«Dopo la televisione c’è il cinema, dopo il cinema c’è la radio, dopo la radio c’è la morte.» – Diego Lopez/Antonio Catania
Disgustato dai recenti avvenimenti del Calcio Che Conta – un giocatore che assale l’arbitro in Prima Categoria, un altro che esibisce i genitali ad una spettatrice prima di sputarle addosso in Promozione ignorando che ormai per questo tipo di perversioni esiste badoo – e sorpreso dalla contemporanea malattia di ben tre dei nostri inviati – una situazione che non succedeva dal numero di settembre 1917, quando arrivò l’influenza spagnola – decido per una domenica di darmi al calcio femminile e scendo a vedere Borghetto-Romagnano a Stazzano.
Poco prima di partire per lo stadio domenica dopo pranzo mi assalgono i ricordi dello stadio di Stazzano, dove per una decina d’anni un gruppo di ragazzi della zona ha partecipato ai campionati federali seguito anche nelle categorie più becere da un gruppo di due-trecento tifosi rumorosissimi e coloratissimi che sono andati via via scomparendo assottigliati dalla vita, dall’alcool e dalle diffide che sono piovute come pioggia su tutti loro. E proprio la pioggia – sembra che Giove Pluvio abbia deciso di utilizzare queste ultime due domeniche a disposizione per fare le prove generali per Halloween – mi accompagna mentre per raggiungere il campo percorro strade dove mi pare di scorgere Frodo Baggins che consulta la cartina persosi definitivamente nei boschi, saltello sulla tradizionale passerella in legno dipinta di arancioblù e raggiungo finalmente la mia meta immersa nella tradizionale nebbiolina del basso alessandrino, quella che una volta mi costrinse a fare tutto un Castellar Guidobono-Arquata guidando con la mano destra sul volante verso l’esterno ed il corpo proteso fuori dal finestrino cercando di seguire il più possibile la linea di mezzeria con gli occhi.
Nel bar locale – sorprendentemente aperto nonostante gli spettatori siano meno di venti – appese al muro ci sono svariate formazioni proprio dei «draghetti» del presidente Pestarino, che in una memorabile stagione di Prima Categoria raggiunsero anche i playoff prima di venire estromessi con un netto 5-0 dalla Bevingros, ora scomparsa anche lei. Pietro Governa, consigliere del comitato regionale della Fgci (per anni alla guida della delegazione provinciale), intervistato recentemente continua a sostenere che la crisi si sente ma che la provincia di Alessandria è una delle poche in grado di sviluppare entro i propri confini un girone di Prima, uno di Seconda prestando tre squadre ad Asti ed uno di Terza Categoria prestando quattro squadre in giro: la sensazione è però che a parte la sorpresa Mornese il nuovo non abbia ancora l’appeal commerciale del vecchio, e che saranno sempre più le persone che trascorreranno la domenica sul divano guardando Barbara D’Urso che non quelle che prenderanno la macchina e si recheranno di persona ad un qualsivoglia stadio.
Ed è un peccato, perchè se questa volta il fattore estetico era ampiamente soddisfatto – e non me ne vogliano le colleghe giornaliste donne, che si possono sempre godere maschi sudati seminudi – anche dal punto di vista calcistico si perderanno piccoli miracoli come una squadra che da 33 anni fa giocare le ragazze della zona con la passione del pallone.