Un nuovo commissario per sistemare i conti dello Stato. Ma la spending review non era già stata messa a punto da quel fuoriclasse di Mario Monti, scusate? Questo nuovo burocate, Cottarelli, dovrebbe avere la strada spianata da cotanti professoroni che l’hanno preceduto, no?
Invece pare che risanare la macchina pubblica italiana sia attività miracolistica, sempre più improbabile nei suoi risultati. I media ci ‘rintronano’ di dati, numeri, cifre, come se i contabili fossimo noi, e quasi dovessimo sentirci in colpa se “lo Stato italiano quest’anno è costato 807 miliardi, l’anno prossimo il conto salirà a 812, nel 2017 a 854″. Epperò a gestirlo e tentare di risanarlo sono sempre gli stessi, e nonostante gli esiti fallimentari per trovarne uno che getti la spugna (senza essere diventato nel frattempo senatore a vita: altrimenti non vale) bisogna frugare negli annali, con il lanternino. Ma un’azienda che sta andando in malora voi la fareste risanare (sempre ammesso che sia possibile riuscirci) da chi l’ha condotta nel baratro? Noi italiani sì, preferiamo l’usato sicuro.
E allora vediamo qualche altro numero, tanto per rinfrescarci la memoria e tenerci aggiornati. E scopriamo che: “pensioni e sanità assorbono più di metà delle risorse, rispettivamente 255 e 111 miliardi. Nella spesa sanitaria ci sono margini per risparmiare (soprattutto sugli acquisti) ma la sfida è nell’altra metà del cielo, il costo della macchina pubblica”.
Veramente notizie di corridoio dicono che le pensioni (tranne quelle sotto i 1.000 euro al mese, forse) nel 2014 potrebbero non solo non essere indicizzate, ma diminuire di 40-50 euro al mese. E la sanità? Beh, quella è davvero una voragine, e funziona a ‘macchia di leopardo’. Noi, in Piemonte e ad Alessandria in particolare, apparteniamo sicuramente alla parte sana del sistema (sul fronte della qualità dei servizi: non dei conti, però), ma il timore è che subiremo una progressiva riduzione delle prestazioni. Altro che nuovo ospedale!
Però la parte davvero esilarante è quella che riguarda la ‘riduzione del costo della macchina pubblica’. Ma con quali criteri? Avete presente lo scandaloso ‘stop and go’ delle Province? Una roba che peggio neanche dei bambini di 12 anni sarebbe riusciti a fare: le Province sono lì, a galleggiare nel limbo, così come sono messe ora sì assolutamente inutili (con costi sostanzialmente invariati, ma senza neanche più i soldi per un adeguato piano neve!). E poi,una riorganizzazione dei costi della macchina pubblica può partire da un’appendice come le Province, senza una visione d’insieme che analizzi tutto il resto?
Il nuovo commissario pare abbia in realtà una mission assai più modesta: recuperare una decina di miliardi di euro, sui famosi 800 e rotti. Come dire correre da un piano all’altro del Palazzo a spegnere le luci e a controllare che non si abusi dei telefoni e del riscaldamento, mentre il Palazzo stesso sta crollando. Incrociamo le dita.
Ps: torneremo presto ad occuparci, naturalmente, anche dei Palazzi di casa nostra, in primis quello Rosso di Piazza della Libertà. Dove dopo i vari assessori messi alla porta, si è dimessa anche il vicesindaco Trifoglio. Sicuramente peraltro più preziosa per la città come ginecologa. Ora avanti un altro (o un’altra)…