Nonostante il rilievo dato in questi mesi dai mezzi di informazione a diverse ipotesi di soluzione del “caso Alessandria” elaborate in sede parlamentare, siamo arrivati alla scadenza del 15 ottobre per la presentazione della proposta di Bilancio Stabilmente Riequilibrato 2013 senza particolari aiuti dalla politica nazionale. Alessandria non è Torino, non è Catania, Parma o Napoli e il Sindaco con la sua maggioranza ha, nella sostanza, dovuto decidere e assumersi da sola tutte le responsabilità. Naturalmente auspichiamo che la “legge di stabilità” contenga le misure più volte promesse: più tempo per il riequilibrio e risorse aggiuntive – a fondo perduto o con mutuo trentennale – per poter amministrare degnamente la città.
Per Sinistra Ecologia e Libertà che sin dall’inizio fa parte di questa maggioranza, ma da sei mesi è anche presente con responsabilità di governo nella Giunta di Rita Rossa, il voto sul Bilancio diventa l’occasione per fare una prima valutazione sulla nostra presenza e per motivare le nostre scelte.
Per quanto riguarda il giudizio di SEL sulle diverse ipotesi di bilancio che la condizione di “Comune in dissesto” ha imposto al Consiglio Comunale di approvare in queste settimane: Consultivo 2011, Stabilmente riequilibrato 2012 e 2013, come precondizione, risulta determinante il parere positivo dell’Organo di Revisione. Il Collegio dei Revisori dei Conti e, in particolare, il suo Presidente – contrariamente a quando successo con la precedente Amministrazione – può svolgere il fondamentale compito di controllo in piena autonomia e senza alcuna ingerenza da parte dell’attuale esecutivo.
Per SEL è fondamentale riaffermare la durezza e la drammaticità dell’attuale crisi che riguarda l’Ente Locale, le aziende partecipate e l’insieme dei dipendenti. E sottolineare il fatto che non si sta operando in condizioni di normalità. Per fare solo un esempio il mancato raggiungimento del “patto di stabilità” da parte della giunta Fabbio ha avuto come conseguenza una minore disponibilità annua di 10-11 milioni di Euro per il Comune e la comunità alessandrina. Una consapevolezza che, se è comprensibile non sia colta appieno dai singoli cittadini che si trovano a fare i conti con tariffe alte e servizi non adeguati, è molto meno giustificabile per i commentatori, così come tra le Associazioni delle diverse attività produttive che, al contrario, sono in possesso di tutti gli strumenti per una corretta conoscenza della realtà presente e, soprattutto, passata.
Ha fatto eccezione il nuovo presidente del Cissaca che ha rilevato positivamente l’avvenuto trasferimento di 570 mila euro da parte del Comune per le quote 2013 spettanti al Consorzio. Questo nonostante il dissesto e in controtendenza con la precedente giunta, quando il Consorzio socio assistenziale dell’alessandrino, per i debiti maturati dal Comune capoluogo, era stato messo nelle condizioni di non poter più garantire i fondamentali servizi che, in prevalenza, riguardano i soggetti più deboli.
Tralasciando il “gioco” di chi si trova in maggioranza e chi sta all’opposizione, in questo contesto e nei confronti di una coalizione di centro sinistra, la Sinistra ha a disposizione due opzioni:
a) la denuncia da fuori di quel che accade, criticando le cose che non vanno, ma avendo poca o nessuna possibilità di influire sulle decisioni;
b) lavorare all’interno della e con la maggioranza per ricercare soluzione ai diversi problemi, avendo a riferimento una impostazione definita e una strategia.
Negli anni ho imparato che nelle situazioni di crisi a pagare sono, in prevalenza, i soggetti più deboli e che per essere utili occorre conoscere da vicino i loro problemi e trovare, insieme, le soluzioni praticabili.
Scegliendo questa seconda strada abbiamo deciso di starci e di lavorare “in squadra”, con un confronto esplicito e trasparente sui contenuti e le risposte. Affrontando questa difficilissima crisi e facendo i conti con una legge sul “dissesto” che, applicata alla lettera, penalizza i lavoratori e i cittadini. Avendo a riferimento due condizioni, due indirizzi che oggi, possiamo affermare, sono patrimonio non solo di SEL, ma condivisi dal Sindaco e prevalenti nella stessa maggioranza. E riguardano il fatto che:
1) non e vero, come detta la legge, che la formazione, l’educazione, l’assistenza e la cultura non sono “servizi essenziali”. Senza di loro deperirebbe il ruolo del Comune su aspetti fondamentali per la qualità della vita di una comunità e dei suoi cittadini, oltre alla messa in discussione di fondamentali principi costituzionali. E nessuna legge può essere sovra-ordinata rispetto alla nostra Costituzione;
2) la necessaria ristrutturazione e riorganizzazione del Comune e delle Aziende partecipate si affronta con i lavoratori – non dividendo e contrapponendo gli uni agli altri – con le rappresentanze sindacali, non assumendo decisioni unilaterali, ma puntando a realizzare, nelle differenzi situazioni, intese condivise e consapevoli.
Sin qui il vero e unico rammarico riguarda la mancata conferma delle lavoratrici precarie, insegnanti e cuoche, di “Costruire Insieme” che, solo in parte, hanno trovato occupazione presso il Cissaca, e che è dovuta alla diminuzione del numero di domande per gli asili nido, ma, soprattutto, per l’impossibilità che il Comune, essendo in dissesto, ha ad assumere. Certo la solidarietà espressa in quel di San Michele dai consiglieri del Pdl e della Lega alle cuoche che hanno scelto la locale chiesa per organizzare la loro legittima protesta risulta platealmente strumentale. E’ la stessa destra che al governo del Paese nel ventennio berlusconiano ha fatto dell’attacco ai diritti dei lavoratori uno dei suoi principali obiettivi e dell’esaltazione della precarietà nel lavoro la soluzione dei problemi dell’occupazione. I risultati di questa infausta politica sono la drammatica crisi economica e sociale di oggi e i milioni di disoccupati, con il 40% dei giovani senza lavoro.
Ma, nelle ultime settimane, le iniziative coerenti con le condizioni e gli indirizzi sopra indicati hanno riguardato diverse realtà:
– l’impegno serio e responsabile dei Rappresentanti Sindacali del Comune nell’individuare possibili risparmi di spesa dell’Ente, insieme alla conferma della rinuncia, che si auspica temporanea, di parti del salario accessorio. Aspetto, quest’ultimo, da rimarcare in una categoria di lavoratori che da anni non rinnova il proprio Contratto;
– l’accordo raggiunto all’ATM, tra azienda, sindacati di categoria e con il concorso del Comune, sulla Cassa integrazione in deroga per un significativo numero di lavoratori. Soluzione preferita, nel corso delle trattative, a un numero più ridotto di Contratti di solidarietà, come ipotizzato in un primo tempo;
– il confronto e il dialogo permanente con i lavoratori del teatro, l’ex TRA, da tre anni in Cassa Integrazione, con l’impegno del Sindaco e dell’Amministrazione a ricercare una soluzione occupazionale, mentre prosegue la bonifica della struttura inquinata dall’amianto e tre dipendenti sono in questa attivamente impegnati. Al fine di sollecitare l’interessamento della Regione Piemonte, assente nell’ultimo incontro, ma che del TRA è stata parte, i sindacati di categoria hanno chiesto l’intervento del Prefetto.
Per la situazione dei lavoratori ex Aspal e la nuova finalizzazione di Costruire Insieme – come azienda in prospettiva rivolta alle iniziative e attività culturali del Comune – occorre rapidamente superare i ritardi accumulati nella ripresa delle diverse attività. Visto che i piani non mancano e le risorse per il 2013 sono state stanziate. Così come vanno chiariti sospetti di resistenze presenti nella struttura e qualche celato interesse volto a offrire spazio a soggetti privati. Non esiste da parte di SEL nessuna preclusione alla presenza dei privati nel comparto della cultura, anche se, per la storia di questa città, ciò rappresenterebbe una assoluta novità. Ma facendo chiarezza. Nel settore serve lavoro e occupazione aggiuntiva, non sostitutiva e, soprattutto, non pensando di approfittare o lucrare sulle difficoltà di chi è in Cassa integrazione! Se poi gli operatori privati della cultura intendono aiutare l’Amministrazione possono farlo, ad esempio, offrendo nuove possibilità di lavoro a una parte dei dipendenti del Teatro le cui competenze e professionalità sono a tutti note.
Adesso le urgenze, dopo aver rispettato i tempi e superato il primo esame del Bilancio riequilibrato, riguardano, da un lato, l’assetto da dare ad AMIU-ARAL – unificando il ciclo dei rifiuti e migliorando il servizio, con il graduale ritorno alla raccolta domiciliare e assegnando nuova priorità al riciclo dei materiali – e dall’altro, le prospettive di AMAG, con la piena conferma del ruolo pubblico dell’azienda, sia nel servizio idrico che nella distribuzione del gas.
Conclusivamente SEL, avendo condiviso la decisione del Sindaco di non spostare al 30 novembre, come sarebbe stato possibile, l’approvazione della previsione di Bilancio riequilibrato per il 2013, ritiene che il lavoro di questi mesi debba essere politicamente e pubblicamente rivendicato.
Il risultato raggiunto non è dovuto a miracoli – lo dico con amicizia ai Segretari di Cgil, Cisl e Uil – ma, come sanno bene, ai pesanti sacrifici sopportati dai cittadini e dai lavoratori dell’Ente e delle Partecipate. Ora occorre aprire una fase nuova e produrre una svolta nella politica e nelle realizzazioni. E servono risorse aggiuntive per la ripresa della città, garantendo servizi efficienti e di qualità ai cittadini.
Infine, i tifosi del “Commissario” e dell’auspicato “commissariamento” del Comune di Alessandria – sia quelli espliciti che quelli nascosti – proprio perché questo non rappresenta un interesse per la città e i lavoratori, ma un danno certo, sono convinto, rimarranno delusi!
Renzo Penna
Consigliere Comunale di Sinistra Ecologia e Libertà
Schema dell’intervento svolto durante il Consiglio Comunale di Alessandria del 15 ottobre 2013