Capita la sera di mettersi sul divano e abbandonarsi al relax.
Prendi il telecomando in mano e facendo zapping arrivi su Rai 3, vedi Crozza e ti ricordi che è martedì e che va in onda Ballarò.
Allora, dopo aver riso amaramente con il comico genovese (quello pelato, non quello politico), provi a fermare il tuo vagare televisivo per sentire cos’hanno da dire i politici di turno.
Argomento, inutile dirlo: Berlusconi.
Decade o non decade?
Fa un passo indietro o va fino in fondo?
Cosa dirà nel suo videomessaggio?
Cosa succederà al governo?
Si sfidano Pisapia e la Carfagna, che interpreta la parte della bella e austera e che non si fa mettere i piedi in testa dal primo comunista che passa, tanto che al Sindaco di Milano chiarisce subito che certe cose le deve dire a sua sorella!
Forse un po’ di valeriana avrebbe giovato alla parlamentare pidiellina, perché Pisapia, facendo la parte della vittima, alla fine ne è uscito meglio, ma nasce spontanea una domanda: questi sono alleati?
Se il fair play che circola in parlamento è questo, capisco l’immobilità del governo su molte cose, ma su tutti ho apprezzato un chiarimento fatto dal ministro Del Rio: il governo è nato per fare un servizio agli italiani!
Un “servizio” degno dello zio Rocco: chi non sente dolori da tergo da quando è in carica Letta?
Carburanti in costante aumento, addizionali sempre più pesanti in busta paga, lo spettro dell’aumento IVA, la TARES…
Ma adesso ai politicanti non interessa tutto ciò, hanno un problema ben più grave: che fare con Berlusconi?
Tempo fa avevo sentito un intervento di Landini che mi era piaciuto molto ed il senso era: benedetti parlamentari, Silvio son 20 anni che ha guai giudiziari, ma cosa l’avete votata a fare una legge simile?
Invece assistiamo al paradosso che prima votano una legge per bloccare l’accesso dei condannati al Parlamento e poi, visto che tocca a Berlusconi, si grida all’incostituzionalità e si chiedono pareri a destra e a manca, arrivando al punto di far capire che se anche Silvio fosse colpevole, il fatto che è stato votato da milioni di italiani lo autorizza a restare, ponendo la volontà popolare sopra alla legge che loro stesso hanno votato.
Assurda normalità di un Paese allo sbando, dove un giudice arriva ad ammettere l’evasione fiscale di un imprenditore come mezzo di sopravvivenza.
Atto giustificabile quanto è lo Stato che non paga, meno in altri casi ed il rischio è che diventi una scusa per evitare scomodi esborsi: c’è crisi, non pago le tasse altrimenti chiudo.
A chi invece non viene concesso di scegliere (vedi buste paga) che via di fuga diamo?
Perché i conti sono presto fatti: allo Stato servono soldi per mandare avanti la baracca, ma di tagli alle spese inutili non se ne fanno (tipo i politici che non si vogliono tagliare rimborsi, stipendi e cadreghe, assorbendo con il loro entourage parecchie entrate).
Se nel contempo si legalizza l’evasione fiscale e tributaria di una parte dei contribuenti per sopravvivere (visto che diversi Comuni stanno chiudendo un occhio su commercianti non proprio puntuali nei pagamenti), mi pare che l’unica fonte “spremibile” restano le tasse indirette e chi viene tassano a monte.
Cari politicanti, forse dovreste prendere esempio dalla Concordia: manovalanza italiana, ma capo progetto straniero!
Chissà, magari Nick Sloane ha voglia di restare ancora un po’ in Italia!