Edilizia ad un passo dal baratro. Ma come se ne esce? [Controvento]

Mutti 2di Ettore Grassano

Non è stato un funerale, perché la grinta e la voglia di reagire i costuttori alessandrini ce l’hanno, eccome. Però ieri, alla presentazione del report sull’andamento congiunturale provinciale dell’Ance, aleggiava un clima di grande consapevolezza sulla gravità del momento.

Non solo, come più volte sottolineato dal presidente Roberto Mutti (nella foto) e dal direttore Luigi Tosi, non si vede nessuna luce in fondo al tunnel, ma ormai è chiaro a tutti che ci si trova di fronte ad una crisi non ciclica, bensì strutturale. Ossia quel 40% di aziende edili in meno dal 2008 al 2013 (e quel -43% in termini di addetti: da 6.189 a 3.553) rischia di creare il deserto. Con una dispersione di competenze qualificate, di know-how progettuale e anche di macchinari e di strumentazioni che non si potranno recuperare con un colpo di bacchetta magica tra due o tre anni: ammesso e non concesso che per allora qualcosa possa rimettersi in moto.

L’analisi dei vertici provinciali del Collegio Costruttori è stata lucida e dettagliata: e se si è arrivati a parlare, nel corso dell’incontro, di punti interrogativi sulla stessa ‘tenuta’ della Cassa Edile, è chiaro che ci si trova di fronte ad un’emergenza senza precedenti.

Sul banco degli imputati c’è un certo affollamento: ci sono le banche (a cui il presidente Mutti, da addetto ai lavori che sperimenta sulla propria pelle la situazione giorno per giorno, ha rivolto critiche severe), ma anche la classe dirigente del Paese, e la politica in particolare.

Non a caso, ai vertici istituzionali del territorio sono state inviate polemicamente, inEdilizia caschetti occasione dell’incontro di ieri, lettere di ‘Non invito’, e chi si è presentato ugualmente, come l’assessore ai Lavori Pubblici Graziano Moro, era quindi formalmente un ‘infiltrato’, temerariamente seduto in prima fila nonostante un clima non propriamente benevolo nei confronti degli amministratori locali.

Il ‘cahier de doléances’ del Collegio Costruttori, oltre ai difficili rapporti con il sistema bancario e ai ritardati pagamenti degli enti pubblici (la situazione, dopo le recenti decisioni governative, è solo parzialmente migliorata), evidenzia un forte calo, nel 2012 e nel primo semestre 2013, sia degli appalti pubblici che delle iniziative di edilizia privata, con conseguente pesante ricorso alla cassa integrazione, e una morìa di aziende che potrebbe non essere ancora terminata.

“E non stiamo parlando – ha sottolineato il direttore del Collegio Luigi Tosi – di manodopera generica, ma di professionalità fortemente specialistiche, e di attività che si stanno trasferendo in altre parti d’Italia, o all’estero, o peggio ancora di aziende che dismettono completamente, e i cui addetti si orientano verso altri settori”.

Per quanto si cerchi di fare ricorso ad incentivi, a progetti di riqualificazione edilizia e di ristrutturazione, l’aria che tira sull’edilizia alessandrina è davvero malsana, tanto che i vertici dell’Ance non mancano di congedarsi con uno “speriamo di rivederci l’anno prossimo, se saremo ancora qui”. Che poi è forse il commento che potrebbero fare anche tanti giornalisti, e i pochi politici presenti. Serve un colpo di reni complessivo, insomma, a questo territorio. E una cabina di regia all’altezza di questo nome, che si prenda la responsabilità di tenere la barra dritta nel mare in tempesta. Ma dov’è?

Ps: a latere, ma non troppo, la vicenda Terzo Valico. Di cui tanto si discute in questi giorni, e su cui anche l’Ance non ha mancato di far sentire ieri la propria voce.