“Calma, vedremo”, commentava ieri pomeriggio Gianni Barosini sul suo profilo facebook la notizia secondo cui il Demanio metterà a breve ‘in vendita’ (termine improprio: diciamo gestione di lunghissimo periodo) la Cittadella ai privati.
E un altro addetto ai lavori, non meno attento a queste questioni, al telefono liquida la questione con una risata: “quindi se ne riparla nel 2050!”
Sostanzialmente credo che abbiano ragione entrambi: la vedo durissima che, in maniera rapida (si fa per dire: per il bando si parla già di scadenza maggio 2014), questa strada possa portare a variazioni sostanziali, rispetto al precario scenario esistente. Fare un bando e trovare chi, concretamente, si fa carico a proprie spese della Cittadella sono due livelli molto diversi. Soprattutto se il bando (e non vediamo come possa essere diversamente) dovrà tener conto di rigorosi criteri di conservazione/restauro della Fortezza, che è monumento nazionale.
Un conto è dire: “signori fatevi avanti, la Cittadella va al miglior offerente, che poi potrà farci ciò che vuole”. Già così, oggi, sarebbe arduo, dati i capitali che comunque si dovrebbero mettere in campo per un recupero funzionale di qualsiasi tipo. Ma qui non stiamo parlando (almeno così ci pare di capire) di un’area tipo ex zuccherificio, dove (inquinamento e collocazione logistica a parte) si può pensare di realizzare ciò che si vuole. La Cittadella insomma mica può diventare un grande centro commerciale, o un villaggio residenziale, o un parco divertimenti. Non ‘tout court’, almeno. Per cui ‘l’accelerata’ improvvisa del Demanio è tutta da interpretare, e da valutare ‘a freddo’, se e quando un bando ci sarà davvero.
Certo, questa esplosione di interesse autunnale per la Fortezza è curiosa, dopo un decennio di sostanziale abbandono, con utilizzo cultural musicale occasionale. E drammaticamente significativo è il fatto che la nostra politica sembra affrontare anche questa vicenda allegramente in ordine sparso, quasi come fosse una gara a chi arriva prima a piantare la bandierina sui bastioni della Fortezza.
Personalmente, ci pare che l’unico progetto convincente (ancorché tutto da valutare, e certo di non facile realizzazione) possa essere quello di respiro europeo, o quantomeno italo francese, diciamo così.
Ma, come avrete visto, nel piccolo sondaggio che abbiamo lanciato nei giorni scorsi stanno prevalendo gli alessandrini scettici, che prevedono che la Cittadella “cadrà a pezzi piano piano”. Speriamo davvero che le Cassandre siano smentite: ma la mano sul fuoco, quella non ce la metteremmo. E, secondo noi, neanche i politici alessandrini.