di Giancarlo Patrucco
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Adesso mi diranno che non apprezzo abbastanza questo governo, e mi diranno che non ho la competenza necessaria per ragionare di economia. Non uso neanche i termini giusti.
E’ tutto vero. Nelle questioni di economia sono ignorante come una scarpa e non apprezzo granché questo Governo. Ribatto solo così: perché, lui si fa apprezzare?
Pensateci un po’. Con la storia, burrascosa, della successione al Governo Monti e dell’avvio della nuova compagine di “larghe intese” stiamo passando un 2013 da incubo. Ogni giorno ti svegli e ce n’è una nuova. Qualcuno propone di togliere l’IMU prima casa, qualcuno propone di “modularla”, anche se non so cosa accidenti vuol dire, qualcuno dice che, vista la sottrazione di gettito, occorrerà compensare con aumenti delle accise, con anticipi di prelievi, con rincari di ticket e con quanto la fertile fantasia della politica riesce a congegnare ogni momento. Così, ogni momento rimetti mano al tuo bilancio famigliare, modifichi, ritocchi, correggi e, soprattutto, tagli. Non si sa mai.
In effetti, sembra proprio che non si sappia mai. Del doman non v’è certezza, dice il poeta, ma se l’incertezza perdura per un anno intero, il sospetto che nessuno sappia bene dove andare a parare ti viene. Oh, se ti viene.
Il buco nero, visto che si ragiona quasi sempre di finanza locale, è evidenziato dal ritardo con cui i Comuni, e le Province, e le Regioni, sono costretti a definire i loro bilanci preventivi. Se ricordo bene, un bilancio si definisce preventivo proprio perché prefigura una politica di spesa da impegnare sulle relative entrate. Dovresti approvare il bilancio preventivo prima dell’inizio dell’esercizio finanziario cui si riferisce. Tutt’al più, puoi entrare in esercizio provvisorio e approvarlo a gennaio, a febbraio. Ma a novembre? A novembre, di provvisorio c’è soltanto la politica economica che l’ente è costretto a fare.
Aggiungete a questo pasticcio l’altalena delle aliquote per l’addizionale Irpef, per l’IMU prima e seconda casa, per la Tarsu – Tares – Tia, e il disastro è completo. Avete voglia di squadernare tutti i giorni il vostro bilancio famigliare. E’ come scrivere sull’acqua. Un temporale di maggioranza e se ne va via.
Ora siamo alle solite. Abbiamo cambiato la Legge finanziaria col Patto di stabilità, l’IMU con la Trasi, la Trasi col Tuc, ma ne sappiamo quanto prima. Pagheremo meno o di più? Il Governo dice meno, però lascia ai Comuni un margine di oscillazione dall’1% al 2,5. Che vale a dire, due volte e mezza la base. Ma non basta. In Parlamento sono stati convogliati più di mille emendamenti. Il ministro Saccomanni mostra tranquillità: calmi. Vedrete che tutto si chiarirà e si deciderà.
Ci volete prendere prima per stanchezza o per fame?