Non molla la ‘presa’ dei media sulla questione rinborsopoli’ in Regione Piemonte,
puntando anche su aspetti di assoluto folkore, come i boxer (o braghette estive che siano) del presidente Cota.
Lo abbiamo già scritto: vicenda volgare e sgradevole, quando assolutamente ininfluente nella quasi bancarotta dell’ente regione, cominciata invero assai prima della gestione targata Carroccio. Anzi, i leghisti si fan vanto di aver risanato il risanabile, dal 2010 ad oggi, a fronte peraltro di ‘aut aut’ governativi che non lasciavano grandi vie d’uscita.
E però, c’è poco da fare, fan più notizia le mutande del governatore (o i salami del tal consigliere, e i vestiti del tal altro) che non il fatto, ad esempio, che nei presidi ospedalieri della provincia ci si accinga ad una sorta di ‘mese sabbatico”, in cui tutti gli interventi chirurgici, tranne quelli a carattere di urgenza, saranno sospesi per dar modo al personale di smaltire le ferie.
A noi pare che questa decisione abbia un impatto sostanziale sulla vita dei cittadini assai più grave dell’intera vicenda rimborsopoli, ma state sicuri che nei bar e al mercato se ne parlerà cento volte di meno.
E, passando da una voragine all’altra, rimaniamo in attesa di capire che ne sarà delle Province: certamente il processo per la loro dismissione, avviato da Monti e proseguito da Letta/Delrio, rasenta ormai il ridicolo: avete certamente presenti le diverse tappe degli ultimi due anni, senza che le si debba riepilogare. E non si escludono peraltro retrofront clamorosi, con la possibilità che, a maggio, contestualmente alle elezioni europee e comunali, si vada a rivotare anche per Palazzo Ghilini. Con ad oggi due grandi punti interrogativi anche su Torino e Roma. Ma ne riparliamo da lunedì prossimo, dopo le primarie del Pd, e le varie scosse di assestamento nel centro destra.
Quel che è certo, dopo un’ampia rassegna di interviste e approfondimenti con politici e amministratori locali di ogni insegna e colore, è che ad oggi esiste un solo lembo di macchina pubblica che funziona davvero, e riesce ancora ad erogare servizi di buon livello ‘chiudendo’ al contempo i bilanci (nella gran parte dei casi almeno) in utile, e senza debiti: sono i comuni piccoli, e piccolissimi. Quelli cioè in cui esiste una comunità che ci crede, partecipa, e in cui gli amministratori ricevono al più dei rimborsi spese, e soprattutto si confrontano quotidianamente con la cittadinanza. Un’anomalia così straordinaria, che già si sta pensando a come liquidarli! Che straordinario Paese al contrario che siamo…
ps: intanto il Porcellum dopo 8 (otto!) anni diventa incostituzionale. A parte l’ovvia constatazione che ormai governano i giudici, e la politica inetta va a rimorchio: ora che succederà? Si torna al Mattarellum, o si guarda avanti? E di tutti gli atti prodotti dai parlamenti incostituzionali degli ultimi anni, compresa l’elezione dell’inquilino del colle più alto, che si fa? E’ evidente che, dopo le primarie del Pd, si tornerà rapidamente alle urne, per cercare di archiviare per sempre l’imbarazzante seconda repubblica, e tutti i suoi protagonisti. In bocca al lupo all’Italia, e a tutti noi cittadini ‘semplici’, senza potere e in balìa di una precarietà assoluta.