I precari della pubblica amministrazione (lavoratori a termine, co.co.co., ecc.) sono oltre 150 mila. In gran parte svolgono lavori fondamentali per la continuità dei servizi forniti da sanità, scuola, nidi e asili, assistenza a persone anziane, formazione professionale, tutela ambientale, ecc. Si tratta inoltre quasi sempre di attività lavorative continuative, con i medesimi orari dei colleghi a tempo indeterminato, svolte nel loro medesimo luogo di lavoro, soggette ai medesimi dirigenti. Senza i precari perciò molti servizi salterebbero o funzionerebbero in maniera molto ridotta. Molti di questi lavoratori, inoltre, sono precari da molti anni. Ci si sarebbe attesi dal governo una stabilizzazione di questi lavoratori.
Il decreto del governo Letta, invece, risolve ben poco. Anzi è una beffa dalla portata drammatica.
Vediamo i contenuti di questo decreto.
– Esso mantiene i vincoli stringenti esistenti per legge in sede di turn-over: nel 2014 gli enti della pubblica amministrazione potranno sostituire soltanto il 40% del personale che va in pensione, nel 2015 soltanto il 50%. Il 100% delle assunzioni corrispondenti al personale cessato viene previsto solo nel 2016. In tre anni si tratterà numericamente, come si capisce da sé, di ben poca cosa.
– Per l’assunzione a tempo indeterminato dei precari sono previsti dal governo bandi di concorso, con però solo il 50% dei posti di lavoro riservati ai precari. Questo significa che la pubblica amministrazione dovrà assumere oltre 300 mila persone per dare risposte agli oltre 150 mila precari in servizio. Ma queste assunzioni dovranno rispettare le norme in fatto di turn-over di cui sopra, quindi dovranno andare in pensione nei prossimi mesi circa mezzo milione di dipendenti pubblici: una cosa impossibile!
-Il riassorbimento a tempo indeterminato dei precari richiederà quindi, a questo ritmo, decenni.
– Il decreto del governo afferma di voler confermare la riduzione di spesa delle pubbliche amministrazioni decisa dai precedenti governi: si tratta anche qui di un vincolo che non solo rende impossibile stabilizzare la quasi totalità dei lavoratori precari ma che li danneggia ulteriormente. Si tratta cioè di un’altra beffa: con questo vincolo anche la proroga dei contratti precari esistenti rischia di non poterci essere. Cioè non solo moltissimi precari non verranno riassorbiti, ma rischiano, a fine dicembre, quando scadranno i loro attuali contratti, di essere licenziati.
Se passerà una tale porcata, che conferma solo la continuità liberista-estremista del governo Letta con i governi precedenti di Berlusconi e Monti, avverrà l’ennesima mazzata a danno del mondo del lavoro, inoltre a danno dell’occupazione, dei consumi e della ripresa economica. Poco meno di 150 mila precari della pubblica amministrazione stanno per aggiungersi, se non ci sarà una correzione di rotta, ai 400 mila nuovi disoccupati previsti per la fine dell’anno. Occorre reagire subito, chiediamo ai sindacati una risposta forte.
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