Il nostro vecchio ponte sul Tanaro, quello che collegava la città alla fortezza ed all’omonimo quartiere, era luogo di transito ogni giorno per migliaia di persone e luogo di passeggio domenicale per singoli e per famiglie.
Un tempo il fiume Tanaro era un “luogo” ben preciso e identificato, adatto per varie attività lucrose o di semplice passatempo. La meno impegnativa era quella di “osservatore di pescatori”; seguiva quella di compagno di barca dei pescatori; infine (solo per ciò che la cartolina ci racconta) c’era l’attività di pescatore (a piedi o con burcen).
L’attrezzatura era semplice: una rete di forma quadrata che veniva sollevata con un certo ritmo nella speranza che uno o più pesci, passando proprio in quel preciso istante, vi restasse intrappolato.
Ora il fiume è solo un corso d’acqua che passa accanto alla città e non si nota più alcun tipo di attività ittica. Ah dimenticavo… anche il ponte che si vede nella cartolina ha cambiato “vita”. Da qualche anno è un cumulo di macerie…