Davvero siamo destinati a vivere un agosto, e un autunno, all’insegna del pro e anti berlusconismo? Ha ragione o delira chi evoca lo spettro di una possibile guerra civile, e quindi la necessità di riconoscere, attraverso qualche escamotage tecnico, che Berlusconi è super leges, in un Paese in cui peraltro alla legge uguale per tuti non ci ha mai creduto davvero nessuno?
L’altra sera mi sono confrontato (meglio: ho ascoltato con interesse) il punto di vista di un elettore berlusconiano doc. Non un addetto ai lavori attenzione, o uno che abbia mai tratto beneficio personale dal Cavaliere, o dalla sua politica. No, proprio un elettore che lo ama di amore vero, perché disinteressato. E mi sono reso conto che a Silvio è veramente riuscito il miracolo, in questi vent’anni, di incarnare sogni e speranze (diciamo pure anche illusioni) di un’ampia parte del popolo italiano. Che davvero ne ha trasfigurato l’essenza, vivendolo non come una persona, ma come un simbolo. Con tutti i rischi conseguenti, è chiaro.
Continuo a non credere realistica qualsiasi ipotesi di scontro di piazza, per non dire di guerra civile. E tuttavia è chiaro che il Paese (già allo stremo sul fronte della tenuta economico-finanziaria, e occupazionale) rischia di deflagrare con questo nuovo ‘carico da novanta’, con conseguenze non facilmente valutabili ora, ma potenzialmente esplosive a partire dall’autunno. Che sarà, vedrete, davvero incandescente.
Berlusconi è un gambler straordinario, ma che possa uscire dall’angolo anche stavolta da vincitore la vedo francamente improbabile. A meno naturalmente di non immaginare un riconoscimento formale e ufficiale della sua ‘eccezionalità’, con conseguente annullamento di tutti i procedimenti a suo carico: quelli già andati a conclusione, e quelli in procinto di concludersi, o comunque in corso.
Si andrà quindi a votare nei prossimi mesi? Ma no, neanche per idea, scordiamocelo. Letta, o un altro dopo di lui, hanno comunque in Parlamento i numeri per governare, anche il Pdl dovesse passare all’opposizione. Pure in Senato, dove qualche transuga berlusconiano o grillino non sarebbe difficile da intercettare. E, d’altra parte, tornare alle urne con una legge elettorale da tutti riconosciuta pessima, e con un clima di grande conflittualità, potrebbe portare a scenari che certamente non sarebbero graditi nelle stanze che contano davvero.
Guardate, che lo si accetti o meno oggi l’Italia non è un Paese sovrano, ma dipende mani, piedi e soprattutto portafogli da Paesi e banche straniere, che ci tengono in vita (naturalmente non per bontà d’animo, ma per loro interesse: hanno acquistato quote ingenti del nostro debito, e glielo stiamo ricomprando. Dopo, semmai, ci butteranno a mare: ora no). Quei poteri hanno deciso da tempo che Berlusconi e il berlusconismo vanno archiviati, e questo sta succedendo e succederà, al di là di un po’ di fuochi d’artificio estivi.
Cosa verrà dopo, è la grande incognita. E’ vero che Renzi ha già avuto il via libera dalla Germania, dalle banche internazionali, da una parte degli industriali italiani. Ma basterà questo a farne un leader in grado di aprire davvero una nuova stagione, o la famosa terza repubblica, dopo la transizione di Letta (che non è detto debba essere così breve)?
Grillo ha già fatto il pieno di consenso (rastrellato tra il dissenso per tutti gli altri), e i Cinque Stelle rimarranno movimento di sola protesta, proprio perchè non riconosciuti come affidabili dal potere europeo? Salterà fuori nei prossimi mesi un nuovo, ambizioso progetto politico, e di che tipo?
Sullo sfondo, il popolo italiano: questa entità così astratta ed evanescente. In Italia non c’è (e forse mai c’è stato) un popolo signori, ma una moltitudine di individui assai preoccupati per il lavoro che sta scomparendo o già non c’è più, e per l’estorsione fiscale che (tra forma diretta e indiretta) assorbe ormai gran parte delle risorse famigliari. Per tutti noi il futuro è una grande incognita, e la fiducia nel sistema della rappresentanza politica ai minimi termini. E’ da qui che nuovi soggetti politici (e magari nuove persone, che non guasterebbe) dovranno partire, per riconquistare non solo e non tanto una x su una scheda elettorale, ma reale consenso e fiducia, insieme all’orgoglio di far parte di una comunità. Ma sarà dura.
Nella foto, il sobrio ed efficace messaggio politico dell’onorevole Mussolini, ieri durante la manifestazione ‘pro Silvio’ di Roma.