– Se cagare costasse un centesimo saremmo costretti a vomitare. – Joe R. Lansdale
Potremmo parlare di molte cose in questa cartolina, dato che il calcio locale non manca mai di fornire spunti di riflessione che vanno dall’incredibile storia di un calciatore espulso per bestemmia in campo – ineccepibile da regolamento, ma mi resta il dubbio in certi campi di terza categoria in quanti chiuderebbero le partite in undici – alle botte ad un ragazzino a fine partita colpevole di non avere passato un sufficiente numero di palloni al compagno che non ha così potuto mettersi in mostra in una partita dove si sapeva che c’erano osservatori di squadre importanti.
Avevo però già deciso di dedicare questo spazio ad una riflessione di carattere economico: la crisi, di cui la maggior parte degli italiani legge gli aggiornamenti della Cgia di Mestre sui comodi 4 pollici del nuovo schermo retina dell’Iphone 5s, è finalmente arrivata anche nel dorato mondo del calcio minore. Dopo anni in cui anche nelle categorie più infime la domenica potevano esserci incroci pericolosi fra calciatori che guadagnavano per quei novanta minuti più recupero la Domenica quanto il loro marcatore in un mese di lavoro all’altoforno 3 dell’ILVA, i rimborsi spese sembrano essersi ridotti finalmente a cifre accettabili.
Esistono sempre isolate sacche di follia che vivono principalmente delle passioni dei propri presidenti, ma la sensazione è che il mercato calcistico sia in forte contrazione. In provincia durante l’estate sono scomparse solo tre squadre – una delle quali ha lasciato in dote al comune un mutuo di 12.000 euro annui per le tribune recentemente ristrutturate – ma molte si sono iscritte al campionato con l’atteggiamento e la pianificazione del compagno di scuola ciccione che si bruciava tutti i soldi della gita in dolci al primo autogrill.
«Sono finiti i soldi» è la frase che più spesso mi sono sentito rispondere da società che stanno sprofondando in classifica quanto nei costi; alla mia garbata osservazione che siamo solo a fine ottobre e che sono passati meno di due mesi dall’inizio del campionato, la risposta migliore è stata «Ce ne erano pochi.» In questa ottica di ristrettezze, mi preme sottolineare una realtà virtuosa: a Mornese questa estate un gruppo di ragazzi che pur facendo parte delle rose di molte società della zona mettevano assieme minutaggi da Bendtner ha deciso per una impresa impossibile: ricostruire la vecchia banda con l’allenatore che avevano quando giocavano quasi tutti insieme nelle giovanili della Gaviese.
Ignoro se la rivelazione sia arrivata ai due Purple Brothers in una chiesa, ma il risultato è stato devastante: sei vittorie su sei partite giocate, primo posto in classifica in coabitazione con il Casalcermelli a casa del quale si giocheranno l’anticipo di venerdì. Il Gramellini che è in me aggiungerebbe una morale a questa storia, ripescando storie da lacrime napulitane come il riutilizzo delle maglie della vecchia squadra che ha chiuso i battenti quindici anni fa e la storia dei fratelli Priano tornati al calcio dopo una parentesi nell’atletica, ma credo vada bene così. Siamo in tempi di crisi, e vi lascio qualche mega in più disponibile nell’abbonamento.