Miraglia: “A Palazzo Rosso basta con i manager che nessuno ha votato: le aziende e i lavoratori non si toccano!”

Miraglia Cesare 2“Presto torneremo a raccontare la situazione agli alessandrini con i nostri manifesti 6×3 appesi in tutta la città, pieni di numeri molto significativi”. Cesare Miraglia, coordinatore provinciale dei Moderati (ma anche assessore provinciale al Lavoro) si appresta a fare ricorso ad uno degli strumenti che, negli anni scorsi, hanno consentito al suo movimento di comunicare, in maniera immediata ed efficace, con tutti i cittadini, e non solo con quella parte che utilizza il web, e che forse spesso in tanti tendiamo a sovrastimare. Ma quale sarà il contenuto dei nuovi 6×3?  Facile immaginare che si punterà sull’eredità del quinquennio Fabbio, e sui dati di risanamento (“ancora incompleto, ma in corso: i dati parlano chiaro”) relativi agli ultimi 15 mesi. Ma non è da escludere anche che i Moderati meditino di estrarre il coniglio dal cilindro, con qualche nuova proposta che potrebbe generare un po’ di ‘trambusto’, nelle prossime settimane. C’è chi parla di farmacie, e Miraglia non smentisce, ma sorride e dice: “vedremo”. Intanto parla della riorganizzazione delle partecipate, e critica con forza alcuni esponenti della sua maggioranza “che vogliono gestire il comune come fosse un’azienda privata, e giocano a fare i manager”. Non è difficile intuire che si riferisce all’attuale assessore al Bilancio di Palazzo Rosso, Matteo Ferraris, e al suo predecessore Pietro Bianchi, oggi presidente Amag.

 

Assessore Miraglia, partiamo da Palazzo Rosso: I Moderati nei mesi scorsi sonoCamusso Susanna stati piuttosto critici, all’interno della maggioranza di centro sinistra. Le recenti critiche di Camusso e Cgil le condivide?
Altro che critici: noi abbiamo detto chiaramente che si è perso troppo tempo ad inseguire progetti, folli, di licenziamenti di massa e chiusura di aziende, o loro svendita ai privati. Neanche stessimo parlando di un’azienda privata, con un solo o pochi azionisti. E lo dico io che di mestiere faccio l’imprenditore: il Comune non è un’azienda, ma un bene pubblico, di proprietà di tutti gli alessandrini, a cui deve erogare servizi di qualità. Nel merito della querelle tra Cgil e Pd non entro, buttare altra benzina sul fuoco non serve. Dico solo che noi diciamo da sempre che per far ripartire il Comune di Alessandria ci vuole un dialogo vero, sulle cose: sedersi anche 24 ore di fila attorno ad un tavolo, se serve. Ma per uscirne con delle soluzioni: bisticciare sui giornali non serve.

Cermelli 1Però, assessore, il Comune è un bene pubblico che fa acqua da tutte le parti, e va messo in sicurezza prima che affondi del tutto: come fare?
La strada è una sola, e si chiama riorganizzazione senza chiusure. Anzi, valorizzando le aziende pubbliche, che hanno un ruolo insostituibile. Le faccio l’esempio di Atm. Per un anno se ne è parlato come di un carrozzone irrecuperabile, da chiudere. Ma da quando sono arrivati il presidente Cermelli (nella foto) e il vice presidente Bressan (che da qualche settimana fa anche funzione di direttore) il dialogo con le parti sociali è ripartito, ed è stato presentato un piano industriale serio, realizzabile e che consentirà di dare un futuro all’azienda, tutelando i lavoratori. Naturalmente ora si deve guardare al futuro, alla ricerca di partner solidi: ma chi l’ha detto che devono essere privati? Perché ad esempio non pensare ad un consolidamento dei legami con il comune di Torino, già socio di minoranza al 4,52%? Ah, se mi consente, a proposito di voci incontrollate: Cermelli e Bressan da Atm non hanno ancora preso un euro, e hanno comunque compensi che non superano i 24 mila euro lordi l’anno a testa. A proposito di spending review, giova sempre ricordarlo.

E la filiera dei rifiuti, assessore? E’ un’altra patata bollente…..
Anche lì, chiediamo di contare di più, per intervenire con concretezza. E’ evidente che rinunciare all’accordo tecnico stipulato con Iren è stato un errore: si poteva limarlo, rivederlo. Ma gettarlo a mare ci ha riportati indietro, così come si è dimostrata impercorribile la strada del fallimento di Amiu. Oggi ci ritroviamo con un’azienda, Aral, che non è strutturata per reggere da sola la situazione. Eppure la filiera dei rifiuti è una grande opportunità, una fonte di risorse per il Comune. Va riorganizzata seriamente, e noi chiediamo di esserci, di far parte del processo decisionale.

Insomma Miraglia, lo snodo è il rapporto con il Pd? Finora hanno deciso senzaFerraris Matteo 3 consultarvi?
I rappresentanti del Pd sulla vicenda di Palazzo Rosso sul fronte romano si sono impegnati, e ancora dovranno farlo, per far sentire la nostra voce ed esigere di non essere abbandonati. Serve più tempo,  e servono risorse. A livello di maggioranza comunale, il problema non è stato finora tanto il Pd, quanto alcuni personaggi con approccio aziendalista che hanno fatto più danni che altro. A chi mi riferisco è chiaro: il precedente assessore al Bilancio, e quello attuale. Anzi, già che ci siamo diciamo pure che anche Amag, vera cassaforte del comune, ha senz’altro bisogno di essere gestita con maggior impegno e trasparenza. Se Bianchi non se la sente, o ha altre idee, non è obbligato a rimanere alla presidenza. Il punto è questo: i cittadini scelgono, con il voto, da chi vogliono essere amministrati. Possibile che poi tutto il potere debba invece passare nel mano di questi tecnici, bravi o meno che siano? Quanti voti hanno preso dagli elettori Bianchi, o Ferraris (nella foto)? Chi rappresentano? Noi chiediamo al sindaco Rossa, che certamente si sta impegnando a fondo, tra mille emergenze, di ascoltarci di più, perché rappresentiamo la volontà degli alessandrini che, a noi, il loro voto lo hanno dato. Tutto qui.

Palazzo Ghilini 2Come assessore al Lavoro in Provincia, come vede la situazione complessiva? Si susseguono i convegni che parlano di catastrofe occupazionale…
Anche qui, basta col vittimismo e il pessimismo. Sia pur con le pochissime risorse che ci sono rimaste, come Provincia cerchiamo di stimolare chi ha voglia di darsi da fare,  e idee professionali anche piccole ma dinamiche da realizzare. Abbiamo finanziato fino ad ora 64 progetti, e speriamo di poter continuare. Però è chiaro che la risposta a questa trasformazione del mondo del lavoro non può che essere rimboccarsi le maniche, e darsi da fare davvero. Per chi davvero ne ha voglia, il mondo dell’artigiano e anche del commercio rappresenta ancora un percorso che può dare soddisfazioni, non è vero che tutto è ormai finito. Niente finisce: bisogna saper capire e gestire la trasformazione: le assicuro che, per la mia attività di imprenditore, mi sto confrontando con realtà, soprattutto nelle Marche, sia sul fronte calzaturiero che nell’ottica, che sono dei veri gioielli, e stanno puntando sempre più sul made in Italy di qualità per conquistare il mondo. Lo spazio c’è ancora: bisogna provarci, e fare bene.

Chiudiamo con uno sguardo alle elezioni comunali del 2014 assessore: le uniche certe, dati i punti interrogativi su Provincia e Governo. I Moderati ci saranno, e puntano ad avere un candidato sindaco in qualche centro di rilievo?
Per il candidato sindaco è presto: i confronti e le valutazioni cominceranno nelle prossime settimane. Certamente però non solo ci saremo, ma chiediamo fin d’ora al nostro principale alleato del centro sinistra, il Pd, di tornare ad una logica di confronto paritario. Non mi pare, francamente, che sul nostro territorio si possa immaginare di sperimentare logiche di larghe intese che già a Roma stanno mostrando la corda. Per cui, se il centro sinistra vuole riconquistare le amministrazioni dove ha governato finora, e conquistare altri comuni, come Tortona e Casale, ci deve essere un fronte unitario ampio, dove tutti possono contare e far sentire la loro voce.

Ettore Grassano