Quando negli anni ’90 ascoltavo le parole della canzone – denuncia di Paolo Conte sull’abbandono del Teatro Alfieri dei nostri “cugini” di Asti – “Dorme un teatro, scolpito al centro di un’agricola contrada, tanto qui nessuno si dispera” – mi sentivo particolarmente fortunata ad avere un Teatro Comunale vivo e sempre aperto in città.
Oggi, invece, sono proprio le luci del nostro Teatro Comunale ad essere spente. E, come uno specchio, anche la città è più triste e buia.
È per questo che rivolgo un appello a tutte le forze vitali della società per cercare insieme una soluzione.
Proprio in un tempo in cui occorre ritrovare il piacere dell’incontro reale, in cui il teatro è luogo fondamentale di espressione, di svago e di aggregazione sociale, la contaminazione da amianto che ha colpito il nostro Teatro ha privato gli alessandrini di uno dei più importanti luoghi della cultura procurando una ferita profonda. Purtroppo, anche quando sarà ultimata la bonifica dei luoghi contaminati, le condizioni finanziarie dell’Amministrazione non ci permetteranno di affrontare una spesa di oltre due milioni di euro per intraprendere la ristrutturazione dell’immobile. L’allontanarsi della ricostruzione del Teatro, infine, rende se possibile ancora più precaria la situazione dei 15 dipendenti che, senza alcuna colpa, si sono visti sottrarre persino il luogo di lavoro.
Il “Comunale” per noi alessandrini non è soltanto uno spazio insostituibile ma una vera e propria risorsa: tante e importanti sono state le stagioni di spettacoli, le rassegne per le famiglie e per le scuole. Per diversi anni è stato sede di concorsi musicali come il celebre concorso internazionale di chitarra classica Michele Pittaluga e di rassegne cinematografiche quali Ring, il Festival della critica cinematografica, dove si sono dati appuntamento i principali cineasti, scrittori, giornalisti e critici.
Il teatro è da sempre considerato un’esperienza efficace in progetti educativi e di sviluppo di comunità, nutre e promuove il territorio, educa, informa: il teatro è cosa viva e la vita ha bisogno del teatro.
Ci avverte Garcia Lorca: “Un popolo che non aiuta e favorisce il suo teatro, se non è morto sta morendo.”
Per l’insieme di queste ragioni e in coerenza con uno dei Principi Fondamentali della nostra Costituzione che “promuove lo sviluppo della cultura” mi rivolgo alle Banche, alle Fondazioni bancarie, al sistema imprenditoriale, alle Associazioni delle attività economiche, produttive e del lavoro e, soprattutto, agli alessandrini.
Immagino una campagna, vasta e partecipata, di finanziamento a sostegno della ristrutturazione e del pieno recupero del nostro Teatro, dove in questo “nostro” è racchiuso il ricordo di cosa è stato, il dolore di ciò che si è perso, ma soprattutto l’orgoglio di quello che sarà: la rinascita di un tesoro prezioso veramente comune che può anche favorire e segnare un punto di svolta per la nostra Città.
Il Sindaco di Alessandria
Maria Rita Rossa
IBAN: IT72Z0558410400000000054245
CAUSALE: “Per la ristrutturazione del Teatro di Alessandria”