Aiuto: la zona industriale D3 di Alessandria rischia di sprofondare, letteralmente, nella rumenta? Pali della luce pericolosamente inclinati, tombini scoperti, marciapiedi impraticabili, ma anche vecchi frigoriferi, televisori scassati, persino un water e un materasso sfondato. Questo lo scenario descritto (con ampia documentazione fotografica) da Fabio Boldrin, appassionato di running e volontario di RilanciAmo Alessandria, che l’altro giorno ha raggiunto la zona industriale cittadina per il suo allenamento settimanale. “Sono arrivato in bicicletta – racconta -, convinto che, essendo ancora molte aziende chiuse per ferie, avrei trovato il contesto ideale per una corsa piacevole e tranquilla. Certamente non mi aspettavo un simile degrado, e mi è sembrato giusto segnalarlo sul profilo facebook di RilanciAmo Alessandria, con un po’ di foto credo piuttosto eloquenti”.
Ecco allora alcuni passaggi della segnalazione di Boldrin:
“Salve amici, questo pomeriggio la mia passione per il running mi ha portato a modificare il mio percorso d’allenamento:basta argini, ma sì un bel giro alla Zona Industriale D3!!!!!Appena arrivato non ho potuto fare a meno di notare un bel palo della luce inclinato pericolosamente, proprio davanti al nuovo capannone in fase di realizzazione della Bisio Progetti. Proseguendo tra le varie vie ho potuto constatare che in alcuni tratti il fondo stradale è abbastanza logorato…..,i marciapiedi sono per la maggior parte impraticabili a causa di crepe, fogliame, erbacce e rami secchi e per concludere “ormai questa è diventata la nuova moda di Alessandria” rifiuti di ogni genere abbandonati ovunque!!!! Assolutamente vergognosa la situazione nei pressi della Scuola Edile!!! Addirittura in alcune zone mancano le grate dei tombini, lasciando scoperti pericolosi buchi!!! Ritengo sottolineare lo stato di totale abbandono di questa zona che riunisce una fetta importante delle attività lavorative e produttive della città di Alessandria! Mi auguro personalmente che questa area ritorni al più presto ad avere un minimo di decoro urbano,ma soprattutto ad essere messa “al sicuro” grazie alla sorveglianza delle forze dell’ordine”.
La documentazione fotografica completa la trovate sul profilo facebook di RilanciAmo Alessandria, e un’occhiata vale senz’altro la pena dargliela, per farsi un’idea di dettaglio.
Sul tema interviene anche Paola Testa, che dell’iniziativa di “volontariato e orgoglio alessandrino” è una delle anime: “la questione è di competenza AMIU, e i marciapiedi e illuminazione pubblica della Direzione Lavori ed Opere Pubbliche del Comune di Alessandria. Noi in una tale devastazione ci arroghiamo il ruolo di rieducatori dei cittadini al rispetto della città e dei luoghi ove si lavora. Pertanto prepareremo una lettera da inviare a tutti i capannoni della D3 chiamando “alle armi” tutti i dipendenti per una giornata o più di pulizie. La prima giornata potrà essere organizzata con i volontari di Rilanciamo Alessandria, poi dovrebbe essere individuata con cadenza trimestrale ed effettuata con continuità”.
Assolutamente encomiabile, è chiaro. Rimane però il dubbio: è corretto strapagare i servizi del comune, e delle sue partecipate, se poi i cittadini devono sistematicamente imbracciare scope e secchielli per non vivere nel degrado, e in situazioni anche di oggettivo pericolo? Chi risarcisce l’automobilista che sfascia l’auto finendo con la ruota nel tombino (o semplicemente ‘consuma’ progressivamente gli ammortizzatori sulle strade dei sobborghi), o peggio il ciclista che cade e si fa male?
E. G.