Dal 1 gennaio 2014 è disposto lo scioglimento delle federazioni sovrazonali, istituite con legge regionale n.3/2012.
Così dispone la legge regionale, approvata martedì in Consiglio regionale, che modifica le precedenti disposizioni sulla organizzazione sanitaria regionale.
La Giunta regionale procederà quindi, sentita la Commissione consiliare competente, alla individuazione delle aziende sanitarie, all’interno di ciascuna area interaziendale di coordinamento, alle quali affidare la gestione dei servizi tecnici, logistici, informativi, tecnologici e di supporto.
Le aree interaziendali di coordinamento saranno individuate entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge. Scr mantiene funzioni di centrale di committenza regionale.
Per favorire la trasparenza è stato approvato anche un emendamento dell’opposizione, modificato, che prevede che la Giunta regionale, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, definisca modalità e tempi di trasmissione e di pubblicazione online degli atti deliberativi delle Asl.
Quali saranno gli effettivi risparmi ottenibili con la riorganizzazione, il ruolo di Scr e come si gestirà il coordinamento autonomo fra Asl e Aso sono stati alcuni dei punti critici messi in luce durante il dibattito.
“Il progetto è fallito perché la nascita delle federazioni ha accentuato la conflittualità e la complessità all’interno del sistema e non ha favorito il raggiungimento degli obiettivi di risparmio e di efficienza”, ha affermato il capogruppo del Pd Aldo Reschigna.
“Abbiamo speso 1,5 milioni di euro per lo stipendio degli amministratori unici. Quale collocazione avranno adesso?”, ha chiesto il consigliere Nino Boeti (Pd).
“Non basta chiudere le aziende sovrazonali, occorrerebbe compiere un’analisi attenta su tutti i contratti prorogati a oltranza, ed effettuare una programmazione con le Asl per portare a risultati concreti”, ha commentato il presidente Idv Andrea Buquicchio.
Il presidente di M5S, Davide Bono, ha invece chiesto di affrontare in Commissione il tema del controllo di gestione e del controllo contabile delle Asl.
“Con il fallimento delle federazioni è fallito anche il modello dell’uomo solo al comando”, ha affermato Eleonora Artesio, presidente Fds, “perché bisogna invece fare i conti con l’autonomia gestionale dell’aziende, e riportare la Regione a un ruolo di indirizzo e di coordinamento e non di comando”.
Monica Cerutti, capogruppo Sel, ha sottolineato le criticità dell’informatizzazione suggerendo di perseguire un’omogeneità dei programmi operativi contabili in sanità, mentre Mario Laus si è dichiarato convinto che gli atti delle federazioni siano annullabili in quanto il tavolo nazionale Massicci ha espresso chiare indicazioni sul loro superamento.
“Inizialmente eravamo a favore dell’idea delle federazioni ma si sono compiuti discorsi molto generali su un governo della sanità da sempre insoddisfacente”, ha affermato Angelo Burzi, presidente Progett’Azione, gruppo che ha solo garantito la presenza senza votare il provvedimento.
“Che parte della maggioranza garantisca solo la presenza è un problema politico”, ha riconosciuto Luca Pedrale, capogruppo Pdl, ma il provvedimento è urgente e va approvato rapidamente”.
Al dibattito sono intervenuti anche Wilmer Ronzani, Davide Gariglio (Pd) e Giovanni Negro (Udc).
“Benché la legge istitutiva delle federazioni non sia stata impugnata dal governo centrale, c’è una visione esterna al Piemonte che ha concepito le federazioni in modo diverso da come le intendevamo e un complesso di opportunità ci ha portato a rinunciare a esse”, ha affermato l’assessore alla Sanità Ugo Cavallera. “Ora cercheremo di migliorare il sistema e l’informatizzazione sarà senza dubbio una delle priorità”.