Spettabile redazione,
oggi è balzata alle cronache la notizia relativa al trattamento riservato a Oprah Winfrey che, intenzionata ad acquistare una borsa di coccodrillo da 38.000 dollari in un negozio di Zurigo, si è sentita rispondere dalla commessa (che non l’ha riconosciuta) che forse non poteva permetterselo… lei che avrebbe potuto comprarsi, non solo la borsa, ma tutto il negozio. La notizia ha fatto il giro del mondo dopo che la star lo ha confessato alla TV. A ciò sono seguite le doverose scuse del prestigioso negozio e la solidarietà mondiale nei suoi confronti. Esprimo anch’io la mia solidarietà: è chiaro che il colore della sua pelle non deve farla apparire meno abbiente e facoltosa di quello che è. E’ triste dovere ripetere sempre le stesse cose sul razzismo ma evidentemente è necessario perché il fenomeno è tristemente vivo.
Riguardo la vicenda, la mia attenzione si è posata anche sul genere di acquisto della signora Winfrey: una borsa di coccodrillo da 38 mila dollari, cifra che la star forse guadagna in due ore e un operaia in due anni. Non mi stupisco di questi squilibri perché la cronaca quotidiana ce ne propone innumerevoli. Mi chiedo invece se sia il caso di comprare questo genere di accessori. Dietro una borsa di coccodrillo c’è una storia che forse la signora Winfrey ignora; se invece non la ignora, evidentemente non ne è affatto turbata.
Innanzitutto il prezzo così elevato degli accessori in pelle di coccodrillo è dovuto a un limitatissimo numero di licenze per l’importazione di tali pelli, agli elevati dazi doganali, all’eccellente qualità della pelle, la cui valutazione, visto il prestigio e la difficile reperibilità, viene fatta non al chilo o al metro ma al centimetro.
Infatti, del coccodrillo vengono usati solo il ventre e i fianchi perché la schiena mantiene, sotto le scaglie grosse e dure, un derma di cartilagine in cui la concia non può penetrare. Se ci si sbaglia nel taglio o nella concia, il pellame può essere irrimediabilmente danneggiato, col conseguente spreco di soldi.
Dietro il commercio di accessori in pelle di rettile, fiorisce un traffico sommerso che produce guadagni astronomici e coinvolge la moda del lusso: è un problema particolarmente forte in Italia, principale mercato mondiale delle pelli di rettile a causa del suo ruolo nel mercato della moda. Si tratta di un commercio planetario che coinvolge mercanti senza scrupoli e produce guadagni astronomici tanto da piazzarsi al terzo posto, nell’ambito dei proventi legati ad attività criminose, dopo il traffico di stupefacenti e di armi: una realtà inquietante e ancora poco nota all’opinione pubblica.
Purtroppo l’indotto della moda finisce per ricorrere spesso, sia pure inconsapevolmente, a questo commercio illecito perché le partite illegali di queste pelli pregiate finiscono nell’indotto della moda legale grazie all’utilizzo di falsi certificati CITES (Convention on International Trade in Endangered Species).
Ci sono aziende che si riforniscono di pelle di coccodrilli allevati: l’allevamento di coccodrilli si é rivelato un ottimo investimento economico perché il povero animale non viene solo scuoiato per la sua stupenda pelle ma viene anche mangiato, essendo la sua carne molto ricercata dai ristoranti di lusso della Regione dei Grandi Laghi e, giusto per finire, le sue ghiandole sudorifere sono usate dall’industria cosmetica come ingrediente per vari profumi. Allora non è solo il povero maiale l’animale di cui non si butta via niente…
Poiché, oltre a essere antirazzista, sono antispecista, di questa vicenda non mi è piaciuto il trattamento riservato dal negozio alla signora Winfrey e neppure il trattamento riservato dalla signora Winfrey ai coccodrilli morti per fabbricare la famigerata borsa. E’ troppo superficiale dire “Non li ha uccisi lei.” quando sappiamo benissimo che il mercato viene deciso dagli acquirenti e se si usa il buon senso di non acquistare quelle borse, forse finirà anche lo sterminio dei coccodrilli. E non si ripeta il solito ritornello che dietro questa industria c’è gente che lavora perché c’è lavoro e lavoro e gli stessi lavoratori potrebbero essere impiegati nella produzione di accessori in pelle ecologica. Dal momento che esistono pelle e pellicce ecologiche, si potrebbero fabbricare borse di coccodrillo ecologiche, belle, lucide, colorate e soprattutto non insanguinate.
Oprah Winfrey è un personaggio con un potere mediatico smisurato: forse basterebbero un suo gesto o una sua parola a convincere il pubblico a prese di posizione eticamente rilevanti ma forse dovrebbe prima convincere se stessa.
Cordiali saluti.
Paola Re – Tortona