Rifondazione: il sindaco di Alessandria nega l’evidenza, e il proprio fallimento

Non saremo noi a decidere, a prescindere dalla nostre valutazioni, e della nostra posizione in consiglio se il bilancio presentato sia corretto e nemmeno hanno avuto questa possibilità i cittadini, perché la partecipazione non è di casa ad Alessandria, sarà invece l’iter valutativo del Ministero a dirci tra qualche mese se la città avrà ancora tempo a disposizione.

Gli emendamenti presentati dai parlamentari della nostra Provincia che chiedevano 3 anni di tempo per il riequilibrio e spostavano la sanzione prevista per il mancato rispetto del patto di stabilità a carico del terzo esercizio successivo a quello del raggiungimento dell’equilibrio, sono stati per ora dichiarati inammissibili, quindi bisognerà attendere altri mesi per capire le evoluzioni di della proposta di questa maggioranza.

Alcune considerazioni contabili però vanno possiamo e vogliamo esprimerle:

– le spese correnti calano di 25 milioni annui e non vi è dettaglio su come avvenga tale riduzione (si passa da 109 a 85 mil)
– le spese per il rimborso prestiti sono tali da compromettere l’intero bilancio, sappiamo che il 50% del debito è detenuto dalla Cassa Depositi e Prestiti e il rimanente tra banca Intesa e Carige. Stupisce che questo piano, in considerazione dei numerosi viaggi verso Roma e i relativi “legami” con il Governo PD-PDL con non sia stato rinegoziato.
– alcune opacità sul Titolo terzo delle entrate sono già state esplicitate durante il Consiglio Comunale senza che qualcuno abbia dato risposta ai rilievi fatti.

Siamo invece a nostro avviso chiamati a valutare più che un documento contabile evidentemente impietoso ed impraticabile a meno che si riduca l’Ente locale e le sue funzioni a mera espressione geografica, le azioni politico amministrative che hanno preceduto questo documento, la progettualità di questa maggioranza e la sua relazione con la città nel suo insieme.

Gli elettori di Rita Rossa chiedevano un cambio di rotta rispetto il passato. Chiedevano di essere comunità solidale partecipante alle decisioni, chiedevano servizi certi per le famiglie, rispetto del commercio di prossimità, tutela dell’ambiente urbano, maggiore responsabilità sociale, salvaguardia dell’occupazione anche attraverso una positiva e costruttiva relazione con tutte le organizzazioni sindacali. Queste ultime sono state volutamente e scientemente private della dignità e del rispetto che è dovuto per la funzione svolta e spesso umiliati e con loro i lavoratori.

In una recente intervista il Sindaco, e i suoi sodali si ostinano a negare l’evidenza, ovvero che circa 200 lavoratori della galassia pubblica sono rimasti senza lavoro o nell’anticamera della disoccupazione che ora si chiama “cassa integrazione”, senza percepire nemmeno un euro, dall’ammortizzatore sociale di cui purtroppo utilizzati anche i consiglieri comunali di maggioranza (compresi quelli di Sel con cui avevamo condiviso gran parte del programma), per evitare la parola licenziamenti! Sono volate accuse pesanti verso i dirigenti sindacali . Eppure in maggioranza più di un consigliere oltre ad essere “dipendente pubblico” è stato a vario titolo, espressione di quei sindacati che ora contesta con fastidio, sognando forse “i bei tempi”, quando le trattative si concludevano con una pacca sulle spalle e un aumento quasi certo sulle buste paga dei lavoratori interessati. Ci sono stati in poco tempo cambiamenti epocali, è finita l’era del sindacato usato come possibile cinghia di trasmissione dei partiti di maggioranza relativa, non potrebbe essere altrimenti avendo PD e la sua galassia, rinunciato a rappresentare il lavoro. Una nuova generazione di lavoratori- sindacalisti, più preparata tecnicamente e più consapevole delle enormi contraddizioni di questo modello di sviluppo e della profonda incapacità delle classi dirigenti di elaborare progetti nella complessità della situazione sta emergendo anche qui ad Alessandria e questo è un bene! La Giunta dovrebbe prendere questa occasione per produrre delle sintesi e non per denigrare il lavoro dei rappresentanti dei lavoratori.

Le intemperanze del Sindaco e la assoluta mancanza di un progetto condiviso anche all’interno della stessa maggioranza offrono spesso allarmante spettacolo sulle cronache locali, quasi esista un muro di incomunicabilità oltre che con la città anche all’interno della Giunta sfociato recentemente nell’allontanamento dell’assessore Gianni Ivaldi. Con questa occasione il Sindaco accusa nuovamente gli ex assessori Giorgio Barberis e Nuccio Puleio di mancanza di senso di responsabilità poiché si sono rifiutati di condividere la sua visione di città non ben definita ma che noi respingiamo oggi come allora.

Le proposte della Federazione della Sinistra c’erano eccome e qui le riproponiamo: salvaguardare il livelli occupazionali e i servizi mettendo insieme tutti i lavoratori e le aziende, rinunciando magari per un periodo definito a parte del salario costruendo una solidarietà complessiva tra lavoratori compresi quelli delle cooperative sociali e tra cittadini e servizi. Ricorrere con ogni mezzo contro la legge sul dissesto con atti pubblici amministrativi. Il Sindaco invece , contrariamente a quanto concordato durante la stesura del programma elettorale, ha deciso di dividere se non addirittura contrapporre i lavoratori tra loro. Nessun piano industriale è stato fatto perdendo così l’occasione di produrre risparmi (abbiamo calcolato questi ultimi in circa 8/9 milioni di euro) certi e migliorare la qualità dei servizi. Sul versante di nuovi insediamenti produttivi che potrebbero arginare la crisi crescente sul nostro territorio nulla è stato fatto se non riproporre come una cantilena interventi come quello del nuovo ospedale e della logistica che non sono supportati da nessun interesse da parte delle istituzioni eventualmente finanziatrici.

Della Cultura come opportunità di sviluppo manco a parlarne!Sappiamo bene che almeno due importanti progetti che avevano scelto Alessandria come propria sede di intervento sono stati ignorati, così come i richiami per riaprire lo sportello di mediazione culturale o provare a concepire Il teatro di Alessandria e i suoi lavoratori come processi di un’area più vasta. I lavoratori del Servizio Informatico sono completamente ignorati e persino gli eventuali percorsi di riqualificazione professionale così come quelli temporaneamente messi al CSI Piemonte (operazione dai contorni foschi) che perderanno il lavoro non appena Aspal verrà liquidata Grandi aziende che insistono sul nostro territorio potrebbero lasciarlo, indisturbate, lasciando senza reddito almeno 1500 famiglie ma la maggioranza non sembra per ora preoccuparsene.

Il modello più volte preso ad esempio di possibile occupazione in città (stante alle dichiarazioni pubbliche di gran parte degli assessori) sembrerebbe quello rappresentato dalla partite iva , magari in sostituzione di quel servizi sociali e quei diritti sanciti dalla nostra Costituzione. Magari per deregolare definitivamente quel poco lavoro che c’è. Non ci stupiamo quindi se il Partito Democratico, con pochi distinguo, si stia accingendo insieme al Centro destra a dare una spallata alla Carta Costituzionale.
Questa maggioranza aveva coinvolto attorno a se forze sociali e organizzazioni politiche e singoli cittadini portatori di valori riconducibili alla Sinistra che sono state utilizzate con l’unico scopo di vincere le elezioni ma senza alcuna intenzione reale poi di condividerne le istanze e i valori.
Rifondazione Comunista FdS non ha cambiato giacchetta come altre forze politiche o i nostri rappresentanti usato l’organizzazione di riferimento come una porta girevole: sia in Giunta che in minoranza abbiamo portato avanti il progetto che avevamo condiviso anche con Rita Rossa ancora prima della sua candidatura a Sindaco, e riteniamo che in questa maggioranza prevalga un’idea di rappresentanza e di gestione del potere che non ci appartiene. Le ultime dichiarazioni della Assessora Gotta a riguardo le giuste istanze dei genitori che criticano il servizio mensa sono illuminanti “Capisco la posizione del Comitato, ma in ultima istanza non è poi quello l’organo che deve decidere cosa introdurre nel menu e cosa no. Continuiamo il dialogo ma poi le decisioni vanno prese dall’Amministrazione”. Ecco l’esempio più recente di quello che noi NON vogliamo essere e non vogliamo sostenere. E’ nostra ambizione insieme a ci ci sta, costruire un’alternativa a sinistra che parta proprio della difesa della Costituzione e dei beni comuni, una sinistra che faccia dell’uguaglianza, della partecipazione e della solidarietà i capisaldi e i riferimenti da cui ripartire per la costruzione di di un modello di città e di Paese capace di ripensare l’esistente.

Segreteria PRC-FDS di Alessandria