Egr. Direttore,
ho assistito al convegno promosso da Scelta Civica ed ascoltato la proposta di Balduzzi sul futuro della Cittadella.
Saggia decisione quella di anteporre il progetto al reperimento delle risorse, mentre non è ancora chiaro chi saranno i soggetti preposti al famoso (e fumoso) Comitato di Gestione. Per come l’ho capita si dovrebbe riesumare un cadavere che giace in qualche armadio della Provincia e che, in tutti questi anni, è stato assolutamente inutile (e quindi dannosissimo). Si tratterebbe di farlo rivivere e, magari, con gli stessi soggetti che hanno già questa grossa macchia sul groppone.
Diceva Albert Einstein che “non si risolvono i problemi usando la stessa logica che li ha generati”, qui lo si fa senza alcun pudore.
Balduzzi, però, si è inventato una genialata mica da poco: ha introdotto una variabile che sta crescendo nell’utima moda deila politica di facciata e di chiacchiere, si è inventato la “democrazia deliberativa”. Alla mia richiesta di sanare la palese contraddizione tra questo termine ed il ruolo dei “decisori istituzionali” se ne è uscito con problemi di traduzione dall’inglese all’italiano, sorprendendomi piacevolmente per la fantasiosa via di fuga che si è inventato.
In parole povere quella che lui definisce “democrazia deliberativa” e che qui da noi, assai banalmente, si chiama “Democrazia Diretta” (ma non diteglielo, ci rimarrebbe male a scoprire che non ha inventato nulla), presuppone che il popolo, i cittadini decidano direttamente su ciò che li coinvolge ed i politici ne eseguano letteralmente la volontà.
Invece si scopre che la novità non è affatto nuova e, nell’immaginario dell’ex Ministro, la gente verrà consultata e poi i “decisori istituzionali” faranno ciò che a loro pare e piace. Questo, a suo dire, incentiverà la partecipazione democratica della gente che bla bla bla bla…
La domanda è: lei parteciperebbe ad un qualsiasi confronto in cui sa perfettamente che non conta niente?
Temo che il Prof. Balduzzi abbia urgente bisogno di lezioni di vera democrazia, se e quando vorrà, noi, Democratici Diretti, siamo disposti a dargliele.
Ma andiamo avanti…
Se Lei ben ricorda, avevo promosso, con “Rilanciamo Alessandria” l’idea di “dare l’assalto alla Cittadella”, ovvero dedicare una giornata in cui la Città, tutta la città, vi entrasse in modo simbolico, ma nemmeno tanto, e facesse un intervento di “pulizia generale”. Un forte segnale di allarme ed un richiamo di vera attenzione verso gli Istituti preposti alla sua salvaguardia. Immaginavo che dalle scolaresche alle massime organizzazioni, politiche, economiche, sindacali sino alle più attrezzate ed utili come i Vigili del Fuoco, la Guardia Forestale, la Polizia, le associazioni d’arma e, qui arrivo al punto, la Protezione Civile, intervenissero in forze.
Nel convegno il Sig. Marco Bologna, responsabile della Protezione civile a livello regionale, se ne è uscito con il segnalare che la protezione civile ha potenti mezzi e che potrebbe fare un lavoro importante per la salvaguardia del Monumento, che sono pronti e che…udite udite, se chiamati, potrebbero attivarsi in qualunque momento.
Fantastico! Problema superato, e anche a costi estremamente limitati…ma che bello! Poi mi do una calmata, ci rifletto e mi chiedo: e se quelli non lo chiamano?
Dato che di tutta questa gente mi fido poco, io faccio finta che non sia successo nulla e mi do da fare per questa giornata che potrebbe davvero dare una svolta significativa e storica a questa litania di buone intenzioni.
Se riusciremo nell’organizzare l’evento allora, forse, a chiamare la Protezione Civile, saranno proprio i cittadini che, non dimentichiamolo mai, non solo la compongono ma ne sono i veri ed unici Titolari.