Berutti: “Il Comune di Tortona rischiava il dissesto, ora il risanamento è avviato”. Ma il suo futuro è in Regione?

Berutti MassimoNel suo quartier generale, al primo piano del municipio nella ex Caserma Passalacqua,  il via vai di persone è continuo, e lo staff del sindaco super impegnato a ricevere, smistare, intrattenere. Massimo Berutti, primo cittadino di Tortona, si appresta a vivere gli ultimi mesi del suo mandato ‘in trincea’, alle prese con emergenze occasionali (come la rottura del tubo dell’acquedotto della settimana scorsa, che lo ha visto subito in strada, a controllare la situazione di persona) e con ‘imboscate’ dal sapore  pre-elettorale, come la recentissima visita dell’inviato di Striscia la notizia Vittorio Brumotti sul fronte dell’incompiuto teatro Dellepiane.
“Ne riparliamo tra qualche settimana, dopo un’ampia consultazione all’interno del mio partito”, sorride Berutti alla domanda “ma lei, sindaco, nel 2014 si ricandida?”. L’impressione, però, è che l’esponente del Pdl (47 anni, e un aspetto da ragazzo concreto e perbene) guardi altrove, magari al consiglio regionale che sarà rinnovato nel 2015. E che passerebbe volentieri la mano, “ma senza creare problemi, e solo se potrò lasciare il comune di Tortona in mani saldi e competenti”. Proviamo allora a farci raccontare, in sintesi, le tappe salienti di un percorso che, probabilmente, neanche lo stessi Berutti si sarebbe aspettato, nel 2009, così ricco di ostacoli e complicazioni.

Sindaco Berutti, ci mancava Brumotti di Striscia come ciliegina sulla torta, dopoBrumotti l’acquedotto in tilt. Non è che le hanno fatto la ‘macumba’?
Ma no, ne abbiamo passate di peggio. La vicenda del teatro Dellepiane ha radici antiche, risale agli anni Novanta, e ad ammnistrazioni ed epoche del tutto diverse. E questi sono progetti che o si realizzano rapidamente, o poi finiscono così, su un binario morto. I tortonesi lo sanno bene: noi abbiamo lavorato con rigore, rimettendo in carreggiata il Comune, che si trovava in una situazione drammatica. Si figuri se possiamo anche minimamente pensare di completare e gestire certe cattedrali nel deserto, in cui già sono stati spesi in passato qualcosa come 6 milioni di euro di fondi comunitari, e 4 dei tortonesi. Oggi per completare il Dellepiane servirebbe ancora un milione di euro, che non abbiamo. Ma la domanda vera è: per farne cosa, poi? Facciamo già i salti mortali per tenere aperto e alimentare la stagione al Civico, anche con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona. Il Dellepiane lo abbiamo proposto al Teatro Manzoni di Milano, al Coccia di Novara e ad altri. La risposta è sempre la stessa: ‘completatelo, poi ne riparliamo’. Per cui l’unica soluzione credo che sia la messa a punto di un bando europeo, alla ricerca di manifestazioni di interesse per una gestione privata. Certamente noi oggi non siamo in grado, e temo neppure domani o dopodomani.

E l’acquedotto?
Per fortuna gli interventi sono stati immediati, e in poche ore si è tornati alla normalità. Ma è evidente che bisogna intervenire in maniera strutturale, e Gestione Acqua lo sa bene, dal momento che sono anni che lo facciamo presente: il cosiddetto tubone va realizzato, e al più presto. Per evitare che si verifichino altri disagi simili.

Municipio TortonaPartiamo dall’inizio sindaco: nel 2009, eletto primo cittadino di Tortona, si aspettava un percorso così complicato?
Onestamente no. Diciamo che secondo me la situazione non era ben chiara, nella sua gravità, neanche agli altri esponenti del mio partito, il Pdl. E che chi ci aveva preceduti (parlo di qualche amministratore, e di qualche dirigente) aveva abilmente nascosto la polvere sotto i tappeti, e qualche scheletro negli armadi. Con il mio staff, a partire dal settembre del 2009, abbiamo dovuto prendere atto che c’erano determinate condizioni finanziare, molto gravi, che richiedevano certamente una gestione di emergenza. Altri, in una situazione simile, avrebbero forse chiesto il dissesto dell’ente, con conseguenze simili a quelle che oggi vediamo nella vicina Alessandria. Noi abbiamo preferito rimboccarci le maniche, e parlar chiaro ai tortonesi. Che credo complessivamente abbiano capito la gravità del contesto, che non lasciava spazio a voli pindarici. Bisognava scegliere che fare, e scegliere in fretta.

La criticità principale, come spesso in questi anni per gli enti locali, arrivava dal ginepraio delle società partecipate…
Esatto. Avevamo una società multiservizi, l’Atm, che rischiava di saltare, con i creditori alle porte. E un patrimonio immobiliare che non era pronto per essere venduto. Se ci ripenso, direi che non abbiamo fatto poco a reggere, davvero. Abbiamo avviato la liquidazione della società, vendendo al contempo le reti. E, ci tengo a sottolinearlo, mettendo sempre l’occupazione al primo posto, perché davvero, di questi tempi soprattutto, sarebbe stato assurdo comportarsi diversamente. Dei quaranta dipendenti di Atm, nessuno è rimasto a piedi. Abbiamo affidato il servizio tributi, collocando 9 persone, e così si altri fronti: tutti con occupazione garantita per almeno 9 anni. Non mi sembra poco.


Le farmacie comunali infine le avete vendute?
Farmacia
Ad oggi non ancora, a causa di valutazioni e interpretazioni divergenti su Farmacom. Ma quella a luglio è stata la decisione del consiglio comunale, e entro un paio di mesi contiamo di chiudere il cerchio, e di sciogliere anche questo nodo. La strada credo che non possa che essere quella.

Oggi, dopo 4 anni di gestione Berutti, lei si sente di affermare che la situazione del comune di Tortona è migliorata?
Enormemente, ma credo che siano i numeri a parlare per noi. Sono stati quattro anni di corse, di emergenze continue, e senz’altro anche di sacrifici per i tortonesi. Ma era l’unica strada percorribile, per evitare il disastro. Che oggi è scongiurato, e si può guardare al futuro con maggior serenità. Consideri che l’ente aveva un bilancio che, solo nel 2011, chiudeva con dieci milioni di passivo. Mentre il 2013 dovrebbe chiudersi con un meno 800 mila euro,grazie ad una razionalizzazione importante. Il Comune di Tortona è oggi un’azienda risanata, con 177 dipendenti, e una spesa corrente in pareggio intorno ai 29 milioni di euro: erano 32 milioni soltanto due anni fa, il che significa che siamo riusciti a ridurre le spese di oltre 3 milioni, mantenendo buoni standard di servizi ai cittadini. Non solo: nel frattempo abbiamo avuto anche il coraggio di ripulire i conti, eliminando 8 milioni di euro di residui inesigibili. E tutto questo, me lo faccia dire per favore, mentre certi personaggi in consiglio comunale cercavano in tutti i modi di ostacolarci, e metterci i bastoni tra le ruote. Ma non certo pensando al bene della città: no, solo per il gusto di distruggere.

Pensa in particolare all’ex consigliere comunale Ronchetti?
Quel che ha fatto questo signore in questi anni per i tortonesi mi pare evidente. E non aggiungo altro.

Però un Comune, sindaco Berutti, non vive solo di bilanci. Ci sono anche i servizi alla cittadinanza. Dalla manutenzione della città, ai servizi culturali e sociali. Lì, per forza di cose, avete fatto tirare la cinghia ai tortonesi…o no?
In parte certamente, perché non esistevano alternative. Ma anche qui, le posso assicurare che Tortona è messa assai meglio di altri comuni, e che le spese per investimenti ripartiranno, naturalmente in maniera commisurata alle possibilità e alle risorse. Già oggi, peraltro, Tortona può contare, sul piano delle attività culturali, su appuntamenti come quello di Arena Derthona, che è ormai un punto di riferimento importante, oltre ad avere una stagione teatrale invernale di tutto rispetto.
Una priorità ritengo rimanga, su un altro fronte, la revisione del piano regolatore cittadino, fermo da troppo tempo, e da attualizzare rispetto alle nuove esigenze della città.

Interporto aereaLa crisi qui morde meno, rispetto al resto della provincia?
La crisi si è sentita e si sente, purtroppo. Ma Tortona e il tortonese hanno da sempre un tessuto produttivo e imprenditoriale, in diversi comparti, che non ha per niente alzato bandiera bianca, e anzi è pronto a ripartire. L’ho detto di recente, e lo ribadisco: si parla tanto della logistica di dopodomani, ma noi sul nostro territorio abbiamo già per fortuna la logistica di oggi, con realtà come l’Interporto di Rivalta (a cui la nuova proprietà belga sta dando ulteriore impulso) e il Gruppo Gavio. Sono certo che, ai primi segnali di ripartenza, Tortona sarà in pole position.

A proposito di logistica, Berutti: lei di recente ha polemizzato apertamente con il movimento anti Terzo Valico. E’ un sostenitore dell’opera senza se e senza ma?
Sono convinto che progetti che portano sviluppo, crescita e occupazione non vanno ostacolati a priori, a patto naturalmente che siano garantiti livelli assoluti di sicurezza ambientale. La polemica a cui lei si riferisce è quella legata alle cave per il deposito dello smarino situate all’interno del nostro comune. Ma sono allarmismi strumentali, scatenati ad hoc sui media da certe frange per ottenere visibilità. Guardi, ho giusto qui un documento (ce lo mostra, ndr) che chiarisce che le cave tortonesi non saranno utilizzate: che la facciano finita con queste polemiche inutili!

Lei ogni tanto torna anche sul tema del nuovo ospedale, e rilancia la FraschettaOspedale Tortona come sua sede e baricentro: ma i soldi dove sono?
Per opere simili le risorse se si vuole si individuano: a meno di non smettere davvero di progettare il futuro di tutto un territorio. Io anche proposto alla Regione Piemonte, ai sindaci di Alessandria e Novi e alle 3 Fondazioni bancarie di Genova, Tortona e Alessandria di sederci ad un tavolo, e parlarne. Al di là di tutte le necessarie razionalizzazioni, mi pare evidente che le strutture sanitarie del triangolo Alessandria, Tortona, Novi sono per tanti versi inadeguate, e lo saranno sempre più. E mi pare che, logisticamente, l’area della Fraschetta sarebbe ottimale per realizzare una nuova struttura ospedaliera all’avanguardia, con adeguati parcheggi e facilmente raggiungibile, in pochi minuti, da tutte e tre le città, e territori limitrofi. Considerando che sono comunque progetti di realizzazione decennale, mi pare che sarebbe l’ora se non altro di cominciare a discuterne.

Palazzo LascarisLei però, sindaco Berutti, è in scadenza di mandato. Si ricandida, o come sussurrano in tanti preferirebbe passare la mano, per puntare alla regione?
(sorride, ndr) Una risposta ufficiale potrò darla solo nelle prossime settimane, dopo un ampio confronto all’interno del mio partito. Però non nascondo la mia posizione: faccio l’amministratore di ente locale dal 1995, tra comune di Montemarzino (dove sono stato consigliere comunale, assessore, sindaco), comunità montana, comune di Tortona. Credo che, a Tortona, si sia fatto dal 2009 ad oggi un lavoro enorme, molto positivo. Non ho nessuna intenzione di abbandonare la nave, se non in mani molto solide, e ci stiamo lavorando. Ma, certamente, se riuscirò ad individuare una figura di spessore, in grado di continuare l’opera di risanamento che è a buon punto, a me non spiacerebbe confrontarmi con nuove sfide. Naturalmente sempre chiedendo sostegno e consenso all’elettorato moderato e di centro destra, che in questi vent’anni mi ha sempre dato fiducia.

Ettore Grassano