Quale Partito dopo i congressi?
La disaffezione dei Cittadini verso la politica ha colpito anche il PD, con un calo di consensi e di iscritti che, anche se in linea con il dato nazionale nonostante il
“problematico” governo, necessita in vista dei prossimi congressi locali e nazionali di
azioni e proposte concrete.
Il PD per Alessandria: Andare “oltre il dissesto ” no al commissariamento
Quando diciamo “oltre il dissesto” intendiamo la capacità di ridare una nuova prospettiva di città risolvendo i gravi problemi ereditati, coinvolgendo i cittadini in un nuovo progetto.
Gli oltre 150.000.000,00 di euro di mancati pagamenti verso privati e partecipate che
hanno già prestato il loro servizio, i 46.887.506,73 euro di disavanzo di amministrazione nel 2011 stanno a dimostrare una gestione “fallimentare” della cosa pubblica che solo chi in è malafede o disinformato può disconoscere e parlare di dissesto evitabile. La delibera della corte dei conti, che definisce “gravemente deficitaria” la situazione finanziaria del
Comune di Alessandria e l’inadempienza del medesimo a misure correttive ci ha imposto,
da quando amministriamo questa città, una scelta forte che punta sul risanamento dei
conti.
Sono fuori luogo le considerazioni di chi vorrebbe il commissariamento, che porterebbe
solo a soluzioni drastiche di giustizia contabile, economico-finanziaria e non di giustizia sociale, cioè soprattutto dal punto di vista occupazionale. Il partito democratico deve essere in grado di ragionare su azioni concrete sul come uscirne, nonostante una normativa rigida.
I continui aumenti di tariffe e di tasse per il mantenimento dei servizi e i continui risparmi di spesa con l’azzeramento di oltre il 50 % dei capitoli di bilancio, possono non essere sufficienti per salvare Alessandria.
Su questo punto deve concentrarsi l’attività del Partito Democratico, congiunta con la
segreteria provinciale, delineando le linee guida rispetto ai provvedimenti che, anche se probabilmente corretti da un punto di vista contabile, destano forti preoccupazioni per le conseguenze e sono tutti da analizzare. E’ necessario il massimo sforzo per coniugare efficienza, risparmi evitando drastici interventi e nel contempo sollecitare gli interventi
legislativi necessari per superare questa fase.
È questo il momento di ricostruire, a partire dal locale, una forza compatta capace di discutere e far discutere, ma allo stesso tempo capace di prendere decisioni condivise.
Molte sono le questioni da risolvere e molte le priorità per ridare un segno di sviluppo ad Alessandria. Pensiamo:
– ruolo delle partecipate, miglioramento dei servizi pubblici e relativa loro ristrutturazione;
– piano di mobilità da impostarsi in un progetto di costruzione per una città “smart” e vivibile;
– questione sociale (emergenza casa, lavoro, politica di integrazione);
– un nuovo progetto culturale e turistico.
– un rapporto diverso e costruttivo con le associazioni, le forze sociali, le industrie e il commercio
– Alessandria, centro di collegamenti deve rinunciare alla sua vocazione in materia di
trasporti?
Il PD verso il congresso per un ruolo di guida in Provincia e rinnovamento dell’Italia.
Il prossimo congresso definirà leadership e composizioni degli organismi locali e nazionali.
I candidati e le loro mozioni, evidenziano differenti posizioni che potrebbero modificare le posizioni all’interno del partito che dovrà acquisire un ruolo di guida del paese. L’illusione Berlusconiana sta terminando, la lotta a questo intreccio di poteri che ha caratterizzato la vita italiana e del PD in questi anni deve trasformarsi in capacità di amministrare e
innovare. Civati, Cuperlo, Renzi e altri sono un patrimonio, sebbene in battaglia tra di loro.
Dovremo uscire dai congressi meglio di come vi entreremo.
Vogliamo evidenziare alcuni aspetti importanti che richiedono un analisi approfondita e soluzioni incisive anche a livello locale.
Il ruolo degli iscritti, innanzitutto, drasticamente in calo in tutta Italia e non è un caso, visto la scarsa importanza che viene loro riconosciuta nelle decisioni di ogni livello. Non basta il coinvolgimento in riunioni e iniziative, che peraltro abbiamo fatto in maniera ampia (decisamente maggiore che in passato, in poco più di un anno sono state oltre 100 le occasioni di confronto ai vari livelli), pur nella disomogeneità della situazione alessandrina che, stante l’organizzazione attuale, ha ampie zone della città scoperte e manca di una struttura centrale.
È necessario rivalutare questa figura, non solo quando ci sono le campagne elettorali o le feste di partito. E’ il primo passo per portare ad un gruppo dirigente rinnovato, che unisca competenze e impegno, teso a considerare il PD non un contenitore vuoto, da riempire all’occorrenza.
Il ruolo del partito con le rispettive amministrazioni. Il secondo passo deve andare nella direzione di una maggiore coesione con le amministrazioni, dove siano ben distinti i ruoli tra proposta/critica politica tipica dei partiti e sintesi/realizzazione da parte di chi governa, secondo uno schema che solo così può dare i risultati necessari.
La “forma” partito. Il terzo e fondamentale aspetto, a oggi mancante é che di fatto non
esiste una segreteria politica adeguata a rispondere alle esigenze del territorio. Occorre un’organizzazione vera con suddivisione delle competenze e delle responsabilità che punti con estrema attenzione al tema delle risorse e che deve, stante dove possibile e auspicabile il radicamento territoriale, realizzando un’organizzazione decentrata, compatibile con lo statuto, con vere strutture sul territorio collegate alla direzione centrale. Occorre che il PD diventi la casa di quei cittadini e di quelle parti di Società che non hanno trovato in questo partito delle motivazioni e sono andati verso Grillo o altri. In particolare i giovani, le partite Iva e tanti altri lavoratori.
Occorre creare un dialogo continuo con il popolo delle Primarie che, in larga parte formata da non iscritti “dimenticati”, sono l’humus per una rinascita politica di un grande partito di governo come quello che dovrebbe rappresentare il partito democratico. Per fare tutto ció dobbiamo pensare ad aprire, anziché chiudersi in gruppi e sottogruppi.
Aprire a donne e uomini che possono dare con la loro esperienza e volontà un recupero di
quella dea ampia di partecipazione attiva e di coinvolgimento che, anche e soprattutto a
livello locale, è alla base dei principi fondativi del Partito Democratico.
Daniele Coloris – PD Alessandria