Nuovo capitolo, oggi pomeriggio, nella ormai quasi ventennale questione del Terzo valico? Pare che stavolta si faccia sul serio, e Maurizio Lupi, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, incontrerà in Prefettura “le componenti istituzionali e rappresentative della societa civile cli questa provincia al fine di delineare gli aspetti più salienti dell’opera, con particolare riferimento alla rilevanza strategica della stessa nel quadro delle politiche di sviluppo del territorio”.
Vuol dire che non sarà la solita parata di autorità o supposte tali, ma che si parlerà concretamente della tempistica di realizzazione, e di cosa ne viene in tasca alle comunità locali? Così parrebbe, e questa è, di fatto, la posizione assunta negli ultimi mesi dagli amministratori del territorio, e in particolare dal Pd, che è certamente il partito oggi più coinvolto e rappresentativo (anche perchè gli altri, compreso quello del ministro Lupi, galleggiano nell’ambiguità stranota). Ossia: il Terzo Valico s’ha da fare, ma solo a condizioni di assoluta sicurezza ambientale (amianto, trasporto smarino, cave, falde acquifere e tutto il resto dell’armamentario classico ripetuto mille volte), e di ricadute concrete e positive per il territorio. Che non vuol dire, in soldoni, solo rotonde e tangenzialine (quelle erano le richieste del Pd dell’altro ieri), ma innovazione vera, logistica di ultima generazione, occupazione non solo transitoria, ma di lungo periodo, e iper specializzata.
Perentorio sul tema il presidente della Provincia Paolo Filippi: “Lunedì dal Ministro Lupi lo ribadirò con forza: o logistica o feroce opposizione al Terzo Valico”.
Certo, a parlare si fa presto. “Non guarderemo passare il treno del Terzo Valico con la coda dell’occhio”, oppure “La vera centrale della logistica di ultima generazione si faccia qui da noi, non a Singapore”, e così via.
Di fatto, però, cosa abbiamo ad oggi? Un ministro, il ciellino Maurizio Lupi, che scopriremo nei prossimi mesi quanto sia ancora berlusconiano, e quanto no. Un governo, quello di Letta, che naviga a vista, neanche ci ha ancora dato certezze su Imu e Tares di fine anno, e non si sa quanto durerà. E poi nessuna garanzia sul fronte dei dati legati alla presenza di amianto, e all’impatto ambientale dell’opera. E men che meno sulla disponibilità reale di risorse per realizzarla (poco meno di 7 miliardi di euro), oltre che sulla tempistica della stessa.
E il popolo? Che dice il popolo? “Il popolo non esiste più, se mai c’è stato. E’ una comoda astrazione, un armamentario da vecchia sinistra, come l’opinione pubblica per i ‘liberal’: esistono solo tanti singoli individui con i loro personali e privati interessi e problemi”, dice un mio amico. Bene. A noi pare allora che la porzione di questi singoli individui ‘scatenatamente’ pro Terzo Valico sia una percentuale infinitesimale, anche se di indubbio peso. Non individui qualunque, insomma.
Ma anche i No Tav sono una minoranza: certamente meno esigua della prima (e anche di assai minor potere), e minoranza rumorosa, ma minoranza.
La gran parte di noi, diciamocelo, appartiene alla maggioranza, silenziosa o indifferente che sia, dei ‘boh Tav”.
Ossia “non ce ne importa nulla, non abbiamo capito, non sono affari nostri, e comunque la nostra opinione non conta”. Per i ‘boh Tav’ l’incontro di oggi in Prefettura non rappresenta gran che, se non un leggero rumore di fondo, e magari qualche difficoltà di più nel parcheggio attorno a Palazzo Ghilini. Non è forse così?