«Ti lamenti sempre!».
Ad apostrofarmi così, con fare incazzoso, è mia moglie Lucia. E tutto perché avevo osato fare una riflessione a mezza voce su quanto avevo visto (e non visto) nel cortile della Camera di Commercio di Alessandria, domenica scorsa, in occasione della tradizionale Fiera di San Baudolino.
Avevo visto alcuni politici locali, da Renato Balduzzi a Rita Rossa, più qualche altro notabilone della città. Erano tutti lì a fare cornice, a fingere di guardare gli altri affinché gli altri guardassero loro. Un po’ di strette di mano, qualche “ciao ci vediamo”, e via così.
Ma il bello non stava in questo. Il bello erano gli artigiani con i loro prodotti, alcuni a me totalmente sconosciuti (e io non sono proprio l’ultimo dei babaci, su queste cose). C’era poi un tavolo lungo una ventina di metri, con l’esposizione di tantissime varietà di mela coltivate nella nostra provincia. Un profumo mai sentito, una esposizione strepitosa e commovente.
Perché allora, ho pensato tra me e me, al supermercato ci sono sempre e soltanto le solite mele “lucidate”, che poi non sanno di niente? Perché non trovo le mele vere, quelle che erano lì sul tavolone, magari un po’ bacate, ma mille volte più buone del prodotto standard?
Sembra proprio che non ci sia nessuno in grado di portare queste eccellenze nei supermercati, in cui la maggior parte delle persone (a torto o a ragione) va a fare la spesa. Nessuno, nemmeno la Camera di Commercio che meritoriamente li ospita, riesce ad aiutare i piccoli coltivatori e gli artigiani a fare squadra e ad allargare gli orizzonti. A uscire dal ghetto, insomma.
Forse non è nemmeno possibile. O forse ha ragione mia moglie. Mi lamento sempre…