Massimo Brina: “Il popolo delle primarie sarà un serbatoio di entusiasmo e idee. Anche ad Alessandria”

Brina-Massimo_okE’ figlio d’arte, ma ci tiene a tracciare il solco: “con mio padre, il senatore Alfio Brina, c’è  sempre stato e c’è un dialogo aperto, ma anche una differenza: lui è stato un politico di professione, e come tale ragiona. Io da sempre frequento la politica, ma a periodi intermittenti: sono un cittadino che, quando può e ce n’è l’occasione, dà volentieri una mano”. Come in questo caso, appunto, considerato che da pochi giorni Massimo Brina è stato eletto segretario cittadino del Pd di Alessandria, “di cui da qualche anno sono semplice iscritto”. 47 anni, avvocato libero professionista, Brina è comunque cresciuto ‘a pane e politica’, e ha ricoperto in passato alcuni ruoli: segretario provinciale della Fgci (le ‘giovanili’ del Pci, nell’ormai lontana prima repubblica) dai 19 ai 22 anni. Poi, “dopo una bella pausa in cui mi sono dedicati agli studi, e al mio privato”, segretario provinciale dei Ds, dal 2000 al 2003, quindi un successivo impegno come militante, fino al 2009, “quando lasciai ogni incarico e impegno attivo, per tornare in pista con il Pd un anno fa”. Ora si appresta a guidare il Partito Democratico cittadino fino al 2016, secondo la ‘regola dei tre anni’ che finora ha caratterizzato il suo impegno? E con quali traguardi? Massimo Brina è ‘etichettato’ come renziano: ma cosa significa, concretamente? Proviamo a scoprirlo.

Avvocato, i suoi principali incarichi politici in passato sono durati sempre circa tre anni. Sarà così anche stavolta?
(sorride, ndr) Non lo so, francamente. Per ora ci poniamo tutti due importanti traguardi: le primarie dell’8 dicembre, e un 2014 che dovrà essere caratterizzato, o almeno così vorrei, da un forte spirito di cambiamento, sul piano organizzativo e progettuale, anche a livello locale.

Partiamo dalle primarie allora: vincerà Renzi, come tanti, compreso il sistemaRenzi Matteo 2 mass mediatico, danno per scontato?
Chi vincerà lo scopriremo la sera dell’8 dicembre. Se ci sarà una partecipazione davvero ampia, capace di restituire entusiasmo all’elettorato del centro sinistra, avremo vinto tutti. Personalmente sto con Renzi da quando ho ripreso, un anno fa, il mio impegno politico attivo, e mi auguro che vinca lui, naturalmente.

Il che significherebbe poi elezioni anticipate?
Non credo, anche se parlo da osservatore in questo caso, non ho informazioni diverse da quelle che ha lei. Ma considerando l’emergenza che il Paese sta attraversando, e anche l’importante opportunità che ci viene offerta dalla presidenza del semestre europeo, mi pare più realistico ipotizzare elezioni politiche nel 2015. Speriamo di arrivarci però con una legge elettorale diversa da questa, e avendo realizzato alcune indispensabili riforme istituzionali. Per tornare a quel punto ad una ‘normale’ dialettica tra centro destra e centro sinistra: Pd e Pdl a sostegno dello stesso governo non può essere considerata normalità.

PciCome sarà il 2014 del Pd alessandrino? Lei è stato eletto segretario da poco, ma hanno votato in tutto circa 280 iscritti. Il Pci ne aveva, negli anni Settanta ad Alessandria, diverse migliaia. Seguito ‘a ruota’ da Psi e Dc…
Era un altro mondo, in cui i partiti di massa avevano una centralità assoluta nella società. Era anche l’epoca dei grandi luoghi di aggregazione lavorativa, a partire dalle fabbriche: le persone cioè lavoravano tutte fisicamente insieme,  e nelle stesse condizioni. Il ruolo essenziale dei partiti cominciava lì: è chiaro che oggi viviamo un’epoca assolutamente diversa, con modalità di confronto e di interazione assolutamente diverse. E tuttavia, il rapporto con il territorio rimane fondamentale, e mi piacerebbe recuperarlo.

In che modo?
Rivitalizzando la presenza del Pd nelle periferie, ad esempio. Restituendo vigore alle nostre sedi, dove si può, e comunque organizzando incontri, dibattiti pubblici. E poi considerando il tesseramento una cosa seria: per anni mi pare sia stata vissuto come un adempimento burocratico, se non un fastidio. Salvo poi le ‘impennate’ strumentali del numero di tessere sotto congresso, che sarebbe saggio evitare. Ma, soprattutto, noi con il meccanismo delle primarie abbiamo la capacità di coinvolgere, a livello Paese, milioni di persone: diverse migliaia solo ad Alessandria. Ebbene: si tratta di una tipologia di elettore particolare: di centro sinistra (spesso del Pd, ma magari anche no), sensibile, attenta ai problemi. Naturalmente nel pieno rispetto delle regole che caratterizzano gli elenchi elettorali, credo che il popolo delle primarie rappresenti patrimonio umano che bisogna saper coinvolgere e valorizzare. Si tratta di un mondo da cui possono arrivare idee e stimoli anche su progetti concreti e specifici.

Per fare cosa, avvocato? Ossia, come ridare fiato e speranza ad un territorioComune di Alessandria 3 (Alessandria ne è il simbolo) che appare sempre più stanco e sfiduciato, per una complessa serie di fattori socio economici, ma anche di responsabilità della classe politica?
Torno al concetto di partenza: i politici di mestiere non devono più esistere, nel senso che anche chi, come Renzi o Letta, oggi occupa ruoli di primo piano, deve farlo per un numero limitato di anni, e poi tornare, o passare, a fare altro. In tutto l’Occidente succede così, perché qui da noi non deve essere possibile? Personalmente mi sento un comune cittadino, in questo momento politicamente impegnato, e che cercherà di fare del suo meglio. E così spero facciano tanti alessandrini, superando quella stanchezza e sfiducia che lei segnala, e che in effetti c’è, innegabilmente.

Ma come lo si rilancia questo territorio, così legato a doppio filo a pensioni e salari pubblici?
Stimolando l’attività privata, in primo luogo. Ossia rendendolo davvero appetibile, sul piano della qualità dei servizi e delle infrastrutture, perché possa essere ‘attrattivo’ per nuove attività, competenze, professioni. Da questo punto di vista, con l’Università del Piemonte Orientale si è intrapreso un percorso importante: guardiamoci bene dall’interromperlo, anzi alimentiamolo e intensifichiamolo, puntando sempre più sulle eccellenze, e sulla formazione di professionalità che poi possano essere spendibili, in primis, sul territorio.

Palazzo Ghilini 2Quando parla di infrastrutture e servizi di qualità, avvocato Brina, è impossibile non pensare a Palazzo Rosso e alla sua galassia, ma anche alla Provincia e ad altre strutture similari. Sono ‘modernizzabili’ certe realtà? La burocrazia pubblica è quasi sempre ‘respingente’ rispetto a chi vuole fare impresa: altro che attrattiva….
E’ quella la sfida di Renzi se vogliamo continuare ad inquadrare il tutto in un contesto nazionale. E qui da noi il fenomeno si vede benissimo: nel corso della seconda repubblica (per vent’anni, quindi) i potentati locali si sono sostituiti ai partiti, in disfacimento. E le assunzioni clientelari negli enti locali, diciamolo pure, sono state un canale per gestire quel potere. Oggi ci ritroviamo ad Alessandria (ma anche in molte altre città: non pensiamo di essere un unicum: non è così) nella necessità di rendere competitive aziende pubbliche che non lo sono, naturalmente senza creare nel frattempo ulteriori drammi sociali, in una situazione generale già delicatissima. Ma sul fatto che la burocrazia pubblica debba cambiare radicalmente pelle, e atteggiamento, dubbi non ce ne sono.

Ettore Grassano