Un record dietro l’altro: nel 2013 l’Interporto di Rivalta Scrivia (“la logistica che c’è già, e che funziona”, come ha dichiarato di recente il sindaco di Tortona Massimo Berutti) si appresta a chiudere il 2013 con un fatturato in aumento di circa il 20%, e ricavi che si assesteranno intorno ai 60 milioni di euro. Ma anche con una serie di nuovi progetti e clienti che saranno presentati ad inizio 2014, e che puntano a consolidare il trend di crescita. Qual è il segreto di questo successo, in un momento generale di contrazione dell’economia? E quanto ha inciso l’arrivo del nuovo azionista, il Gruppo belga Katoen Natie, che ha acquisito il 90% della società nell’ottobre del 2012? Lo abbiamo chiesto a Roberto Arghenini (nella foto), che dell’Interporto è ‘storico’ amministratore delegato, e ha vissuto “in diretta” e in prima persona le diverse fasi di sviluppo della struttura.
Dottor Arghenini, la crisi morde ovunque, e Interporto cresce. Qual è il segreto?
In realtà nel 2013 abbiamo raccolto i frutti di una semina di medio lungo periodo, e della progettazione precedente. Per cui sono andati a regime progetti importanti, come il deposito dello zucchero in silo (una struttura all’avanguardia non solo italiana, ma europea) e un’importante attività con Coop, che ha insediato qui da noi la centrale del fresco (ortofrutta, latticini, carne, pesce) che rifornisce tutti i punti vendita del nord ovest. Per citare solo due delle iniziative principali. Ma anche altri clienti, che sono con noi da anni, complessivamente stanno tornando a crescere, stimolati dal fatto di trovarsi all’interno di una struttura che tutto il comparto della logistica riconosce ormai come punto di riferimento.
Quanto ha contato, nella crescita, l’arrivo del nuovo azionista internazionale?
E’ stato fondamentale, in termini di nuove risorse, entusiasmo, prospettive. E ancor più lo sarà in futuro, dal momento che, all’inizio dell’anno, lanceremo una serie di nuovi progetti, con l’acquisizione di altri clienti importanti. E’ già tutto pronto, ma per scaramanzia mi conceda di ufficializzare quando sarà il momento.
Quale sarà il vostro fatturato 2013?
Dovremmo chiudere quest’anno con ricavi intorno ai 60 milioni di euro, in crescita del 20% circa rispetto all’anno precedente. Ma quel che è più interessante è che tutti gli indicatori di ‘salute aziendale’ sono molto positivi, non solo il fatturato. Comprese le previsioni di ulteriore crescita, per il 2014, che dovrebbero essere ancora a 2 cifre: diciamo fra il 10 e il 15%. Non solo: anche Rivalta Terminal Europa, società di cui Interporto è socio al 46%, alla pari con il Gruppo Gavio, cresce in maniera costante, e chiude l’anno con 180 mila container ‘movimentati’: si consideri che abbiamo più che triplicato i volumi in 6-7 anni, da quando siamo partiti. Anche se l’obiettivo è ancora più ambizioso: a regime, si potrà arrivare a 500 mila container l’anno.
Il che, dottor Arghenini, presuppone che il mercato delle merci, in generale, non solo ‘tenga’, ma riprenda ad espandersi…
Assolutamente sì, l’ottimismo è doveroso, ma anche fondato su dati oggettivi. I porti liguri sono in crescita, e noi rappresentiamo già oggi uno sbocco attrezzato, strutturato, con forti livelli di riconosciuta efficienza. Da qui, le merci opportunamente lavorate possono prendere direttrici diversificate. E posso aggiungere che stiamo incontrando anche una serie di potenziali clienti europei (svizzeri, francesi, tedeschi), che guardano con molto interesse alla nostra struttura.
Quanti dipendenti avete?
I dipendenti diretti di Interporto sono circa 140, a cui vanno aggiunti più o meno 650 indiretti, che lavorano con cooperative. Ma anche circa 200 lavoratori che operano nella struttura Coop, in maniera diretta e come indotto. Insomma, siamo complessivamente un bel polo occupazionale.
Dottor Arghenini, cosa pensa del dibattito su Terzo Valico, e logistica alessandrina?
Credo che tutti i progetti infrastrutturali (strade, rotaie, magazzini, terminal), se realizzati con razionalità, contribuiscano a creare opportunità: soprattutto guardando al futuro. Peraltro noi siamo la dimostrazione che il business della logistica può crescere già oggi, e bene, con l’esistente. Chi viene a visitare Rivalta se ne va impressionato, e solitamente sceglie di investire, perché capisce di poter contare su un partner ad alta professionalità. E’ sempre quello l’elemento cardine: avere a disposizione una buona auto, ma anche saperla guidare.
Slala è stata un’occasione perduta?
(sospira, ndr) Slala ha avuto il pregio di mettere attorno ad un tavolo tutti i soggetti istituzionali e i player del settore: poteva essere un’importante cabina di regia. Anzi, lo è stata, finché il registra, Fabrizio Palenzona, non si è stancato di battersi contro i mulini a vento, ed è stato indotto a lasciare. Da lì in poi, mi pare che Slala non ci sia più stata, nei fatti.
Ettore Grassano