Il dissesto di ieri, e quello di oggi [Controvento]

Comune di Alessandria 3 di Ettore Grassano.

Nei giorni scorsi è scattata l’euforia. Pare che da Roma arriveranno presto ad Alessandria  40 milioni dalla Cassa Depositi e Prestiti, e che per chiudere la partita del dissesto ne potrebbero bastare meno di 50. Tutto bene, tutti contenti dunque?

Beh, mica tanto. Nel senso che non è che il quadro sia mutato gran che. Gli addetti ai lavori sono mesi che danno per scontato il prestito romano (perchè di questo si tratta, chiariamolo: altro debito scaricato sulle spalle dei contribuenti alessandrini per i prossimi trent’anni. Mica un regalo), e qualcuno mi diceva “vedrai, lo presenteranno come il frutto di chissà quale conquista: ma è la prassi consolidata, un prestito simile non si può negare a nessun comune in difficoltà”.

In ogni caso, anche ammesso che si trovino le restanti risorse necessarie a saldare i creditori più o meno al 50%, siamo certi che questi ultimi accetteranno? E cosa succede se, come prevedibile, ci sarà chi è disposto a ‘morderci dentro’, magari per disperazione e impossibilità di attendere cinque o dieci anni ancora, e chi invece sceglierà il braccio di ferro? Lo scopriremo presto, sempre ammesso che il prestito arrivi concretamente. Tra i creditori di Palazzo Rosso ci sono aziende private medie e piccole, professionisti, ma anche banche (CrAl/Bpm, Barclays, Popolare di Novara, Carige), partecipate, consorzi. Ieri La Stampa evidenziava opportunamente il caso del Cissaca, che ha una situazione particolarissima e gravosa. Attende ben 9,2 milioni di euro di versamenti relativi al periodo pre dissesto, di cui tra l’altro una parte oggetto di contesa giudiziaria, perché non iscritta a bilancio dal Comune di Alessandria. Insomma, un vero rebus, in cui chi eventualmente accettasse la procedura semplificata rischierebbe di mandare in disequilibrio il proprio, di bilancio.

E poi, naturalmente, pensando ai tanti creditori più piccoli che potrebbero cedere alla logica del ‘putòst che gnenta l’è mei putòst’, se fossimo al loro posto ci sentiremmo comunque truffati, e metteremmo il Comune di Alessandria in una black list permanente, come facevano i vecchi negozianti di una volta: “d’ora in poi o paghi in anticipo, o quella è la porta”. Voi no?

Anche perchè, ci pare, qui si stia bellamente facendo finta che il problema sia solo il pregresso: ma la partita vera è il futuro, come sempre. Il sindaco ha chiesto, e a quanto pare ottenuto, una proroga al 15 ottobre per la presentazione al Ministero del bilancio 2012 stabilmente riequilibrato. Ma cosa possa cambiare da qui a ottobre, se lo chiedono in tanti. E far quadrare i conti davvero, e in maniera permanente (quindi pensando anche al 2013, 2014, 2015 ecc) continua ad essere il vero snodo della questione, per niente sciolto o risolto. Se avete idee, o informazioni di dettaglio, sono le benvenute.