Interporto di Rivalta: la città della logistica continua a ‘macinare’ record

Arghenini“Faccio mia una frase che ho sentito pronunciare in passato da Fabrizio Palenzona, e che rende davvero l’idea: le merci sono come l’acqua, vanno dove devono andare, e in qualche modo arrivano. Il compito della logistica è fare in modo che ci arrivino meglio, prima e ad un costo competitivo”. Parola di Roberto Arghenini, ormai ‘storico’ amministratore delegato dell’Interporto di Rivalta Scrivia , di recente confermato alla guida della società dalla nuova proprietà, i belgi del Gruppo Katoen Natie. Lo abbiamo incontrato per capire in quale direzione stanno evolvendo i progetti della “città della logistica”, e quanto la crisi economica li modifica e condiziona. Scoprendo in realtà che il trend di crescita dell’Interporto (ma anche dell’altra società presente nel complesso di Rivalta, la Rivalta Terminal Europa) non si è fermato neppure per un momento.

Dottor Arghenini, pochi mesi l’Interporto ha cambiato proprietà: partiamo da qui?
Certo: a ottobre 2012 il 90% di Interporto Rivalta Scrivia è stato ceduto dal Gruppo Fagioli,  e acquistato dal Gruppo Katoen Natie. Una grande realtà internazionale, nata nel 1854 come azienda di ricezione del cotone, e che ha poi diversificato nel tempo le proprie attività sul fronte stoccaggio merci, trasporto, spedizioni. Oggi Katoen Natie è uno dei grandi player del mercato mondiale della logistica, e controlla circa 170 società. Noi rappresentiamo circa il 10% del business del gruppo, e quindi presi individualmente siamo una delle realtà più grandi. Ed è interessante notare come il nostro modello organizzativo e di business, basato sull’offerta di servizi logistici, partendo dalla proprietà della struttura che li offre, fosse e sia lo stesso della capogruppo. Per cui abbiamo dovuto, nei fatti, cambiare ben poco. I soci di minoranza sono rimasti quelli storici: il Gruppo Gavio al 6%, FinPiemonte al 2%, e poi tanti piccoli soci di minoranza, tra cui il sottoscritto.

Come è andato il 2012? Avete retto all’urto della crisi?Interporto aerea
Non solo abbiamo retto, ma la nostra crescita è continuata, come testimoniano tutti i principali indicatori. Il nostro fatturato è stato di circa 66 milioni di euro, con una crescita a due cifre rispetto al 2011, che dovrebbe peraltro continuare quest’anno. E’ aumentato anche l’impiego di forza lavoro, in termini diretti e indiretti. Oggi abbiamo 155 dipendenti, ma lavorano per noi anche circa 600 persone tra cooperative (sono tre, raggruppate nel Consorzio Servizi Logistici) e società di servizi. Complessivamente l’Interporto impiega 750 lavoratori, su un’area di 2 milioni e mezzo di metri quadrati, di cui 450 mila metri quadrati coperti. Siamo davvero la città della logistica insomma, non è solo uno slogan. E dopo l’acquisizione da parte di Katoen Natie abbiamo integrato e ampliato la gamma dei settori in cui operiamo: che oggi va dal largo consumo alle commodities, dalla filiera alimentare ai polimeri, passando per l’automotive e le materie prime.

Poi c’è la seconda società, Rivalta Terminal Europa: di cui lei non è più amministratore delegato…
Esatto: RTE è un progetto nato nel 2006, in cui Interporto e Gruppo Gavio sono soci ognuno con il 46%, mentre soci di minoranza sono FinPiemonte, Comune di Tortona, Comune di Alessandria, Confindustria di Alessandria, Autorità portuale di Savona. E’ un’iniziativa in costante crescita: su un’area totale di proprietà di circa 1.200.000 mq., Rivalta Terminal Europa opera oggi su una superficie di 250.000 mq, che rappresenta la prima fase di un importante progetto di sviluppo, con una capacità di movimentazione prevista di oltre 500.000 contenitori all’anno. Oggi siamo a 15 mila contenitori al mese, dai 2.500 del 2006. Per un’alternanza concordata, da quest’anno il ruolo di amministratore delegato di RTE è ricoperto dal dottor Pingani, in rappresentanza del Gruppo Gavio, mentre Katoen Natie esprime il presidente. Ribadisco: è un progetto dalle grandi potenzialità,  a cui i soci credono molto, tanto da averci già investito circa 55 milioni di euro.

Terzo Valico 2Dottor Arghenini, in provincia di Alessandria di logistica si è discusso a lungo, ma Slala è arrivata su un binario morto, e gli scali di Novi San Bovo e Alessandria sono rimasti progetti da slide ai convegni. Per voi è tanto di guadagnato, per evitata concorrenza? E come vede il progetto del Terzo Valico? Sarà un nulla di fatto anche quello?
Slala a mio avviso fu ai tempi una grande intuizione: creare una governance della logistica del territorio, mettendo attorno ad un tavolo tutti i soggetti coinvolti, le loro intelligenze, le esigenze. Ma ha funzionato solo finché c’è stato in campo direttamente Fabrizio Palenzona, con la sua capacità di aggregazione, di relazione, di sintesi. Dopo, è partito un lento sgretolamento. I progetti locali, come Alessandria e Novi: tutto serve, ma la logistica è un settore in cui le dimensioni delle strutture si accompagnano a competenze e capacità operative. Il retroporto naturale dei porti liguri c’è già, e si chiama Rivalta. Il Terzo Valico si farà? Non lo so, e comunque parliamo di progetti di medio lungo periodo. Mentre la crescita del traffico portuale ligure, nonostante la crisi, è già in corso, e noi ne siamo il naturale riferimento. Ben venga tutto ciò che può servire, in prospettiva: ma il compito di chi lavora nel nostro settore è gestire e far crescere l’esistente, giocando la partita di oggi da protagonisti. Per quella di dopo domani bisogna attrezzarsi, ma c’è tempo.

Altro aspetto importante, dottor Arghenini: il controllo del flusso delle merciArghenini 2 attraverso l’informatica  è ancora una chimera, o ci siamo quasi?
E’ in fase di sperimentazione un grande progetto nazionale sviluppato da Uirnet, società che ha sede ha Roma e di cui Interporto controlla la maggioranza. Il progetto, finanziato dal Ministero dei Trasporti, è in fase di sperimentazione, e consentirà di avere a disposizione una vera e propria piattaforma e banca dati della logistica, a livello nazionale. In sintesi si tratta di un software potentissimo, una sorta di Grande Fratello della logistica se vogliamo usare questa immagine, che nel 2014 consentirà di controllare in tempo reale il traffico di tutto il settore, da Trieste a Caltanissetta. In collegamento diretto con tutti gli autotrasportatori, che direttamente dal loro camion potranno avere informazioni sul traffico, su come evitare code, e razionalizzare viaggi e spostamenti. Al contempo, la mappatura e tracciabilità totale del settore consentirà di fare enormi passi in avanti, sia sul fronte della sicurezza delle merci, che dell’ottimizzazione del business.

Ettore Grassano  

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