Nelle scorse settimane ha lanciato, dalle colonne del nostro magazine, una riflessione sulla sinistra alessandrina che non ha mancato di suscitare reazioni e commenti, dentro e fuori dal web. Che era probabilmente l’obiettivo che Gianluca Bruno, segretario cittadino del Psi, si prefiggeva. Bruno è uno che ci crede davvero: non dimostra i suoi 43 anni, ma li ha, e ha fatto quindi in tempo a vivere appieno, sia pur da ragazzo, la grandeur del socialismo craxiano, e poi la sua caduta. E, avendo poi cominciato la militanza socialista ‘attiva’ in età adulta, durante la seconda repubblica, non si può certo dire che abbia fatto una scelta di opportunismo (“anzi: più volte mi hanno proposto di impegnarmi politicamente in partiti di centro sinistra che godevano e godono di maggior visibilità e consenso elettorale: ma per una serie di motivi ho preferito fare scelte diverse”). Da alcuni mesi a questa parte il Psi alessandrino, sotto la sua guida (e con la sapiente regia di Felice Borgoglio) è tornato a farsi sentire sul territorio, attraverso una serie di incontri, proposte, interventi anche critici nei confronti del centro sinistra cittadino. Ma per arrivare dove? Nel futuro di Alessandria, e della sua provincia, il Psi ambisce a tornare a giocare un ruolo da protagonista, e con quale progetto?
Segretario Bruno, lei neanche in vacanza riesce a stare lontano dalla politica. Quando ha contratto la ‘malattia’?
(ride divertito, ndr) Eh, parecchio da giovane direi. Ho studiato Scienze Politiche ad Alessandria, e grazie alle lezioni e alle letture dei libri di professori come Livorsi, Guasco, D’Orsi, Belligni e Tempestini mi sono avvicinato ai valori di una sinistra non ‘chiusa’ ma moderna, laica, e mi permetto di dire di impronta quasi socialista. Di lì nacque il mio impegno nel movimento giovanile socialista, e successivamente nel partito socialista. Ma arrivai giusto in tempo: tra il 1992 e 1993 tutti i miei progetti e idee furono spazzati vie da un’onda politica-giudiziaria che in tanti ricordiamo. Che però, mi consenta di dirlo, non ha cancellato per fortuna ‘l’aria’, ossia i valori, che ho sempre respirato a casa mia. Mio nonno, scomparso quando avevo solo 8 anni, fu partigiano della divisione Garibaldi Pinan Cichero, e quella è sempre stata ed è la mia idea di socialismo. Quella incarnata dal presidente Sandro Pertini, per intenderci, e da Riccardo Lombardi.
E, su scala alessandrina, da Felice Borgoglio. Quanto pesa la sua figura in questo progetto di rilancio del Psi?
Stimo Felice Borgoglio per quello che è, e per l’enorme contributo che ha dato al partito e che ancora darà. Diciamo che se dovessi citare altre personalità politiche locali che meritano stima e rispetto farei molta fatica a trovarne, soprattutto per la coerenza delle idee professate. Essere etichettato come ‘borgogliano’ non mi dispiace, ma fa molto prima repubblica. Che peraltro forse per certi versi è stata migliore, e politicamente più solida e costruttiva, della seconda. Ma noi guardiamo avanti, alla terza, e su scala locale all’Alessandria di domani.
Ecco, appunto, parliamo del nostro territorio, segretario Bruno: da più di un anno, prima come TuAlessandria, poi come Psi, state proponendo momenti di dibattito e approfondimento, che hanno visto anche l’arrivo in città di figure nazionali di primo piano in tanti settori: con quali risultati?
Vuole farmi polemizzare a tutti i costi? Allora polemizzo: grazie alle iniziative a cui fa cenno sono arrivati ad Alessandria Marco Patuano (nella foto), amministratore delegato di Telecom Italia, Mauro Moretti delle Fs, Oscar Farinetti di Eataly, Vito Gamberale, e qui mi fermo. Questi esponenti di primo piano della vita pubblica italiana hanno avanzato reali e concrete proposte alla città, che sono state servite su un piatto d’argento all’amministrazione comunale, ma al momento non mi risulta siano state raccolte o prese in considerazione. Se questo è il modo corretto di cogliere le opportunità, lo giudichino gli alessandrini…
Insomma, la gestione del centro sinistra di Palazzo Rosso la valutate inadeguata?
Direi di sì. Sono stati fino ad ora 15 mesi di ‘arroccamento’, di chiusura nel Palazzo, senza proposte concrete sul futuro della città. E questo sia a livello di progetti complessivi di rilancio del territorio, sia sul fronte della gestione della macchina comunale e delle partecipate, su cui ad oggi la confusione è grande, e troppi i punti interrogativi.
Lì la questione di fondo rimane la solita: ossia se si possa riorganizzare la ‘macchina’, senza licenziamenti da ‘macelleria sociale’, per usare un termine in voga….
D’accordo, e noi crediamo che sia possibile. Abbiamo anche detto come: in primis senza dividere l’universo comunale in figli e figliastri, e ‘spalmando’ i sacrifici su tutti, dai comunali alle partecipate. Ma appunto in presenza di un progetto di riorganizzazione e rilancio vero, che non si vede. E poi puntando sulla valorizzazione, vera, di strutture come la Cittadella o la Valfrè, per citarne due soltanto. Che potrebbero e dovrebbero essere messe a disposizione della città, attraverso progetti concreti di rilancio dell’economia del territorio. All’orizzonte, però, non vedo niente di simile, purtroppo.
Ma il Psi dove vuole arrivare, segretario Bruno? La prossima primavera ci saranno le elezioni amministrative in diversi centri zona della provincia: ci sarete?
Noi ci collochiamo pienamente all’interno del centro sinistra, e vorremmo essere da pungolo, da stimolo a realizzare tutto ciò che finora è mancato. Ad Alessandria, e in tutto il nostro territorio provinciale: più che mai bisognoso di un rilancio. Alle amministrative ci saremo senz’altro, ma è presto per dire come: ossia se con nostri candidati, e in quali città. Ci lavoreremo nei prossimi mesi.
Ettore Grassano