L’europarlamentare alessandrino Oreste Rossi, esponente del Partito Popolare Europeo e membro della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, ha preso fermamente posizione, a Bruxelles, contro l’ipotesi di attacco alla Siria da parte degli Stati Uniti, e invoca l’intervento dei Caschi blu dell’Onu. “Sarebbe un crimine attaccare la Siria – spiega Tino Rossi – utilizzando missili Tomahawk, in quanto si tratta di strumenti di morte, con la testata in uranio impoverito, che causano leucemie e tumori per decine di anni, colpendo sia i militari che i civili inermi”.
“Sia d’esempio – prosegue l’esponente del movimento “Alleanza Europea – la politica dei cittadini – quanto successo in Iraq e in Afghanistan, in cui ben duecento militari italiani, che hanno preso parte a missioni “umanitarie”, sono morti a causa di malattie degenerative, legate molto probabilmente all’esposizione di uranio impoverito, e oltre duemila sono malati. In Iraq, dove mi sono recato per ben tre volte, ho visto con i miei occhi centinaia e centinaia di bambini colpiti da leucemia, perché residenti nelle aree colpite dai cosiddetti missili intelligenti all’uranio depleto”.
Drastiche le conclusioni di Tino Rossi: “Si abbia il coraggio di dire la verità, almeno. Fare una guerra, se pur breve, costa miliardi di dollari e i grandi giri di denaro, si sa, arricchiscono i potenti. Ritengo che questo sia l’unico motivo per cui si vuole bombardare la Siria. Per aiutare davvero la popolazione si dovrebbero far intervenire i Caschi blu dell’Onu, anziché usare missili all’uranio impoverito”. Non solo. L’europarlamentare alessandrino guarda avanti, ad un’ipotesi di soluzione ‘pacifica’ delle attuali tensioni in Siria: “si auspica che venga stipulato un accordo tra le parti e le armi chimiche in mano all’esercito di Assad vengano consegnate a una terza organizzazione garante, in modo tale che possa essere evitata una guerra”.