Stelle di Natale in casa e negli stabulari

Ho appreso dai mezzi di informazione che nei giorni 6-7-8 Dicembre si svolgerà l’iniziativa “Ogni malato di leucemia ha la sua buona stella” promossa dall’AIL (Associazione Italiana Leucemie) che in circa 4.000 piazze italiane venderà la Stella di Natale. “Con un contributo minimo di 12 euro si continua a far progredire la Ricerca e a dare ogni anno nuove speranze di vita”: così è scritto sul sito web dell’AIL.

Poiché informare è un dovere ed essere informati è un diritto, ritengo sia un diritto di tutti essere informati circa la posizione di AIL nei confronti della vivisezione/sperimentazione animale.
Nella dichiarazione di AIL, come di tutte le associazioni che fanno uso della sperimentazione animale, si legge una condanna di questo metodo MA… c’è sempre un MA… dopo la condanna e, dato che la verità viene sempre dopo il MA, ciò che dichiarano dopo il MA è ciò che conta.

Gli istituti di ricerca e le associazioni come AIL parlano di “sperimentazione animale” perché il termine “vivisezione” ha un sinistro connotato: fa pensare all’uccisone dell’animale e poi al suo sezionamento e l’impatto emotivo sul pubblico sarebbe traumatico ma non vi è così tanta differenza tra vivisezionare un animale e sperimentare su di esso; con la “sperimentazione animale” l’animale non viene ucciso e sezionato ma, per esempio,  subisce scosse elettriche, privazioni, isolamenti totali, irradiazioni, somministrazioni di farmaci in dosi letali, prove di tossicità che portano a convulsioni e vomiti di sangue, induzione di malattie artificiali in forme devastanti. Tutto ciò non rientra nel termine “vivisezione” perché l’animale è vivo (finché resiste) e non sezionato quindi questa differenza di linguaggio fa sentire meno colpevoli i vivisettori ma io non colgo volutamente questa differenza perché gran parte di quegli animali vivi, morirà di sofferenza e disperazione.

Ognuno è libero di valutare l’uso del proprio denaro e del proprio impegno nell’opera di volontariato ma spesso i donatori di denaro e i volontari delle associazioni non conoscono a fondo l’associazione a cui si dedicano, soprattutto non sanno se finanzia la vivisezione/sperimentazione animale: è un’informazione che può costituire una discriminante sulla scelta di donare o non donare e che spesso si trova sui siti web delle associazioni stesse. I mezzi di informazione tradizionali non aiutano molto a saperne di più: in occasione di appuntamenti benefici, i programmi televisivi si spendono in appelli a donare ma non approfondiscono mai il discorso su vivisezione/sperimentazione animale, non volendo turbare il pubblico con una questione così spinosa.

A fronte di certe campagne, a dir poco bizzarre, che si appellano allo slogan “Io sto con la ricerca”, è doveroso sottolineare che con la ricerca stiamo tutti perché la salute è il nostro bene più grande. Lo slogan corretto è “Io sto con la vivisezione” o “Io non sto con la vivisezione”. Chi non ci sta, senza SE e senza MA, cerca un’altra strada che ha dato e continua a dare ottimi risultati. Nonostante gran parte della ricerca sia portata avanti senza la sperimentazione animale, per esempio con tecnologie di scansione, tessuti umani, programmi informatici, microdosaggi, epidemiologia, dati clinici,  vi sono istituti e associazioni che nella loro ricerca difendono il modello animale come fosse un caposaldo, anche dopo i clamorosi disastri che ha provocato nella ricerca scientifica.

Per un approfondimento: http://www.novivisezione.org/campagne/ricerca_di_base.htm
http://www.ricercasenzaanimali.org/

Il 2013 sta volgendo al termine e mi piace ricordare che la questione vivisezione/sperimentazione animale in questo anno ha avuto più visibilità del previsto: le firme raccolte per la petizione europea Stop Vivisection hanno superato il milione; l’Ordine dei Biologi ha assegnato il “Premio DNA 2013” a Susanna Penco e Michela Kuan due biologhe che portano avanti la ricerca senza sperimentazione animale; la Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani ha assegnato il premio “Il peso delle cose 2013” a  Silvia Dotti, a una veterinaria che fa ricerche senza sperimentare sugli animali. Insomma che, oltre a vedersi i risultati, cosa che accade da tempo, tali risultati iniziano a ottenere riconoscimenti, e ciò non è cosa da poco.

“C’è una battaglia fuori/E sta infuriando/Presto scuoterà le vostre finestre/E farà tremare i vostri muri/Perché i tempi stanno cambiando” canta l’eterno Bob Dylan.

Cordiali saluti.

Paola Re – Tortona (AL)