Medicina democratica non è mai stata tenera nei confronti dei sindacati, onde stimolarli ad un maggiore impegno per l’ambiente anche come presupposto indispensabile per la salvaguardia dell’occupazione: ovunque la fabbrica che inquina è inevitabilmente destinata alla chiusura. Concetto quanto mai valido per Solvay di Spinetta Marengo (AL), se le istituzioni non vanno oltre alla messa in sicurezza e non avviano subito la vera bonifica del territorio: argomento clou del processo in corso.
A maggior ragione vogliamo segnalare ai sindacati, come campanello di allarme, operazioni industriali e finanziarie che vedono la multinazionale belga allontanarsi dall’industria delle materie chimiche. Il Gruppo Solvay, valutato 13 miliardi di dollari, infatti sta cercando di inserirsi nel business della fratturazione idraulica (hydrofracking). Ha annunciato di aver raggiunto un accordo del valore di 1,3 miliardi di dollari per l’acquisizione dell’americana Chemlogics specializzata nei comparti per l’estrazione di gas e petroli. Secondo gli analisti internazionali, ripresi dalle pagine economiche dei maggiori giornali, la scelta di Solvay sul mercato degli idrocarburi appare convincente dal punto di vista strategico, anche se il prezzo pagato per l’ingresso in questo nuovo settore è ritenuto troppo caro: l’enorme esposizione finanziaria dovrà così essere riequilibrata col disimpegno dall’industria chimica che è valutata da anni con ridotti margini di profitto. Dunque cessioni e chiusure di impianti. Facciamo in modo che questo abbandono strategico coinvolga meno lo stabilimento di Spinetta Marengo: per conservare la sua competitività occorre perciò impegnare Solvay – oggi per domani – in un adeguato piano di investimenti per la vera bonifica del territorio inquinato, un piano tecnico di livello internazionale naturalmente sotto egida di un vero Osservatorio ambientale della Fraschetta. Sarebbe il segnale per sperare nel futuro del polo chimico.
In questo senso Medicina democratica è attiva nel processo in Corte d’Assise, come ha fatto per Rosignano (7 miliardi di Solvay per la bonifica livornese). Anche i sindacati facciano, rivendicando quel piano, la loro parte per uscire definitivamente dall’orlo del baratro del 2008, non accontentandosi delle consuete inaffidabili rassicurazioni aziendali. La strategia industriale del Gruppo Solvay è in rapida evoluzione.
Medicina democratica – Movimento di lotta per la salute
Sezione provinciale di Alessandria