Estate!
Tempo di vacanze. Tempo di vacanza. Tempo di vuoto. Tempo di pensare.
Mentre una vela solca le acque leggermente increspate di Spotorno, il pensiero solca i miei progetti per l’autunno.
È triste quando fuori c’è il sole e dentro ci sono pioggia e nebbia.
Ma a volte accade.
A settembre ritroverò studenti affamati di intervalli piuttosto che di lezioni, colleghi ansiosi della campanella d’uscita piuttosto che di quella d’entrata, collaboratori gentili e dirigenti nocivi, macchinette di caffé dozzinale e distributori di merendine stantie.
E allora dove sta il problema? Perché pensare a tentare di risolvere problemi che non mi competono? Perché non godermi il sole e il mare con la coscienza a posto?
Lasciar fare a coloro che hanno la responsabilità di fare?
Lasciar fare a coloro che sono stati delegati per fare?
Lasciar fare a coloro che guadagnano dieci volte tanto per fare?
Ma per fare cosa?
Posso dichiarare forse dopo tante battaglie di aver perduto la guerra.
E mi dispiace per quegli studenti che, occhi negli occhi, ho imparato a conoscere e che incontrerò presto.
A loro non saprò cosa rispondere quando mi chiederanno perché dovrebbero studiare.
A me non saprò cosa rispondere quando mi chiederò perché dovrei pensare.
Buona estate!
“Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota
e corro veloce per la mia strada
anche se non è più la stessa strada
anche se non è più la stessa cosa”
(L. Dalla – Ayrton)
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