Il PD piemontese chiede chiarezza sul Terzo Valico tardivamente e forse per evitare un’ ulteriore emorragia di voti in vista delle elezioni amministrative di altri centri zona, peccato che l’ambiguità di fondo rimanga inalterata: questa opera inutile e dannosa a prescindere dall’amianto e non va fatta nè qui nè altrove.
In Val di Susa la popolazione vive a democrazia sospesa in continuo stato di assedio vessata anche da certa magistratura che confeziona montature giudiziarie ad uso e consumo dei sostenitori dell’opera. La questione TAV costò alla Bresso una clamorosa sconfitta elettorale e nella nostra Provincia potrebbe regalare la vittoria elettorale al Movimento 5 Stelle almeno in uno dei centri zona. Senza contare che gli amministratori della Provincia si sono accorti (tardivamente) che per il territorio dell’alessandrino non ci sono compensazioni e ricadute economiche sugli enti Locali interessati ma solo problemi da risolvere.
Nonostante la nostra totale avversione alle grandi opere inutili e la nostra partecipazione attiva ai comitati No Tav del Piemonte, siamo stati puniti comunque dagli elettori proprio per esercì alleati con il PD. Ma non è solo la TAV ad orientare i cittadini vicini ai valori della sinistra, ma la coerenza rispetto ai valori di riferimento che non possono essere negoziabili: sobrietà nella politica, coerenza nella proposta, partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa, adesione non solo formale alla carta costituzionale, rispondere ai problemi con pratiche alternative all’esistente, rilanciare e far crescere servizi per le famiglie. La questione TAV ci parla di queste cose, è stato un terremoto per tanti cittadini, non è solo un treno che buca ma è un esempio clamoroso di un sistema di sviluppo che toglie risorse economiche, pensieri e progetti alle comunità.
Il Sindaco Rita Rossa invoca giustamente partecipazione e trasparenza sulle questioni aperte dal Terzo Valico ebbene sarebbe opportuno che le praticasse lei per prima, in questa situazione di eccezionale gravità:la politica non ha bisogno di manager o sedicenti tali ma di condivisione e visoni, di coesione, di relazioni sindacali esemplari. Ci dica il Sindaco e la sua Giunta, quale è il progetto di città che stanno definendo con la stesura del bilancio. Ci dica Rita Rossa cosa ne sarà dei lavoratori in cassa integrazione (che non c’è) e di quelli licenziati, cosa ne sarà dei servizi e dei beni comuni di questa città, cosa sta facendo per attirare risorse sul nostro territorio, quale strategia di sistema sta definendo sull’Università e sulla Cultura. Ci dica anche quale spazio abbiamo come forze politiche o come cittadini e associazioni per fare delle proposte perché se c’è qualcosa che è stato ripetutamente negato da questa amministrazione è la partecipazione, se non per relegarla alla pulizia del verde e poco più. Ci dica il Sindaco cosa sta facendo per la piccola e media impresa e se conosce i piani industriali delle grandi aziende che ancora insistono sul nostro territorio. Ci dica cosa immagina sul sistema urbano e come intende rilanciare il trasporto locale. Ci dica quanto costerà ai cittadini l’energia prodotta con il teleriscaldamento a cui ha legato mani e piedi almeno 650 alloggi del quartiere Cristo. Ci dica con che criteri sono stati affidati i lavori e i progetti legati al PISU che nessuno conosce, e del perché questa città senza identità non venga aiutata a ridefinirsi prendendo il dissesto finanziario come occasione per RI-conoscersi, per qualificare la città come luogo ospitale per i turisti e per chi vuole sperimentare la propria eccellenza professionale e culturale. Non sappiamo cosa pensa e cosa fa la Giunta in merito alle questioni legate alla Sanità Piemontese e al trasporto ferroviario locale gravemente messe in crisi dal Governo di Cota e da Moretti.
Le nostre valutazioni in merito alle questioni legate alle Aziende pubbliche e al lavoro sono note e ci sono “costate” l’espulsione dalla Giunta, espulsione voluta dal Sindaco e dai suoi più stretti collaboratori, che sostanzialmente hanno deciso unilateralmente di rompere un patto pubblico. Ma la mancanza di trasparenza e partecipazione e condivisione di un progetto complessivo ora ci sembra ancora più allarmante in considerazione dell’abnormità delle problematiche che la nostra comunità dovrà affrontare.
Segreteria circolo Rifondazione Comunista “O.Romero” FdS Alessandria