Silvio Berlusconi da ieri è un conclamato evasore fiscale, condannato per frode in via definitiva. Ci sarà invece un nuovo processo, in Corte d’Appello, in merito alla possibile (probabile?) interdizione dai pubblici uffici.
La condanna è a quattro anni: tre sono coperti da indulto, e uno pare che verrà scontato ai domiciliari, o a veri o finti servizi sociali. Non è quello il punto, naturalmente.
Il punto è che in Italia siamo sempre stati abituati al fatto che il potere, quello vero, è al di sopra della legge. E i casi allora sono due: o è cambiato qualcosa, oppure Berlusconi non è il potere vero, o non lo è più da tempo, e non da ieri. Ognuno, naturalmente, tragga le conclusioni che crede.
Ieri sera Silvio Berlusconi aveva la voce ‘rotta’ dall’emozione. Evidentemente anche lui (come noi) dalla Cassazione si aspettava altro.
Nelle prossime ore certamente i riflettori saranno tutti puntati sul Cavaliere. Come reagirà, dopo la scelta di ‘basso profilo’ di queste settimane, piuttosto forzata e innaturale, dato il personaggio? Ieri qualche anticipo c’è stato, ma aspettiamoci altro, e di più.
Ma attenzione: gli italiani ormai sono altrove, e Sivio lo sa. Danielona Santanchè nei giorni scorsi disse “in caso di condanna di Silvio, milioni di persone scenderanno in piazza”. E sul web ci fu chi le rispose, con ironia: “Sì, come quando l’Italia vinse i mondiali di calcio”.
In realtà niente proteste di massa, ma neanche scene di giubilo, se non da parte di quattro sfigati, da una parte e dall’altra. Gli italiani sono alle prese con un’emergenza individuale e collettiva un po’ più rilevante, e senza nessuna voglia di preoccuparsi in quale delle 17 ville principesche Berlusconi sceglierà di trascorrere il suo anno sabbatico, diciamo così.
La battaglia è tutta interna ai Palazzi della politica: questione da addetti ai lavori, alle prese con la propria sopravvivenza. E parliamo del Pdl, ma anche del Pd, e di altri ‘marchi’ puramente stagionali.
Gli esponenti di alto livello del Partito Democratico, a partire dal segretario Epifani, auspicavano ieri sera, con prudenza, senso di responsabilità del Pdl per la tenuta del Governo. Insomma, l’odiato avversario degli ultimi vent’anni (anche nemico e simbolo di ogni male, per lungo tempo) è stato condannato in maniera definitiva, e il Pd gli sta aggrappato come ad una zattera di salvataggio. Per andare dove però? Certo, siamo in emergenza. Quando mai questo Paese non lo è stato, del resto?
Ma il governo Letta a questo punto quando durerà? Secondo il blog di Beppe Grillo, la condanna di Berlusconi sarà per l’Italia l’equivalente del crollo del Muro di Berlino, che divise la Germania per 28 anni. Speriamo, verrebbe da dire, considerato dove la Germania unita è arrivata vent’anni dopo. Ma è lecito aspettarsi (temere) per il nostro Paese percorsi meno virtuosi.