoto oltre il bordo. Non tutti però sono convinti di questa spiegazione. Con con circa 20000 visoni in Scozia, sembra abbastanza strano che dei cani non saltino da altri ponti in giro per il paese.
Quindi gli apparenti suicidi di massa di balene, uccelli e persino ovini che si buttano in branco giù nei crepacci. Risale all’inizio del 2012 il caso di 22 balene pilota spiaggiate in Nuova Zelanda e di conseguenza decedute. Tra le varie spiegazioni tirate in ballo, la più convincente recita che gli animali perdano letteralmente “la bussola” causa l’alterazione del campo magnetico terrestre.
Sono solo misteri, niente di drammatico.